San Francesco è oggi più che mai uno dei personaggi chiave per comprendere come si vada configurando il cristianesimo all'inizio del terzo millennio. Con la semplicità, la mitezza e l'intenso fuoco interiore che hanno contraddistinto la sua vita, ancora dopo otto secoli attrae nel santuario di Assisi migliaia di persone ogni anno. In queste pagine, ricche di testimonianze letterarie e pittoriche, si delineano i luoghi che ha visitato, gli incontri che ha fatto, i gesti e le parole con cui ha formulato il suo messaggio, esplicitando quelli che sono stati il suo percorso personale e al contempo la sua rivoluzione culturale. Un libro che conduce a riflettere sul «ribelle» Francesco, e insieme mostra il volto del cristianesimo delle prossime generazioni.
Tra il 1940 e il 1945 l'Italia subisce pesanti bombardamenti alleati. Le vittime civili sono almeno 70.000, probabilmente molte di più. Eppure la pioggia di bombe che ha flagellato il Paese, da Sud a Nord, è andata incontro a una sorta di rimozione collettiva. Questo libro - qui presentato in una edizione completamente rivista, aggiornata e arricchita di dati - narra la storia della guerra aerea sulla Penisola accompagnando l'analisi della strategia, della tattica, delle finalità e delle premesse ideologiche dei bombardamenti con il racconto della vita sotto i lanci, attraverso testimonianze di prima mano. Accuratissimo nella ricostruzione dei fatti, "L'Italia bombardata" è anche un vibrante romanzo della memoria, un punto di riferimento nella storiografia sulla Seconda guerra mondiale in Italia.
La democrazia di Atene contro l'aristocratica Sparta nella terribile "guerra mondiale" dell'antichità. «Basandosi sulla sua incomparabile cultura di classicista, studioso delle relazioni internazionali e storico militare, Kagan in questo volume ci accompagna attraverso un racconto epico fatto di abbagli, superbia e audacia strategica.» The Washington Post.
Riproposto, a vent'anni dalla scomparsa di Sogno, con una nuova introduzione di Aldo Cazzullo, Testamento di un anticomunista è un libro fondamentale per capire un ampio capitolo del nostro recente passato («Finalmente un mistero italiano risolto» ebbe a dire Michele Serra), ma anche la figura di un uomo che ha attraversato le vicende della nazione.
«Credo sia arrivato il momento di non tacere più nulla. Iniziando l'organizzazione militare per lo strappo al vertice sul modello gollista, io non avevo dubbi di compiere un atto dovuto.»
È il 1998 quando Edgardo Sogno chiede ad Aldo Cazzullo di collaborare alla stesura delle sue memorie. Nasce così questo libro, nel quale rivivono le tradizioni di una famiglia risorgimentale, la Torino fascista e quella antifascista, la guerra di Spagna, la Resistenza. Ma soprattutto il progetto di quel "golpe bianco" che, negli anni Settanta, avrebbe dovuto fare dell'Italia una Repubblica presidenziale. Testamento di un anticomunista, riproposto, a vent'anni dalla scomparsa di Sogno, con una nuova introduzione di Aldo Cazzullo, è un libro fondamentale per capire un ampio capitolo del nostro recente passato («Finalmente un mistero italiano risolto» ebbe a dire Michele Serra), ma anche la figura di un uomo che ha attraversato le vicende della nazione.
Con capacità narrativa e rigore storico, John Julius Norwich ci offre con questo libro un affresco affascinante della lunga storia di Bisanzio: dal suo inizio nel 330, quando Costantino il Grande trasferì la capitale dell'impero da Roma al vecchio porto greco di Bisanzio, in Asia Minore, ribattezzandolo Costantinopoli; alla sua affermazione come il primo e più duraturo impero cristiano; fino agli ultimi giorni eroici della sconfitta definitiva, inflitta dai turchi nel 1453. In quei mille e più anni ci sono stati interi secoli di sangue, in cui l'impero ha lottato per la sopravvivenza; secoli di controversie, in cui si è dibattuto sulla natura di Cristo e della Chiesa; secoli di erudizione, in cui gli studiosi e gli scribi hanno mantenuto viva e conservato la cultura del mondo classico; e, soprattutto, secoli di grande creatività, in cui il genio bizantino ha prodotto una pittura e un'architettura di una profondità spirituale incomparabile. La biografia di "Bisanzio", classico della divulgazione storica, è il racconto di una delle più grandi civiltà perdute e della sua straordinaria eredità culturale.
