Il primo libro dei Maccabei nella Nuova versione della Bibbia dai testi antichi, con testo a fronte e un ricco apparato di introduzione, note e commento realizzato da Marco Rossetti. Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
La lettera ai Colossesi, così come quella agli Efesini, colpisce il lettore per uno stile che si discosta dalle altre grandi lettere paoline. La ridondanza, i lunghi periodi con frasi relative e proposizioni participiali a cascata, l'abbondanza di complementi a catena con il genitivo, il vocabolario per certi versi ampolloso, l'utilizzo di materiale di origine liturgica o catechetica, differiscono in effetti dallo stile nervoso, ellittico, paradossale e conciso che caratterizza spesso le altre missive di Paolo. Per di più Colossesi non usa esplicitamente le Scritture di Israele. Per contro, i caratteri che contraddistinguono sovente il genere epistolario paolino sono presenti anche in Colossesi: l'indirizzo iniziale, l'azione di grazie per la vita della comunità, il corpo principale della lettera di tenore dottrinale, le esortazioni etiche, le notizie personali e dei suoi collaboratori e i saluti conclusivi. Quindi se lo schema epistolare corrisponde fondamentalmente a quello che conosciamo dalle altre lettere di Paolo, lo stile invece se ne discosta. Questa rilevazione ha, nella storia dell'esegesi, messo in dubbio la paternità paolina della lettera. Occorre però notare che il carattere stesso dello scritto offre il motivo di uno stile particolare. L'esigenza di mettere in luce il mistero di Cristo nella sua sovrabbondanza e efficacia esige uno stile come quello che riscontriamo in Colossesi che è appunto sovrabbondante, ridondante, con frasi ampie e vocabolario che imprime l'idea di pienezza.
A ragione la lettera ai Romani è considerata uno degli scritti più importanti delle origini cristiane, punto di riferimento continuo della teologia fino ai nostri giorni. Basti pensare al ruolo che questa lettera ebbe nella conversione e nella riflessione di Agostino d'Ippona, oppure nell'ispirazione della riforma protestante di Lutero, o ancora nel superamento della teologia liberale avvenuto con il commento che ne fece Karl Barth (1922). Di fatto è lo scritto paolino più lungo, quasi certamente l'ultimo composto dall'apostolo e, anche se presenta alcuni temi rintracciabili in altre lettere (specialmente Galati), il tono è in qualche modo diverso dalle altre. Tra tutte è la meno legata a circostanze concrete della comunità a cui si rivolge, e ciò, almeno in parte, è dovuto al fatto che Paolo non ne era stato il fondatore e che al momento in cui scrive non l'aveva ancora visitata; forse proprio per questo, mentre emergono meno le questioni contingenti, risulta essere la più "pensata" e quindi strutturata secondo un disegno ben preciso, per cui alla fine si rivela come una sintesi particolarmente riuscita, anche se non completa, della teologia dell'apostolo, o per lo meno della sua ermeneutica del Vangelo.
La lettera agli Ebrei, secondo una ormai nota espressione di E. Grässer, non è una lettera, non è di Paolo, né è stata inviata agli ebrei. È invece un magnifico e dotto "discorso di esortazione" (cfr. Eb 13,22) sul sacerdozio di Cristo, messo per iscritto e poi inviato a cristiani vittime di opposizioni e persecuzioni, bisognosi di una parola di incoraggiamento e di consolazione per rimanere saldi in Gesù, "autore e perfezionatore" della loro fede (12,2), unico mediatore tra Dio e gli uomini. Il titolo "Agli Ebrei" (Pròs Hebraíous) non fa parte dell'opera, ma è stato aggiunto successivamente. Infatti, non c'è alcun riscontro nel testo di questo nome o di quello di "giudei" oppure di "Israeliti", né ci sono allusioni a pratiche loro proprie come la circoncisione. Inoltre, non è indicata la regione in cui i destinatari vivono, né le loro origini etniche. Non si sottolinea, altresì, alcuna distinzione tra giudei e pagani. Ciò che è certo è che il predicatore si rivolge a dei cristiani (cfr. 3,14) - e cristiani di lunga data (cfr. 5,12) - i quali sono esortati a rimanere saldi nella fede in Cristo contro tendenze giudaizzanti di ritorno. Proprio questo aspetto, insieme a una conoscenza approfondita del culto giudaico, ha fatto pensare che l'autore si rivolgesse alla comunità di ebrei.
