Un'opera che rende il Poverello d'Assisi molto vicino a noi e attuale; egli ci conduce a riflettere su ciò che potrebbe essere, oggi, un ritorno al Vangelo. Il ritorno al Vangelo, come è stato vissuto da Francesco, è, per la Chiesa, un'esperienza esemplare di rinnovamento e ringiovanimento. Il segreto di questa riuscita è da ricercarsi senza dubbio nella santità di quest'uomo, sempre pronto ad ascoltare la Parola di Dio e a metterla in pratica. Quest'opera mette in luce l'aspetto dinamico del cammino evangelico di Francesco, mostrando le radici economiche e sociali di un'esperienza spirituale
Il libro
« Il ritorno alle stampe di questi due libretti va salutato senza dubbio con entusiasmo non solo da parte degli estimatori di Jacques e Raïssa Maritain, ma anche da coloro che, pur non essendo addetti ai lavori, intendono conseguire un'idea puntuale e della vita di preghiera e del rapporto tra questa e la liturgia...
Ancora una volta viene riaffermata l'attualità della contemplazione come risposta dell'essere all'angoscia profonda pervadente il mondo; come atteggiamento esistenziale in una città secolare raziocinante e tecnologica, quale la nostra, che ha smarrito le dimensioni dello spirito; infine come soluzione possibile all'uomo in cerca di unità e armonia interiore: sintesi che nulla gli potrà mai dare se non l'incontro con l'Assoluto.
... Da qui il "valore" dei due scritti maritainiani, grande ed apprezzabile. In essi, difatti, vi si riscontra un valore oggettivo, in quanto proposta di dottrina-itinerario da percorrere e un valore soggettivo come presentazione originale e personale di un contenuto spirituale collaudato nei secoli dalla tradizione della Chiesa » (dalla presentazione di Luigi Borriello).
UNA RACCOLTA DELLE OMELIE DI BALDUCCI IN MERITO ALLA LITURGIA DELLA PAROLA.
Il libro
«Contemplazione che sovrabbonda in azione.
Ecco la formula che M. ha trovato per comporre in una sintesi superiore le due realtà che qualcuno vorrebbe porre in antitesi.
L'azione vera è solo quella che nasce dalla contemplazione.
E la vera contemplazione porta necessariamenteall'azione. Un momento chiama l'altro.
Come la causa si rivela nell'effetto. Come l'amore
richiama l'amore. Vivere con l'animo del contemplativo nel tramestio di una metropoli.
Ecco l'ideale del cristiano, a cui corrisponde costantemente un bisogno sempre crescente: passare dal dinamismo dell'azione alla luce della contemplazione. L'orazione, oggi, non può non tener conto dell'azione. Se l'azione rischia di togliere agli uomini il gusto della preghiera può anche introdurre alla preghiera stessa; l'azione può talvolta offuscare la presenza divina, ma spesso ne proclama, anche duramente, la necessità.
Il santo del nostro tempo utilizza l'azione come un perpetuo controllo delle sue incongruenze e delle sue insufficienze.
Solo quando l'uomo ha realizzato in sé questa unità è capace di opere veramente valide» (dalla Introduzione).