I vangeli non sono narrazioni storiche della vita e dell'insegnamento di Gesù o cronaca di quanto avvenuto in Palestina duemila anni fa. Diversamente dalla letteratura biografica greco-romana, essi non delineano alcun tratto esteriore della persona del protagonista; narrano, invece, formulata in modi diversi, la costante riflessione teologica delle comunità che hanno accolto e praticato il suo insegnamento. Nel vangelo di Giovanni siamo di fronte ad una sfida che rivela quanto sia importante non fermarsi ad una lettura "tradizionale" della vicenda di Gesù. In questo testo, infatti, è forte la consapevolezza di un nuovo mondo, oltre il giudaismo tradizionale, il mondo ellenistico, in cui la storia di Gesù deve essere annunciata. L'evangelista, con la sua comunità, ne rilegge, così, l'esperienza, delineandone tratti fortemente innovativi rispetto agli altri vangeli.
Un filosofo-teologo dell'Ottocento negli anni dell'adolescenza aveva forte la domanda su quale fosse il principio unitario su cui tutto si fonda, e lo trovò nel Verbo che si è fatto carne, centro e respiro di tutta la storia. Il suo capolavoro finisce nelle mani di un sacerdote ambrosiano che lo apprezza molto perché vi trova conferma della lezione appresa "un bel giorno" dal suo professore di religione negli anni del liceo: "Il Verbo di Dio [ovvero il termine delle esigenze del cuore umano, cioè l'oggetto ultimo dei desideri del cuore umano, la felicità] si è fatto carne". Di quel libro, La Vita di Gesù Cristo di Vito Fornari, Luigi Giussani dirà che è stato per lui fondamentale «come genesi poetica per l'idea di Cristo». Cosa intendeva don Luigi Giussani con questa affermazione? Per la prima volta in questo libro si indaga su questo decisivo debito culturale del fondatore di Comunione e Liberazione. Prefazione di Massimo Borghesi.
Il celibato ecclesiastico è attualmente al centro di tantissimi dibattiti all'interno della Chiesa Cattolica. Non solo a causa della diversità di interpretazione dei suoi fondamenti biblici e della disparità con cui esso è vissuto dalle varie Chiese Cristiane, ma anche perché non pochi cattolici ed ecclesiastici sono convinti che una delle spinte più forti verso le revisione della disciplina del celibato ecclesiastico venga proprio dal Concilio Vaticano II. La verità invece è che il Vaticano II ha sostenuto e raccomandato il celibato ecclesiastico, fino a presentarlo come una virtù sacerdotale irrinunciabile per coloro, sia celibi che sposati, che in Oriente o in Occidente sono chiamati al sacerdozio cattolico. Per molti questa può essere una grande sorpresa, ma è un dato di fatto che merita di essere sottolineato e propriamente spiegato a tutti coloro che sono interessati al tema del celibato. Proprio per questo la presente pubblicazione si sviluppa su due assi principali: da una parte l'analisi del pensiero conciliare sul "celibato ecclesiastico" e dall'altra l'approfondimento magisteriale fattone da Paolo VI, sulla base della dottrina e della storia bimillenaria della Chiesa. . Questa breve pubblicazione viene offerta come aiuto a chi deve affrontare con competenza i dibattiti in corso sulla legge del celibato/continenza ecclesiali, ma soprattutto a coloro che stanno percorrendo con grande generosità il cammino del celibato ecclesiastico, o che, come i seminaristi, si stanno preparando a percorrerlo.
Ciò che si sa di Gesù lo si deve alla testimonianza personale dei suoi più stretti seguaci. L'impatto della sua figura su di loro fu molto vario, i Vangeli ne sono chiara testimonianza. Questo multiforme effetto non si è esaurito nel primo cristianesimo ma si è prolungato lungo i secoli. Quando il senso di un singolo passo biblico diventa nostro al punto che un lettore può non solo comprenderlo, ma anche sottoscriverlo, diffonderlo, e quindi viverlo, solo allora viene raggiunta quella comprensione cui tendono i testi biblici stessi. Per un credente infatti, Gesù non è solo una figura del passato; noi siamo discepoli del presente e nelle nostre Chiese oggi dovrebbe poter rifulgere ciò che più attrae e affascina della sua opera. Prefazione di Giuseppe Ghiberti.