Vivace nel tono, omogenea nella tematica affrontata, relativamente contenuta quanto a estensione, la lettera ai Galati presenta sicuri motivi d’interesse per il lettore. Qui è presentata in una nuova traduzione fedele ai testi antichi (con testo
a fronte), accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico- teologico. Lo studio della lettera sul piano storico permette di conoscere uno spaccato della vita dell’apostolo, delle sue comunità e dei conflitti presenti. Capirne la ragione permette di comprendere le dinamiche insite nella nascita delle comunità dei credenti in Cristo. Il piano teologico, elaborato nella lettera a partire proprio da tale conflitto, porta invece a considerazioni assolutamente fondanti, in ogni epoca, per la vita di fede.
L'autore
Stefano Romanello, licenziato in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico in Roma e dottorato in Teologia Biblica alla Pontificia Università Gregoriana in Roma, è docente di Esegesi del NT presso la Facoltà Teologica del Triveneto, sede di Udine (ITA di Gorizia, Trieste e Udine). Inoltre insegna nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano), nella sede centrale della Facoltà Teologica del Triveneto (Padova), e presso l’ISSR di Udine. È membro dell’Associazione Biblica Italiana e del Colloquium Oecumenicum Paulinum (Abbazia di San Paolo fuori le Mura, Roma). Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Una legge buona ma impotente. Analisi retorico-letteraria di Rm 7,7-25 nel suo contesto, Bologna 2000; Lettera agli Efesini, Milano 2003; L’identità dei credenti in Cristo secondo Paolo, Bologna 2011; con Rinaldo Fabris, Introduzione alla lettura di Paolo, Roma 20092.
Negli ultimi quarant'anni circa, la ricerca sul secondo libro dei Maccabei ha ricevuto un notevole impulso, rimuovendo vecchi pregiudizi che avevano portato per lungo tempo a considerarlo inferiore al primo libro dei Maccabei e causando una nuova consapevolezza del suo valore storico-letterario. Rispetto alla lettura convenzionale del passato, Doran sottolinea almeno tre motivi di particolare interesse: il titolo, che non indica affatto la continuazione del primo libro dei Maccabei, ma racchiude un racconto piuttosto differente nello stile e nel contenuto; il genere, che non caratterizza un'opera storica in senso moderno, ma che si ispira piuttosto allo scopo parenetico ed esortativo di invitare i suoi lettori a seguire fedelmente le tradizioni ancestrali dell'ebraismo; la struttura stessa del libro, che è composto di due parti più brevi, le due lettere, e una più ampia, la narrazione. Seguendo i criteri della collana ("Nuova versione della Bibbia dai testi antichi"), il volume offre un'ampia introduzione, il testo antico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro.
La Prima lettera ai Corinzi, così chiamata perché destinata "alla Chiesa di Dio che è a Corinto" (1Cor 1,1), è uno dei sette scritti epistolari di sicura paternità paolina insieme alla Prima lettera ai Tessalonicesi, alla Seconda lettera ai Corinzi e alle lettere ai Filippesi, a Filemone, ai Galati e ai Romani. Ciò nonostante, non sviluppa alcuni temi tipici di altre lettere paoline, come quelli che caratterizzano le lettere ai Galati e ai Romani. Questo perché i problemi sorti all'interno della Chiesa corinzia erano diversi da quelli che Paolo dovette affrontare scrivendo ad altre comunità cristiane. Il volume offre un'ampia introduzione, il testo antico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro.