La guerra dei Trent'anni è stata una fase di mutamenti profondi nella storia europea: da un lato una rivoluzione militare, che ha portato al modo di combattere moderno; dall'altro una rivoluzione nei sistemi di comunicazione, con giornali, pamphlet, fogli che si diffondono nei luoghi più sperduti, dando inizio alla propaganda e ai mezzi di comunicazione di massa. E molte persone semplici imparano a leggere e scrivere: se conosciamo le guerre precedenti grazie alle narrazioni di chi aveva il potere, per la prima volta il conflitto del 1618-48 ci viene raccontato anche dagli umili, e per questo ci appare ancora più crudele. È questo punto di vista che Christian Pantle esamina nel suo libro, partendo da due documenti: il diario di un soldato, Peter Hagendorf, e quello del monaco bavarese Maurus Friesenegger. Hagendorf riferisce la guerra combattuta: nei ventitré anni di attività militare, percorse almeno 22.400 chilometri tra Germania, Italia e Francia, cambiò campo due volte, prese parte a violenze, saccheggi, vide streghe ardere sul rogo, ma seppe anche entusiasmarsi per le bellezze dei paesaggi e delle città che attraversava, e persino dedicarsi con abnegazione alla famiglia. Friesenegger esprime invece la disperazione delle popolazioni civili nel continente devastato da un conflitto che sembrava non finire mai e descrive in maniera vivida le alterne vicende della vita di paese: le sciagure al sopraggiungere degli eserciti, e le fasi di trepida pace quando le armate si allontanavano. Pantle combina i due resoconti in un'unica grande storia, offrendoci una finestra sulla vita quotidiana e sulla mentalità del XVII secolo.
Rustichello si è già fatto parecchi anni di galera. Marco c'è capitato da poco, in prigione, ostaggio dei genovesi. Che debba proprio finire così, in gattabuia, dopo tutti quegli anni spesi tra giade, ori, principesse e cavalieri? Se uscire non si può, non rimane che cavarsene fuori, dalla miseria della detenzione, a forza di storie e di ricordi. Marco racconta, Rustichello, che è scrittore di professione, scrive parola per parola. Qua e là taglia, aggiusta, cuce frasi, ci mette un po' di suo. La specialità di Rustichello, pisano, sono i romanzi cavallereschi. Marco ha un'altra specialità. Sa vedere. Il Milione, nato quasi per caso nelle carceri genovesi, nel 1298, non è solo il più famoso libro di viaggi della storia occidentale. Quello che lo rende unico è lo sguardo di Marco. Uno sguardo acuminato, preciso come un registro mercantile, capace di tener conto anche dei dettagli più minuti: di come venga montata una tenda nella steppa, di quanto costino le perle, del galateo dei banchetti mongoli. Ma anche uno sguardo morbido. Marco sa essere pietoso, simpatico, aperto. Ha lasciato Venezia da ragazzo, assieme al padre e allo zio. Allora non poteva saperlo, ma avrebbe rivisto i marmi di San Marco solo 24 anni più tardi. Si è avviato verso terre lontanissime per raccogliere onore, conoscenza e, perché no, profitto. L'entusiasmo per le infinite novità e le continue scoperte cancella ogni nostalgia di casa. Scoprire, capire, raccontare, questa è la sua missione. Strada facendo, Marco ha incontrato una folla di uomini e donne di cui non si sapeva nulla, né a Venezia né in tutta Europa, molto diversi per consuetudini alimentari, economiche, sociali, famigliari e sessuali, spesso in stridente contrasto con quelle dell'Occidente cristiano. Li ha visti com'erano, senza volerli per forza trasformare in qualcosa d'altro, più facile da capire e da accettare. Giulio Busi accompagna Marco Polo lungo le carovaniere d'Oriente, alla corte del Gran Qan, in città remote dai tetti lucenti. Lo segue con l'abituale scrupolo per le fonti, annotando meticolosamente e con consumata maestria narrativa ogni tappa, ogni evento. Tanto viaggiare ha uno scopo ben preciso: catturare lo sguardo di Marco. Per rivedere quello che lui ha visto, con i suoi occhi. E per imparare a osservare il nuovo, il diverso, l'altro senza timori e con la stessa limpida meraviglia.