Luca a più riprese propone il Dio di Gesù con il volto di colui che va incontro all'uomo, che lo accoglie, che lo perdona. Nel suo racconto si affaccia un vocabolo sconosciuto a Marco, la misericordia. Il legame tra questa narrazione e le vicende che caratterizzano la nostra società, le sue sofferenze, le sue domande, i suoi sogni, costituisce l'intreccio e la sfida più genuina del testo. Come i cristiani di ogni tempo, anche noi siamo invitati a tenere alto lo sguardo sul significato della tolleranza, della misericordia e del perdono per andare "oltre", oltre la rassegnazione e la paura, nel coraggio di porre gesti di solidarietà e fraternità per il superamento del male e il rinnovamento della vita in tutte le sue dimensioni. Questo è l'invito che scorre nella trama di queste pagine, rivolte in particolare a chi intende riscoprire alcuni inviti significativi del vangelo di Luca e riappropriarsi del significato del suo annuncio.
Il libro di Armando è un ottimo aiuto per "danzare nella pioggia". È una lettura del vangelo di Marco nei giorni della pandemia della primavera 2020. Diventa un'ottima guida per i giorni attuali di convivenza con il coronavirus. Resterà un aiuto per tutti i giorni di "pioggia quotidiana". L'autore legge con serietà il Vangelo, alla luce di un solido commento. Quindi mette "alla prova" la pagina della Parola con la storia, proponendo esperienze significative. Ne trae illuminanti suggerimenti per la vita di tutti. Un ottimo strumento per dire, ancora una volta, la forza dirompente del Vangelo. Un regalo per vivere, trovando, anche nei giorni di pioggia, una luce, uno squarcio, un sostegno. Imparando a camminare dietro al Maestro, per non smettere di sentirci dire "Non è qui, è risorto". Per prendere in mano con coraggio e speranza la nostra vita quotidiana.
I saggi raccolti in questo libro sono interventi tenuti al Corso di Formazione alla Spiritualità nella Musica "Zipoli" fondato e diretto da due Padri gesuiti: ogni estate in Palermo si radunano giovani dai 18 ai 25 anni di età per parteciparvi. Gli interventi vogliono essere tentativi di aprire la coscienza contemporanea alla ricchezza spirituale della musica nella multiculturalità in un mondo tecnocratico che, come ha insegnato la Laudato si' di Papa Francesco, rischia costantemente di smarrire la consapevolezza del dono di grazia della creazione che vive del dinamismo della pericoresi trinitaria.
Oltre cinquant'anni fa il Concilio aveva ribadito la fondamentale importanza del laicato, uomini e donne indistintamente, in una nuova visione di Chiesa. Esperienze e competenze specifiche nella vita familiare, nel contesto sociale e professionale, nella politica e nella promozione della cultura, permettono un effettivo radicamento del lievito cristiano nella nostra società. Debbono quindi godere del massimo rispetto all'interno delle rispettive comunità di appartenenza ed essere valorizzate come ministeri al suo servizio. La situazione inedita in cui si ritrova la Chiesa con l'evento della pandemia del Covid-19, obbliga tutte le nostre comunità a ritornare nel cuore della società attraverso presenze e impegni sempre più multiformi. Un serio invito per una riconsiderazione dei ministeri nell'affrontare tale sfida.
«Le RIFLESSIONI contenute in questo libro sono state registrate in occasione di incontri tenutosi a Roma nella Casa Generalizia dei Padri Verbiti da Don Carlo Molari con un gruppo di amici. La trascrizione mantiene deliberatamente la caratteristica di conversazione tra amici in cui la riflessione si era svolta, quindi non vuole avere l’impostazione rigorosa di un libro elaborato a tavolino. Le RIFLESSIONI di Don Carlo Molari sono una opportunità di apprezzare la sua visione teologica e la sua attività pastorale; nell’Indice vengono espresse le seguenti tematiche: L’appartenenza alla Chiesa. 2010; Il significato del Natale. 2010; Educare alla fede. 2011; Il pluralismo culturale e religioso. Perché e come viverlo. 2011; Il Concilio Vaticano II: tradizione e novità. 2011; La svolta linguistica e la teologia. 2012; Rivelazione, redenzione, salvezza possibilità del fallimento dell’individuo e della società. 2012; Questioni di Cristologia. 2013; Regno di Dio sulla terra. Responsabilità sociale e politica. 2013; Dubbi e difficoltà nel cammino di fede. 2013; Esortazione apostolica EVANGELII GAUDIUM. 2014; La morte come criterio della vita. 2014; Il difficile pluralismo nelle comunità delle origini 2014; Il cammino delle prime comunità. La presenza delle donne nella comunità di Gesù; Modelli Cristologici, nel Nuovo Testamento. 2015».