Il vangelo secondo Matteo è stato sempre considerato il vangelo per eccellenza, il «primo vangelo», e non solo perché apre il canone del Nuovo Testamento, ma soprattutto perché (con Giovanni) è stato il vangelo più commentato dai Padri, anche se per un vero e proprio commentario si dovrà attendere Origene, intorno al 240. Quello di Matteo però non è semplicemente un racconto come
ma una vera e propria «biografia», che in parte ricalca quelle antiche, pur non riprendendone alcune caratteristiche, quali la descrizione fisica del personaggio o l’introspezione psicologica dello stesso.
Seguendo i criteri della Collana (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi), il volume offre un’ampia introduzione, il testo antico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro.
Il volume presenta il testo antico a fronte, una traduzione moderna e fedele al testo antico e un ricco apparato di note filologiche e di commento.
IL CURATORE
Giulio Michelini, frate minore, insegna Nuovo Testamento all’Istituto Teologico di Assisi. Ha studiato alla Facoltà di Lingue dell’Università di Perugia (dove ha lavorato sulla traduzione verso il gotico del Vangelo secondo Matteo), alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Teologia biblica, e al Bat Kol Institute di Gerusalemme. È autore di diversi articoli scientifici e - insieme ai coniugi Gillini e Zattoni - di due commenti biblici destinati alle coppie: La lotta tra il demone e l’angelo (Cinisello Balsamo 2007); Rut. La straniera coraggiosa (Cinisello Balsamo 2009, con un contributo di Massimo Cacciari).
Cronache, a cura di Claudio Balzaretti, con testo ebraico a fronte, note filologiche e note di commento. Conclude il testo la consueta appendice sulla liturgia.
Quelli che per noi sono i due libri delle Cronache nel testo masoretico costituiscono un solo libro; la divisione in due libri è stata adottata per il testo ebraico a partire dalle prime bibbie stampate. Il titolo greco «Le cose tralasciate» (paraleipómena) ha segnato la sorte di questo libro presso i lettori, perché è stato letto come un supplemento ai libri di Samuele e dei Re, in quanto, accanto alle parti parallele o sinottiche con quei libri, esso riporta altro materiale relativo soprattutto al culto La collana Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi, curata da noti biblisti italiani, riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale filologico e da un ampio commento esegetico-teologico.
La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
L'autore
Claudio Balzaretti (1956), laureato in lettere classiche, è ordinario per l’insegnamento di filosofia e storia nei licei statali. Presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma ha difeso una tesi di dottorato sulla versione siriaca del libro di Esdra-Neemia. Si occupa soprattutto di esegesi dei libri storici dell’Antico Testamento, ha pubblicato commenti a Esdra-Neemia (Milano 1999 e 2010), Cronache (Roma 2001), Re (Roma 2002 e Padova 2008), Maccabei (Padova 2004) e ha collaborato a recenti introduzioni all’Antico Testamento in lingua italiana. Applicando un metodo filologico allo studio di diversi fenomeni ha anche pubblicato articoli su varie riviste, italiane e straniere, e due libri: “Missa”. Storia di una secolare ricerca etimologica ancora aperta (Roma 2000) e Il Papa, Nietzsche e la cioccolata. Saggio di morale gastronomica (Bologna 2009).
Seconda parte del volume della Genesi, a cura di Federico Giuntoli, con testo ebraico a fronte, note filologiche e note di commento. Conclude il testo la consueta appendice sulla liturgia.
La collana Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi, curata da noti biblisti italiani, riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre
ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale filologico e da un ampio commento esegetico-teologico.
La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
L'autore
Federico Giuntoli è professore invitato di esegesi dell’Antico Testamento alla Pontificia Università Urbaniana e al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Presso l’Istituto Biblico ha conseguito sia la Licenza che il Dottorato in Scienze Bibliche con una tesi sul libro della Genesi moderata dal prof. Jean- Louis Ska. È autore di vari contributi, particolarmente nel suo campo di specializzazione: il Pentateuco. Per le Edizioni San Paolo, insieme ad altri volumi, ha recentemente pubblicato un saggio di riflessioni bibliche: L’anima dei luoghi. Un itinerario biblico dal “deserto” al “giardino” (2009), alcune voci del Dizionario dei Temi Teologici della Bibbia (2010), le introduzioni
e le note di commento ai libri del Pentateuco nella Bibbia Via Verità Vita (2012) e ha curato il volume Genesi 1,1-11,26 nella Nuova versione della Bibbia dai testi antichi (2013).
