Noi non abbiamo un corpo, noi siamo un corpo, e non solo abbiamo una mente, ma siamo una mente. Anzi, di più: noi siamo un'unione inscindibile di corpo e mente. Perché il movimento è così vitale per il benessere olistico dell'uomo? Gli autori sono partiti da questo interrogativo per sottolineare come il benessere della persona e la sua stessa identità non possano prescindere dalla consapevolezza dell'importanza del movimento. Potremmo addirittura dire, parafrasando Cartesio, "mi muovo, dunque sono". Il tentativo di questo lavoro sarà di recuperare il reale fine del movimento, perché se è vero che esso permea la mente, allo stesso modo possiamo dire che le connessioni mente-corpo promosse dal movimento sono molteplici, affascinanti e in gran parte non ancora conosciute seppur presenti. L'importanza dell'intreccio inscindibile di corpo e mente -- intreccio che è la cifra dell'essere umano -- emerge in più ambiti di vita: evolutivo, affettivo, familiare, sportivo e professionale. Per trattare questo tema ogni capitolo seguirà questa modularità: una parte teorica esplicativa dei concetti, una esemplificativa nella quale ogni lettore si può riconoscere e una parte di rilancio ("Diamo corpo alle idee: ora tocca a te!"), utile per provare a mettere in pratica nella vita quotidiana i concetti espressi.
La gratitudine è un atteggiamento mentale potentissimo per innescare un pieno accesso alle proprie risorse profonde di gioia, benessere relazionale e connessione con la vita. La maggior parte di noi crede di conoscerla a fondo. Ma è davvero così? Essere capaci di valorizzare la ricchezza di ciò che riceviamo dall'esterno (e di ciò che viene da dentro) è, in verità, una capacità alquanto rara, che sembra appartenere più ai saggi che a noi persone comuni. Al fine di stare bene psicologicamente ed emotivamente dovremmo provare ad espanderla quanto più possibile: perché allora non lo facciamo? Questo libro analizza gli ingredienti della gratitudine e gli ostacoli che possiamo aver incontrato lungo la nostra storia di sviluppo, che ci possono aver scoraggiato a coltivarla in modo costante e pieno. Il termine Gratefulness ci aiuterà a spiegare meglio il prezioso stato mentale che si accompagna alla gratitudine e darci una chiave positiva per coltivarla efficacemente.
Questo testo, a due voci, si rivolge a coloro che aspirano a prendersi cura di sé e degli altri e fa riferimento a due ambiti di esperienza: la relazione di aiuto, secondo il modello dell'Analisi Transazionale, e l'Arte del Teatro. Praticare il training teatrale significa vedere, percepire, divenire consapevoli di sé, connettersi al proprio corpo per sciogliere le tensioni che limitano i gesti spontanei e intimi, vivere l'esperienza di Esserci, di Essere con gli altri, accedere alla propria Physis, l'energia vitale, e dar vita ad esperienze inedite, creative, che riguardano ciascun essere umano, le sue relazioni, la sua esistenza. Chi chiede aiuto come chi va a teatro «è alla ricerca delle ragioni della propria esistenza e crede che queste ragioni possano essere ricercate e trovate nella relazione con un altro essere umano». Speranza e fiducia, non sempre consapevoli, guidano e sostengono chi si avvicina all'arte del teatro e chi chiede aiuto. Proprio per nutrire la fiducia e la speranza di coloro che andranno a incontrare, gli analisti e gli attori si preparano, provano, dedicano tempo ed energie alla loro formazione in modo continuo senza giungere a una fine.
La conoscete la storiella dell'ubriaco che cercava le chiavi di casa alla luce di un lampione? Un passante curioso gli chiese come mai le stesse cercando proprio lì, dove evidentemente non erano. La risposta era ovvia: almeno qui c'è luce, spiegò l'ubriaco. Forse anche noi cerchiamo la felicità nei posti sbagliati? Tracciare una mappa che indichi possibili rotte di questa ricerca è l'ambizione di questo manuale. Certo, occorre lasciarsi alle spalle l'ingannevole sicurezza del lampione, ma poi? Negli ultimi anni il disagio e la fatica di vivere non sono più un fenomeno di nicchia, un lusso che riguarda principalmente persone strane e non altrimenti affaccendate, ma coinvolge soggetti a volte insospettabili: potrebbe addirittura riguardare te. L'autore ci propone un percorso per cui l'unica certezza da cui partire è che l'apatia dell'analfabetismo emotivo non è la soluzione. Possiamo anche vagare da soli nel nostro viaggio alla ricerca della felicità che ci compete ma, prima o poi, ci accorgeremo che saper incontrare qualcuno e qualcosa è un sapere necessario. Resta una convinzione che è quasi una certezza: è soltanto imparando ad ascoltare gli altri e a farci ascoltare, senza la presunzione e l'arroganza di chi conosce già la verità, che possiamo crescere, che possiamo cambiare. Il cambiamento è possibile e forse necessario, non esiste una parte di noi e del mondo che sia fissa e permanente, ma a volte una carta geografica e una bussola sono strumenti utili per decidere dove vogliamo andare.