Un uomo alto due metri, massiccio, con una folta barba rossa, vestito alla turca, entra per primo, dopo tremila anni, nella tomba di Sethi I. Ha trentanove anni e una vita romanzesca alle spalle. È nato a Padova, ha fatto il barbiere, ha studiato idraulica, lavorato in teatro a Londra e in giro per l'Europa. Si chiama Giovanni Battista Belzoni, ma nel vecchio continente tutti lo conoscono come «The Great Belzoni». È senza dubbio il primo grande archeologo italiano in Egitto, forse uno dei più grandi in assoluto nell'età più avventurosa della «corsa» al Paese dei faraoni, a cavallo tra Settecento e Ottocento, l'età della spedizione napoleonica e delle scoperte di Champollion. Questa biografia porta alla luce uno dei personaggi centrali nella storia dell'incontro fra Europa ed Egitto: dalle esibizioni sulla ribalta come «Sansone Patagonico» al recupero della testa di Ramses II e al dissabbiamento del tempio di Abu Simbel, dalla soluzione dell'enigma della piramide di Chefren fino alla morte solitaria in Nigeria, nel tentativo di raggiungere la mitica Timbuctu. Grazie a numerosi documenti inediti, Marco Zatterin ricostruisce le gesta rocambolesche e le fondamentali scoperte archeologiche del «gigante del Nilo» e indaga sulle rivalità che il suo attivismo suscitò nei «concorrenti» e sulla successiva esclusione dall'empireo dell'egittologia.
Generoso con gli umili, insofferente con i rivali, attaccatissimo al soldo, ascetico, trasgressivo, Michelangelo Buonarroti è il primo artista veramente moderno, capace di opporsi a tutto e a tutti, pontefici compresi, pur di esprimere se stesso. Scultore, pittore, architetto, poeta, durante la sua lunghissima vita (morì a quasi 89 anni) fu acclamato, strapagato, imitato, odiato. Troppo spesso, fu solo. Per necessità, per scelta, per destino. Senza lasciarsi intimorire né abbagliare dal mito del genio assoluto, Giulio Busi segue le tracce dell'uomo Michelangelo, che si sentiva fuori posto sia nelle botteghe di pittori e scultori sia nei salotti dei principi. Figlio di un'antica famiglia cittadina impoverita, nasce in provincia, tra i monti dell'Appennino toscano, dove il padre Lodovico è podestà di Caprese e Chiusi. Lui dovrebbe studiare latino e invece diviene apprendista di Domenico Ghirlandaio. Lo scopre Lorenzo il Magnifico, che gli dà protezione, mezzi, fiducia in se stesso. Innamorato di Firenze, se ne va appena può, per cercare fortuna a Roma. Affascinato dal moralismo visionario di Savonarola, lavora per i cardinali e scolpisce per i nemici del frate domenicano. Insofferente all'autorità, si piega al volere del terribile papa Giulio II, e per lui progetta una tomba fastosa (gli ci vorranno quarant'anni per finirla) e affresca la smisurata volta della Sistina. Sopporta a stento i Medici, i suoi benefattori, e ne riceve committenze e ricchi incarichi. Ama la bellezza maschile, si lascia affascinare da giovanotti eleganti e da qualche ragazzo di vita, ma s'infiamma d'amicizia per Vittoria Colonna, gran dama e specchio di virtù. Sempre insoddisfatto, inquieto, inarrivabile. Lungo le pagine di un racconto storicamente documentato e sorretto da una felice vena narrativa, Busi rivisita tutte le tappe di uno straordinario percorso creativo (dalla dolorosa bellezza mistica della Pietà vaticana, al titanismo della Cappella Sistina fino al dialogo con la morte della Pietà Rondanini) e di un egualmente straordinario percorso biografico. Da un amore all'altro, dal trionfo all'amarezza, arte e vita s'intrecciano, si fondono, si scontrano, in un'avventura esistenziale compiuta, come Michelangelo stesso ebbe a scrivere, «con tempestoso mar, per fragil barca».