Il volume presenta il testo ebraico e la nuova traduzione italiana del Libro dei Proverbi,un saggio introduttivo, un ricco apparato di note filologiche e di commento, un approfondimento di carattere liturgico.
Fa parte della collana “Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi”.
Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali.
I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini. Questo primo volume dedicato alla Genesi comprende i primi 11 capitoli del libro, dalla creazione alla torre di Babele; le storie dei patriarchi, da Abramo in poi, saranno accolte in un volume successivo. «Il principio (arché) è la parte più importante di ogni opera»: è in questo modo che Platone (circa 427-348/7 a.C.), nella sua «Repubblica» (cfr. II,377a), assunse a sapere filosofico quanto potrebbe apparire un’arbitraria evidenza.Affrontare il primo dei libri del canone ebraico (come di quello antico testamentario cristiano) significa proprio penetrare nelle frontiere liminali degli inizi assoluti e archetipali: le origini del cielo, della terra e di tutto il mondo creato e, dunque, dello spazio -, le origini del tempo, dell’umanità, della trasgressione, del lavoro, del culto, della violenza, della preghiera, dell’atto di fede, dell’agire pedagogico di Dio, della superba ribellione dell’uomo; dello stesso Israele,il popolo di elezione diYHWH.È proprio a tutto questo,infatti,che si viene a preludere e a introdurre con l’arcano reshit del Testo Masoretico, il «principio», l’arché della traduzione greca della Settanta, ovvero con il termine che inaugura sia l’intero libro della Genesi (cfr. 1,1a) che, di conseguenza, la totalità di tutte le altre parole contenute nella Scrittura.
Il volume presenta il testo greco delle Lettere di Giovanni e della Lettera di Giuda, la traduzione italiana, un saggio introduttivo, un ricco apparato di note filologiche e di commento, un approfondimento di carattere liturgico.
La collana "Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi"
Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali.
I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
L'Autore
Matteo Fossati nato a Monza il 5 dicembre 1973, ha conseguito presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale la Licenza in teologia (indirizzo di Studi Biblici) con la tesi: Un vangelo in due parole. Le beatitudini giovannee (Gv 13,17; 20,29): sorgente e specchio di vita cristiana. È docente di Greco biblico presso il Seminario Teologico Internazionale del PIME a Monza e insegnante di religione nella Scuola Secondaria di primo grado. Scrive articoli e tiene conferenze di argomento biblico, con particolare attenzione alla letteratura giovannea. Ha pubblicato un libro di testo per l’insegnamento della religione cattolica, Alza lo sguardo! (2009), e ha collaborato con la redazione biblica delle Edizioni San Paolo, per opere come I quattro vangeli. Una “bella notizia- da leggere insieme (2008) e il Dizionario Temi teologici della Bibbia (2010).
Dal punto di vista storico e letterario, il libro di Isaia è il più complesso e problematico dei libri profetici. Diverse le interpretazioni sulla sua genesi e sulla sua struttura: si tratta di un unico libro, di due o di tre libri? Il curatore di questa edizione propone una suddivisione del libro in due parti quasi uguali, ciascuna composta di cinque sezioni o sottounità, che, considerata la diversità di ambientazione storica, qualcuno ha anche proposto di chiamare l’«Isaia assiro» (VIII secolo a.C., ovvero le profezie di sventura che si sono già realizzate) e l’«Isaia babilonese» (VI secolo a.C., ovvero le profezie di consolazione che devono ancora realizzarsi), ma che è preferibile considerare come le due parti di uno stesso libro.
La collana "Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi"
Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali.
I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
"Il libro di Isaia in una nuova traduzione fedele ai testi antichi con testo a fronte in lingua originale".