P. BERNHARD HÄRING (BÖTTINGEN 1912- GARS AM INN 1998), redentorista, esponente della scuola teologica di Tubinga, è considerato il massimo protagonista del rinnovamento della teologia morale nella stagione del Concilio Vaticano II e in quella immediatamente successiva. Determinante il suo apporto per quanto riguarda la centralità della coscienza, la fondazione biblica dell’etica, i valori spirituali del matrimonio, la teologia della pace e della non violenza, in tempi in cui questo tipo di riflessione non era ancora pacificamente acquisito. La sua vita di teologo si svolse per gran parte a Roma - all’Accademia Alfonsiana in cui insegnò per quasi quarant’anni dopo esserne stato uno dei fondatori e negli Stati Uniti. Non “teologo e basta”, ma aperto alla pastoralità e testimone vero dei valori che professava, dovette anche soffrire per le sue idee e affrontare per un non breve periodo forti difficoltà con la S.Congregazione per la Dottrina della Fede che lasciarono il segno anche sulla sua salute; ma continuò sempre a riconoscersi una persona felice e a esprimere la sua gratitudine a Dio per quanto sentiva di aver ricevuto «dalla chiesa, nella chiesa e per mezzo della chiesa».
"In questo libro è tracciata la linea sinuosa di un'esistenza personale che non teme rivelarsi. Fluttuando nel mare dei suoi ricordi più intimi, senza rimpianti, l'autrice soppesa con lucidità insieme tenera e spietata le esperienze che hanno disegnato nel tempo i molteplici profili e l'essenza stessa della sua femminilità: figlia, moglie, madre, amica, insegnante, artista."
La presenza dell'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, in Italia e in Europa, continua a suscitare un crescente interesse, unitamente a controverse discussioni in un contesto, come quello attuale, di "cambiamento d'epoca", di profondi mutamenti culturali, sociali e politici. Ciò ci sollecita a ripensare più attentamente al ruolo della conoscenza religiosa nella scuola (pubblica e paritaria), e in particolare alla specificità dell'insegnamento della religione cattolica (IRC) come disciplina scolastica, al suo profilo culturale, conoscitivo, formativo e pedagogico, nel quadro delle finalità della scuola. IIl volume raccoglie i saggi di: Sua Ecc. Mons. Francesco Lambiasi, Sergio Cicatelli, Sergio De Carli, Flavia Montagnini, Andrea Porcarelli, Maurizio Schoepflin, Adolfo Morganti, Daniele Celli, Piergiorgio Grassi. Con interventi di: Natalino Valentini, Monica Forziati, Auro Panzetta, Giordana Cavicchi, Don Guido Benzi, Don Giovanni Tonelli, Don Tarcisio Giungi.
L'onestà è una cosa troppo seria per lasciarla in mano a politici e amministratori non sempre educati ai temi etici. Peraltro, il concetto di onestà non si limita al significato economico che definisce onesto chi non ruba, non froda e non corrompe, ma è molto più articolato. Obiettivo di questo libro è restituire un po'della ricchezza di sensi del sostantivo onestà, dell'aggettivo onesto e dell'avverbio onestamente, dal punto di vista storico come da quello concettuale. Scopriremo che onestà ha a che fare con intenzioni, motivi e disposizioni del carattere e del comportamento di una persona. Ma è importante possedere tali tratti del carattere e dimostrarli nel comportamento? E rilevante che una persona sia onesta? Potrebbe essere più significativo che sia compassionevole o generosa. E che cos'è davvero l'onestà? E una virtù? E l'onestà delle donne è diversa da quella degli uomini? A tali domande risponde l'autrice. Se poi le risposte serviranno anche a farci diventare più onesti, è tutto da vedere.
La simpatia è un tema che ricorre frequentemente nelle conversazioni quotidiane ed è al centro di molte narrazioni letterarie e cinematografiche. L’autore muove dall’uso comune del termine per delineare il modo in cui la natura della simpatia e il suo ruolo nella vita umana sono stati interpretati dalla riflessione scientifica e filosofica. Dalle differenti caratterizzazioni qui esposte emerge un significato della simpatia sia come principio che consente una partecipazione affettiva immediata tra le persone sia come capacità che rende vive le emozioni altrui in vista di una presa di posizione etica. Le pagine del volume documentano come una ricostruzione di questo genere rappresenti una sorta di filo rosso che, dagli illuministi Hume e Smith e poi attraverso la teoria evoluzionistica di Darwin, arriva alle acquisizioni recenti dell'etologia, della psicologia sociale e delle neuroscienze. La consapevolezza della natura della simpatia permette di spiegare in termini naturalistici dimensioni centrali della condotta umana, come l'etica, il diritto e la politica.