La sera del 29 ottobre 1922, alla stazione di Milano, tra una folla di giovani armati in camicia nera, il corrispondente dall'Italia del "Chicago Daily News", Edgar Ansel Mowrer, scorse Benito Mussolini. Il giornalista gli si avvicinò e gli chiese: "Signor Mussolini, mi dice cosa succede?". "Non lo sapete?" rispose lui. "Vado a Roma per instaurare il fascismo." "Congratulazioni" soggiunse Mowrer, e salì sul treno che il giorno dopo avrebbe portato il duce del fascismo alla conquista del potere. Inizia così, alla vigilia della "marcia su Roma", questo particolarissimo viaggio nell'Italia di Mussolini, ripercorso, nelle sue tappe cruciali, a partire dalle pagine che giornalisti, studiosi, viaggiatori e scrittori stranieri dedicarono alle vicende del nostro paese negli anni più tragici del Novecento. Un viaggio durato oltre un ventennio, dalla Grande guerra alle lotte operaie e contadine del "biennio rosso", dalle violenze squadriste ai fasti dell'Italia imperiale sino ai giorni bui della seconda guerra mondiale, quando l'Italia finì "sotto le ruote della storia".
Il Colosseo, con il suo profilo immediatamente riconoscibile, è il più celebre monumento del mondo classico che si sia conservato. Ma cosa ne sappiamo veramente? Qual era il suo scopo originario? A cosa deve la sua fama? Keith Hopkins e Mary Beard guidano il lettore tra i segreti dell'Anfiteatro Flavio svelando l'enigma del suo fascino. Narrano la Storia e le storie - ma anche le leggende - di un luogo unico al mondo che ha vissuto infinite metamorfosi: teatro dei giochi gladiatorii e ricovero per animali e barche, testimone della morte violenta dei martiri protocristiani e immenso orto botanico. Una grandiosa architettura, simbolo stesso dell'Antichità, che in queste pagine si trasforma in un racconto avvincente, dalla posa della prima pietra fino ai "centurioni" del Ventunesimo secolo.
Cosa accadde in Russia nel 2017, dopo che Lenin e i suoi ebbero preso il potere? La fine della Rivoluzione non significò anche la fine degli scontri, anzi segnò l'inizio di una lunga guerra civile destinata a protrarsi fino al 1921, che vide la popolazione divisa tra i bolscevichi (i Rossi) e i controrivoluzionari (i Bianchi), appoggiati dalle forze armate di quattordici potenze straniere e da una dozzina di gruppi nazionali in lotta per l'indipendenza. Dopo le disastrose sconfitte subite dal Paese nella Grande Guerra e le due rivoluzioni del '17, questi ulteriori quattro anni di conflitto furono per la popolazione un periodo di enormi sofferenze, atrocità, epidemie e carestie, che ebbero durature conseguenze sul piano demografico, sociale ed economico. Un'immane tragedia che in queste pagine Lincoln racconta con equilibrio e competenza, ricostruendo gli scenari e tratteggiando i protagonisti - da Trockij a Stalin a Majakovskij - di una delle più aspre guerre intestine dei tempi moderni.
Sono gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale e la città di Trieste si trova a vivere un dramma inedito, precursore delle tensioni della Guerra fredda. Per quaranta giorni - dal primo maggio al 12 giugno - le truppe titine occupano la città, portando nuovi spargimenti di sangue e nuove morti. «Tragico, asciutto diario di un'intera collettività», come l'ha definito Claudio Magris, "Primavera a Trieste" racconta «una stravolta realtà in cui lo scrittore e con lui i suoi concittadini e il suo mondo sono e si sentono minacciati, indifese pedine di un gioco di proporzione mondiale in cui torti antichi vengono ripagati con alti interessi, la rivendicazione nazionale e sociale si mescola e si confonde con una contrapposizione internazionale di potenze che si contendono il mondo e - in questo gioco guardingo, feroce e ipocrita - passano disinvoltamente sui corpi e sulle sofferenze dei piccoli mondi, come in questo caso Trieste.» Introduzione di Elvio Guagnini. Prefazione di Claudio Magris.