L'Autore
Alberto Mello (Comunità di Bose) è professore invitato di esegesi dell’Antico Testamento presso lo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme. Si è occupato soprattutto del vangelo di Matteo, dei Profeti e dei Salmi. Per le edizioni Qiqajon ha pubblicato: Evangelo secondo Matteo (1995); I Salmi: un libro per pregare (1998); La passione dei Profeti (2000); L’amore di Dio nei Salmi (2005); Leggere e pregare i Salmi (2008), che è un commentario midrashico-rabbinico al Salterio. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato Isaia. Introduzione, traduzione e commento (2012).
Il volume presenta il testo ebraico del Libro delle Lamentazioni, la traduzione italiana, un saggio introduttivo, un ricco apparato di note filologiche e di commento, un approfondimento di carattere liturgico.
Il testo fa parte di una nuova collana, curata da noti biblisti italiani, che riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico- teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
Destinatari
Religiosi, gruppi di lettura biblica, biblioteche, semplici credenti.
Autore
Elzbieta M. Obara ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, la Licenza e il Dottorato in Scienze Bibliche nel Pontificio Istituto Biblico. Attualmente offre corsi e seminari nella Pontificia Università Gregoriana e nella Pontificia Università Urbaniana. Ha pubblicato: Le strategie di Dio. Dinamiche comunicative nei discorsi divini del Trito-Isai (Roma 2010).
Abdia, Giona, Michea, tre libri profetici della Bibbia. Ogni testo è preceduto da un’introduzione e da una bibliografia, ed è presentato nell’originale ebraico e nella nuova traduzione italiana, con un ricco apparato di note filologiche e di commento. Completa l’opera un’appendice dedicata all’uso dei tre libri nella liturgia odierna.
Destinatari
Religiosi, gruppi di lettura biblica, biblioteche, semplici credenti.
Autore
Donatella Scaiola ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico.Attualmente, è professore straordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontifica Università Urbaniana. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite”. Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma 2002; Rut, Giuditta, Ester, Padova 2006; “Servire il Signore”. Linee di una teologia biblica della missione nell’Antico Testamento, Roma 2008, Rut, Milano 2009. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale.
Annotazioni e commento sono scanditi secondo due livelli:
Il primo, filologico-testuale-lessicografico, offre puntualizzazioni legate alla critica testuale (riprendendo le varianti testuali più significative), approfondisce il significato di alcuni termini, tenendo conto dell’influsso del contesto su di essi.
Il secondo, esegetico-teologico, tiene presenti le unità letterarie del testo biblici. Fornisce la struttura delle parti, per poi procedere al commento delle sezioni che le compongono e dei brani in cui queste ultime sono articolate. Il testo viene commentato evidenziandone gli aspetti teologici e mettendo in evidenza, la dove lo si ritiene opportuno, il nesso tra Antico e Nuovo Testamento, rispettandone però la reciprocità.
L’introduzione segue una precisa articolazione: a) il titolo, l’importanza e il posto del libro nel canone; b) la struttura e gli aspetti letterari del libro (stile, generi...); c) le linee teologiche fondamentali; d) gli aspetti maggiormente legati alla diacronia (data, autore, storia della composizione, versioni testuali, trasmissione).
Destinatari
Studiosi, ricercatori,sacerdoti, gruppi di let- tura biblici.
Autrice
Laila Lucci, biblista, è docente di Lingua Ebraica e Libri Sapienziali presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini. Per questa Serie ha seguito anche il volume dedicato al profeta Gioele.
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Annotazioni e commento sono scanditi secondo due livelli:
Il primo, filologico-testuale-lessicografico, offre puntualizzazioni legate alla critica testuale (riprendendo le varianti testuali più significative), approfondisce il significato di alcuni termini, tenendo conto dell’influsso del contesto su di essi.
Il secondo, esegetico-teologico, tiene presenti le unità letterarie del testo biblici. Fornisce la struttura delle parti, per poi procedere al commento delle sezioni che le compongono e dei brani in cui queste ultime sono articolate. Il testo viene commentato evidenziandone gli aspetti teologici e mettendo in evidenza, la dove lo si ritiene opportuno, il nesso tra Antico e Nuovo Testamento, rispettandone però la reciprocità.