L'autore
Eugenio Lecaldano, professore emerito presso il dipartimento di Filosofia dell'Università di Roma "La Sapienza", ha insegnato anche all'Università di Siena. Tra le sue pubblicazioni più recenti, Un'etica senza Dio (Roma-Bari 2006) e Prima lezione di filosofia morale (Roma-Bari 2010). Fa parte del comitato direttivo di Bioetica e Rivista di filosofia.
La vita è per sua stessa natura indefinibile, perché la nostra prospettiva è falsata dalla soggettività alla quale non possiamo sfuggire. L’unica via resta quella di descriverne i caratteri, qualche denominatore comune che renda possibile un’immagine della vita. Che è vuoi opera divina vuoi conseguenza di uno scarto chimico che ha procurato al mondo un principio diverso da quello che comanda il cosmo inanimato. Nascita, riproduzione, morte: questo il ciclo che determina la vita. Entità fragile e tenace al tempo stesso e carica di contraddizioni. La vita è vulnerabile, eppure la sua prima legge è l’autoconservazione. La vita è casuale, e va scelta in ogni momento, per non precipitare nella fine. La vita è, nella sua indefinibilità, plurale, anche se l’italiano la esprime con un singolare femminile. Sulla scorta di queste riflessioni, si traccia qui un percorso nelle contraddizioni della vita, centrato intorno ad alcuni passi biblici e a suggestioni che arrivano dal cinema, dalla poesia e dalla letteratura, da Leopardi a Calvino a Orhan Pamuk.
L'autore
Elena Loewenthal insegna Cultura ebraica presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Studiosa e narratrice, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica. Tra le sue numerose pubblicazioni, Lettera agli amici non ebrei (Milano 2003) e Scrivere di sé (Torino 2007).
Sulla scuola italiana sono stati scritti molti libri, negli anni fra il 70 e l'80. Io li ho letti quasi tutti.Alcuni mi sono piaciuti, altri meno, altri per niente. Mi rendo conto, comunque, che in questo momento, nessuno sente il bisogno di un altro libro sulla scuola italiana. In realtà, questo libro non aggiunge nulla a ciò che è stato detto: presenta solo un'altra esperienza umana vissuta nello stesso contesto. Tuttavia, c'è qualcosa che lo differenzia nettamente dagli altri: almeno da quelli che ho letto io.
E cioè il fatto che questo libro è tutto impastato di Dio. Non già perché io lo volessi impastare; ma Dio s'è impastato da sé. Non so se questo è successo quando è morto Robert Kennedy e io ho partecipato per la prima volta a un'assemblea non autorizzata; o se è stato quando sono andata a vedere con i miei alunni una favolosa edizione di una commedia di Shakespeare.
Clara D'Esposito è nata a Roma nel 1934 da una famiglia borghese napoletana. Laureata in lettere classiche all'Università di Roma nel 1956, ha insegnato lettere nei licei statali dal 1961 al 1990. Nel 1971 ha emesso la professione nell'Ordine Francescano Secolare e in esso è stata maestra di formazione a livello locale e regionale, vicepresidente nazionale e ministra di fraternità.
La libertà di educazione misura la natura democratica e popolare di una società. Di conseguenza indica anche la capacità dello Stato di svolgere il suo compito di garante di una società civile in cui le persone e tutti i corpi intermedi - anzitutto genitori e famiglie - in piena libertà possono esercitare, tra gli altri, il diritto fondamentale primario di educazione e di istruzione.
Questo libro offre al lettore la possibilità di realizzare indagini sociologiche sulla realtà della parrocchia e dei gruppi che in essa vi operano a partire da un analisi delle caratteristiche della società moderna e delle conseguenze che la modernità ha prodotto sugli individui e sulle istituzioni.
È opinione diffusa che fra ragione e passione esista una differenza radicale: si ritiene che la ragione sia fredda e che il mondo delle passioni sia invece caratterizzato dal dominio dell’impulso. Da questo si fa spesso conseguire una svalutazione della dimensione passionale, che andrebbe tenuta a freno per far prevalere i dettami della ragione. Umberto Curi dissolve qui i molti pregiudizi tuttora prevalenti riguardo alle passioni. Attraverso l’analisi di una molteplicità di opere differenti, dai testi filosofici ai capolavori di Mozart, dai film di Pasolini alle grandi composizioni musicali di Bach, l’autore mostra l’importanza fondamentale che alle passioni è riconosciuta in tutta la tradizione culturale occidentale, dal mondo arcaico greco fino alla nostra contemporaneità, attraverso significativi passaggi all'età moderna.
L'autore
Umberto Curi è professore emerito di Storia della filosofia presso l?Università degli Studi di Padova e docente presso la facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha tenuto cicli di lezioni e conferenze in università europee e americane. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Lo schermo del pensiero (2000) e Straniero (2010).