Dalla scomparsa dell'Unione Sovietica, la Federazione Russa s'interroga sulla propria posizione nel mondo, tra la nostalgia del passato imperiale e il ridimensionamento della nuova Russia. Le risposte a questo interrogativo sono state diverse negli anni, riflettendo, da un lato, la situazione politica ed economica interna e, dall'altro, i mutamenti del contesto strategico globale. Si è passati così dall'«occidentalizzazione» della presidenza Elstin al cambio di rotta di Putin, con il recupero del ruolo di potenza euroasiatica, la centralizzazione e verticalizzazione del potere e la promozione dei valori considerati permanenti della civiltà russa. Questo saggio, a cura di ISPI, analizza i vari aspetti storici, economici, politici di questi passaggi cruciali, fornendo una mappa fondamentale per comprendere le complesse dinamiche di un attore di primaria importanza nell'ordine mondiale degli ultimi decenni.
I have a dream è un’ideale autobiografia del più importante e carismatico sostenitore della lotta al razzismo negli Stati Uniti. In queste pagine Martin Luther King Jr rivive attraverso i suoi più importanti scritti pubblici e privati. Passando per episodi commoventi ed esaltanti, si descrivono l’infanzia e la famiglia d’origine, l’educazione ricevuta e le discriminazioni subite, la vocazione religiosa, il rapporto con la moglie Coretta e con i quattro figli. E soprattutto si racconta il crescente impegno politico, che portò King anche in carcere e ne fece il principale punto di riferimento della battaglia per l’emancipazione dei neri d’America. Un’opera che ci fa riscoprire una delle pagine più drammatiche e ricche di speranza della storia del ventesimo secolo.
In questa biografia elegante, rigorosa nelle fonti ma anche poetica e ironica, la straordinaria vita di Lorenzo de' Medici trova finalmente un racconto all'altezza dei suoi fasti e delle sue contraddizioni.
Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico (1449-92), è uno dei personaggi più rappresentativi della storia italiana. Nessun intellettuale, infatti, ebbe nelle proprie mani altrettanto potere e nessun uomo di governo fu così consapevole della propria cultura. Buon politico e mediocre banchiere, ottimo poeta e scadente stratega, Lorenzo diede prova in più occasioni di coraggio fisico e destrezza, ma ebbe anche un raffinato gusto per l'arte, e fu padrone di Firenze senza mai mostrarlo apertamente. Ricco, elegante, colto, sciupafemmine e ambiguo, capace di slanci generosi e, se necessario, di una buona dose di crudeltà, egli impersona pregi e difetti di un'età irripetibile, oltre che il culmine dell'epopea dei Medici, la famiglia che più di ogni altra ha promosso lo splendore del Rinascimento. Con lo sguardo complice e il passo sicuro di chi conosce a fondo epoca e luoghi, Giulio Busi segue Lorenzo nella sfera privata, negli amori e nelle amicizie, e lo accompagna nella sua ascesa alla ribalta della politica italiana e internazionale: la Firenze di Leonardo e del giovane Michelangelo, la Milano opulenta degli Sforza, la Roma degli intrighi pontifici, la Napoli florida di Ferrante d'Aragona, la Venezia dei traffici e dei sospetti. Attorno a Lorenzo, intanto, si muove la scena concitata del Quattrocento italiano. Tutti lo ammirano, alcuni lo odiano, qualcuno cerca di ucciderlo. Nel duomo di Firenze, nell'aprile 1478, i pugnali dei congiurati massacrano suo fratello Giuliano. Lui sfugge d'un soffio alla morte, e subito si abbandona a una vendetta implacabile. Uscirà dalla tormenta più forte, più solo, più Magnifico che mai.