L’introduzione segue una precisa articolazione: a) il titolo, l’importanza e il posto del libro nel canone; b) la struttura e gli aspetti letterari del libro (stile, generi...); c) le linee teologiche fondamentali; d) gli aspetti maggiormente legati alla diacronia (data, autore, storia della composizione, versioni testuali, trasmissione).
Destinatari
Studiosi, ricercatori,sacerdoti, gruppi di lettura biblici.
Autore
Marida Nicolaci ha conseguito la Licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Bibilco e il dottorato in Teologia biblica presso la Facoltà Teologica di Sicilia dove insegna esegesi del Nuovo Testamento. La sua ricerca si concentra in modo particolare sugli scritti giovannei. Per i tipi della Città Nuova ha pubblicato nel 2007: Egli diceva loro il Padre. I discorsi con i Giudei a Gerusalemme in Giovanni 5-12. È membro dell’Associazione Biblica Italiana e collabora con varie riviste scientifiche
Il libro dell’Apocalisse chiude il canone delle Scritture e riassume simbolicamente l’intera rivelazione biblica proponendo una complessa rilettura cristiana dell’Antico Testamento.
L’evento di Gesù è stato, infatti, interpretato dalla comunità apostolica con i testi delle Scritture, ma a loro volta queste pagine bibliche sono state comprese in modo più profondo alla luce della persona e della vicenda del Messia.
L’ultimo libro del Nuovo Testamento, perciò, si presenta come la rivelazione offerta da Gesù Cristo su se stesso: ovvero il grande annuncio dell’intervento definitivo di Dio attraverso la presenza potente e operante del Signore risorto nelle dinamiche storiche sino al compimento finale.
Questo volume fa parte della Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi, collana curata dai maggiori biblisti italiani.
Destinatari
Studiosi, ricercatori,sacerdoti, gruppi di lettura biblici
Autore
Claudio Doglio. Nato a Savona nel 1959, è presbitero diocesano; laureato in Lettere Classiche, ha conseguito la licenza in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico e il dottorato in Teologia Biblica all’Università Gregoriana. È docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, nelle sedi di Genova e Milano, e all’Istituto di Scienze Religiose di Chiavari. Condirettore e redattore della rivista “Parole di Vita”, ha pubblicato diversi articoli e studi biblici, in particolare sull’apocalittica, fra cui: Il primogenito dei morti. La risurrezione di Cristo e dei cristiani nell’Apocalisse di Giovanni(Bologna 2005).
La raccolta delle lettere di Paolo conserva due scritti indirizzati alla chiesa di Tessalonica, a quel tempo capitale della Macedonia e città importante per la posizione sulle vie di comunicazione. Scritta nel 50 o 51, la Prima lettera - la più antica lettera paolina e il più antico testo del Nuovo Testamento - racconta il primo annuncio del vangelo alla città, sostiene la fede e l’amore e alimenta la speranza nel ritorno del Signore. La Seconda lettera - della cui autenticità molti dubitano - incoraggia a perseverare nelle tribolazioni, in attesa del giusto giudizio del Signore, senza illudersi che il suo giorno sia già arrivato e senza trascurare il lavoro. Il commento esegetico e spirituale che accompagna i due testi paolini per la sua chiarezza e profondità offre illumi- nanti spunti di riflessione.
Questo volume fa parte della Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi, una nuova collana curata dai maggiori biblisti italiani.
Destinatari
Studiosi, ricercatori, sacerdoti, gruppi di lettura biblici.
Autore
Filippo Manini. Ha conseguito il dottorato al Pontificio Istituto Biblico e insegna esegesi e lingue bibliche allo Studio Teologico Interdiocesano e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Reggio Emilia.
Ha collaborato alla nuova Bibbia CEI e alla nuova edizione italiana della Bibbia di Gerusalemme.
Tra le pubblicazioni ricordiamo, nel 2006, Prima lettera di Giovanni: testo strutturato (Sussidi biblici 92) per le Edizioni San Lorenzo.