Il libro
Chi scrive, cerca di accompagnarci fraternamente a vivere i vari momenti della celebrazione suggeriti dalla liturgia, per evitare il pericolo di restare semplici spettatori mentre siamo chiamati a coinvolgerci come attori intorno al protagonista Gesù perché l’azione sacra ci porta all’emozionante incontro con lui, così da poter comprendere, secondo l’espressione di san Paolo “quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza, la profondità dell’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza” (Ef 3,18). Come è possibile uscire indifferenti dalla Messa come da un qualunque ritrovo? Se ciò avviene è assai probabile che noi non l’abbiamo capita e tanto meno vissuta. Non è una delle tante cerimonie religiose: è il cuore del Cristianesimo che dà impulso ad ogni nostra esperienza spirituale, dove si attinge la forza, l’energia necessaria alle nostre battaglie per celebrare le nostre vittorie, dove ci è permesso ciò che più di ogni altra cosa dovremmo desiderare: l’incontro con lo stesso Signore Gesù. Essa rimane per tutti un grande Mistero dal quale tuttavia si sprigiona una luce che inonda il nostro cammino, una fiamma che incendia il nostro cuore. Gesù ci ha concesso di celebrarla come suo memoriale – “Fate questo in memoria di me!”. Da essa esce quel fuoco che Egli è venuto a portare sulla terra e vuole che divampi nel mondo. Desidera che ci facciamo avvolgere da questo fuoco del suo amore perché non ci vuole servi ma amici, chiamati ad una stupenda esperienza di comunione con lui. Se l’amicizia umana tocca così profondamente il nostro cuore, che cosa sarà quella di Dio? Gesù ci risponde ancora con il suo invito: “Venite e vedrete” (Gv 1,39). Con questo desiderio si va alla Messa.
Il libro
«Suscita forte simpatia questo umile pescatore di Betsaida scelto da Gesù a guidare la sua Chiesa. Ce lo sentiamo vicino, somigliante, nei momenti di entusiasmo del nostro rapporto di amicizia con Cristo, quando non vediamo altra scelta che seguirlo, quando siamo disposti a lasciare tutto per Lui, a rischiare anche la vita per restargli fedeli, quando sentiamo di poter ripetere anche noi le sue parole: "Signore, tu sai tutto,tu sai che ti amo!". Ma ce lo sentiamo vicino, somigliante, anche nei momenti di ripugnanza al dolore, nella paura di soffrire, nella mancanza di coraggio, nella debolezza di fronte alla tentazione, nella tristezza del rinnegamento, nell'amarezza di un cuore contrito e di un volto rigato dal pianto ("Flevit amare... Pianse amaramente" Mt 26,75).
Sì, ci ritroviamo in quest'uomo che porta in sé eroismo e paura, coraggio e debolezza, fedeltà e tradimento, capace della più forte generosità e vittima della sua fragilità; capace di comandare e di obbedire, di accettare i rimproveri di Paolo come la sua fraterna amicizia, di provare la fatica nell'adeguarsi alla volontà di Dio e la gioia di abbandonarsi totalmente alla sua parola ("Sulla tua parola getterò le reti"); di sentirsi chiamare da Gesù, a volte beato, a volte satana! Dio sa fare cose grandi anche con la debolezza umana. E Pietro è un profondo miscuglio di difetti e di valori, d'impulsività e di fermezza, di fede e di dubbio, di amore interessato e di amore incondizionato...».
LA SCELTA E L IMPOSIZIONE DEL NOME PORTA CON SH ANCHE UNA MISSIONE DI VITA, UN IMPEGNO, UNA PROMESSA, RENDE UNICA OGNI PERSONA; IL NOME, COME ACCADDE A PIETRO, E`UN SEGNALE, UN IMPEGNO, UN MESSAGGIO DA TRASMETTERE AL PROPRIO PROSSIMO. LA SCELTA DEL NOME DI OGNI NASCITURO COMPORTA UN SUO ESSERE INVESTITO DA UNA MISSIONE", UN INCARICO; IL NOME E`PRESAGIO, AUGURIO; GESU`HA CHIAMATO PIETRO PER AFFIDARGLI UN COMPITO, PER CONCEDERGLI FIDUCIA, PER ACCENDERE IN LUI IL FUOCO D' "
Il libro
«Vorrai concedermi la tua benevolenza, caro confratello, se oso offrirti queste pagine. Nel tuo cuore potrai averne di più belle, ma accettale ugualmente.
Nel nostro quotidiano parlare con Dio, per la nostra preghiera, a noi presbiteri è dato ben altro: il grande libro della "Liturgia delle ore" che accompagna quasi fisicamente e certo spiritualmente i vari momenti della nostra giornata guidando e ispirando il nostro dialogo con Lui.
Quello che stai per leggere, è qualcosa di molto semplice. Potrebbe, qualche volta, risultare utile e farci sentire fraternamente vicini nei nostri momenti d'intimità con Dio.
Come un bimbo corre dai genitori per raccontare loro le sue gioie e le sue tristezze, così può succedere a noi di sentire il bisogno di parlare con Dio delle nostre vicissitudini, di esprimergli il nostro affetto, la nostra gratitudine, di guardare a Lui come alla nostra "roccia", alla nostra sicurezza in mezzo a tante difficoltà, a tanti pericoli, per poi ascoltarne la voce e sentirci avvolti dalla sua luce e dal suo amore. In questo semplice rivolgerci a Lui, come a un Padre, nasce ogni preghiera» (EZIO MOROSI).