Nel 212 d.C., con un decreto dell'imperatore Caracalla, veniva concessa la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'impero. Una decisione rivoluzionaria, che tuttavia portava a termine un processo avviato quasi mille anni prima da Romolo, il leggendario fondatore di Roma, il quale, con un gesto inconsueto per le civiltà antiche, aveva invitato gli stranieri, i diseredati, i profughi e gli esiliati a unirsi a lui, trasformandoli di fatto in cittadini romani. Fu questa disponibilità ad accogliere nuovi arrivati a fare di un piccolo e insignificante villaggio sorto sulle rive del Tevere una potenza in grado di dominare un territorio che si estendeva dalla Spagna alla Siria, dalla Germania al Sahara? A partire da questo interrogativo, Mary Beard in "SPQR" ci offre una nuova visione della storia di Roma, una storia caratterizzata da incredibili miti fondativi e grandi istituzioni politiche e sociali, da straordinarie conquiste militari e stupefacenti opere architettoniche, nonché, naturalmente, dalle gesta delle personalità più celebri del mondo romano. Ma anche una storia che le innumerevoli testimonianze, non solo letterarie, ci consentono di conoscere fin nei minimi dettagli, rendendoci partecipi della vita quotidiana - quasi sempre difficile - della gente comune, degli intrighi e delle lotte per il potere, delle atroci violenze che accompagnavano le imprese belliche, come pure dell'estrema vitalità e grandezza di un mondo globalizzato e in perpetuo movimento.
L'Inquisizione spagnola è da sempre sinonimo di violenza e intolleranza. Di fatto non c'erano eretici in Spagna, e l'Inquisizione si scagliò contro i marrani, gli ebrei convertiti, sospettati di fare ritorno a pratiche religiose israelite. Oltre duemila persone vennero arse vive, centinaia di migliaia vennero sottoposte a torture e abusi di ogni tipo. In questo libro, dedicato alla situazione spagnola ma anche agli altri paesi europei e alle colonie extraeuropee, l'autore analizza realtà storica e miti dell'Inquisizione, chiarendo le motivazioni profonde - storiche, sociali e psicologiche - di un fenomeno così vasto e discusso.
Lourdes, Pirenei, 11 febbraio 1858: Bernadette Soubirous, esile ragazzina di quattordici anni, racconta di aver incontrato nella grotta di Massabielle una figura radiosa e gentile, la "Signora dagli occhi azzurri". Da quel giorno, fino al 16 luglio, Bernadette rivive la stessa scena per altre diciassette volte. Nel 1954 l'abbé René Laurentin riceve dal vescovo di Tarbes l'incarico di ricostruire con precisione quegli eventi prodigiosi. Questo volume è la minuziosa ricostruzione delle diciotto apparizioni e fornisce una riflessione sul loro significato da parte dell'uomo di fede che le ha studiate più e meglio di chiunque altro. Presentazione di Vittorio Messori.
Per settecento anni, dall'XI al XVIII secolo, papi e vescovi hanno rivolto accorati richiami ai credenti perché, nel nome della croce, andassero a combattere contro gli infedeli, che si trattasse degli ultimi pagani d'Europa in Livonia, degli eretici in Francia e Boemia, dei maomettani in Spagna e nel vicino oriente. Quasi sempre questi appelli suscitarono entusiasmo e consensi, con una larga partecipazione di nobili, cavalieri e gente comune. Diversi furono i fattori che indussero migliaia di uomini ad affrontare pericoli e fatiche, e spesso la morte, in terre lontane e inospitali: lo slancio religiosa che faceva della crociata un pellegrinaggio armato; la natura penitenziale di molte crociate e quindi il loro significato salvifico; i vantaggi materiali garantiti dalle indulgenze; lo spirito di avventura e di conquista; la precarietà delle condizioni economiche in patria. Sulla base di una ricchissima documentazione, in questo volume Riley-Smith illustra non soltanto le motivazioni politiche, economiche e generazionali di scelte tanto difficili, ma anche l'acceso dibattito teologico sulla liceità dell'uso della forza per un cristiano.