Fra Emiliano Antenucci e Alfredo Altomonte si sono incontrati e hanno deciso di scrivere qualcosa che possa aiutare tanti ragazzi, resi indifferenti e abulici dalla vita, a ritrovare sé stessi e a credere nella forza della loro interiorità per riscoprire la bellezza e la positività della vita. Per farlo, dopo aver esaminato vari aspetti della realtà in cui oggi viviamo, ne sottolineano le difficoltà, i limiti, le ingiustizie, le incomprensioni, i falsi giudizi e lanciano messaggi di solidarietà e speranza. Ribadiscono la necessità che i giovani non siano soltanto e sempre compresi ma anche ripresi, con autorevolezza sì ma con la fiducia nella loro positività, in ciò che di bello portano con sé, nei valori di cui sono espressione. Ritengono necessario frenare l'onda di svalutazione di tutto ciò che fanno o sostengono, mettersi al loro fianco per affrontare insieme le forti problematiche che trovano nel loro cammino, come il bullismo, la violenza, i femminicidi, l'ostentazione del genere, le provocazioni, la mancanza di lavoro, una scuola spesso poco attenta, più azienda che palestra di umanità. È attraverso tutto ciò che si scoprono nuove dimensioni di soggetti giovani che spesso hanno soltanto bisogno di essere visti, amati, apprezzati, incoraggiati, per esprimere i propri sentimenti più veri e profondi e poter schiudere i propri petali a una vita vissuta con speranza e gioia, nella certezza che prima o dopo, presto, la loro fioritura avverrà. Prefazione di Davide Banzato. Postfazione di Antonella Arioli.
Obiettivo dell'accompagnamento spirituale è favorire la conoscenza e la contemplazione di Dio. Il testo offre una riflessione metodologica attraverso un percorso in cui si affrontano tre dimensioni: una riguarda il sé (corpo-psiche-spirito), una esprime il rapporto tra la persona e ciò che la circonda (persona-comunità-ambiente) e una terza il piano valoriale (libertà-verità-giustizia). All'inizio è necessario raggiungere una prima conoscenza e armonizzazione del sé per poi stare nella relazione con la comunità e l'ambiente. Per farlo è necessario fare emergere e sciogliere gli elementi competitivi, che scaturiscono dal malessere nel sé e originano da bisogni e desideri non soddisfatti. Gli elementi competitivi - potere, possesso e prestigio - influenzano le "malattie dell'anima-, sistematizzazioni delle disfunzioni della persona così come proposte dai Padri della Chiesa. In questo lavoro emergono progressivamente sia gli elementi valoriali che la percezione di sé nel creato in un cammino verso l'Oltre. Il percorso porta al fondo dell'anima e chiede di confidare nell'amore risanatore di Dio.
Il testo si rivolge alle studentesse e agli studenti di psicologia dei corsi di laurea triennali in Scienze e Tecniche Psicologiche e magistrali in Psicologia e, più in generale, a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza della metodologia della ricerca in psicologia per motivi di studio o professionali. Questa terza edizione mantiene lo scopo originario, ossia fornire una vasta panoramica sui principali metodi di ricerca in psicologia, corredata da numerosi esempi e stimoli. La trattazione coinvolge diversi ambiti della ricerca psicologica, da quella di base alla psicologia dello sviluppo, dalla psicologia sociale a quella clinica. Inoltre, il manuale si propone come un testo aggiornato e più in linea con le pratiche di ricerca contemporanee. Il pensiero critico verso i fatti della scienza viene sollecitato dai continui riferimenti al contesto italiano e dai box di approfondimento scritti appositamente per l'edizione italiana. Oltre a una profonda ristrutturazione dei capitoli sulla misurazione in psicologia e sull'analisi dei dati quantitativi, è stato inserito un nuovo capitolo dedicato ai metodi di ricerca qualitativi. Inoltre, è stato aggiunto materiale supplementare disponibile online che introduce in modo semplice e intuitivo all'uso del software statistico R per realizzare le analisi dei dati descritte nel testo. Sulla piattaforma Connect associata a questo titolo, numerose risorse digitali dedicate all'assessment e l'eBook del testo in formato accessibile.
Tutti siamo vulnerabili di fronte alla morte, ma alcuni lo sono più di altri; tutte le perdite sono traumatiche, ma alcune lo sono più di altre; quando si vive una perdita si entra in un mondo imprevedibile e alcuni mondi sono più assurdi e imprevedibili di altri. Nella maggior parte dei casi il dolore per la perdita sembra risolversi in modo naturale, nel tempo; in altri invece il dolore può persistere per un lungo periodo e influenzare in modo significativo la vita della persona, con un impatto sulla salute fisica e mentale. Maria Luisa De Luca presenta un percorso di supporto psicologico rivolto a chi si trova ad affrontare un'esperienza di perdita. L'autrice si avvale delle basi teoriche della Grief and Growth Therapy - esemplificate attraverso case history - e della sua pratica clinica per indicare al lettore il confine tra il fisiologico dolore e la patologia, per curare il lutto esacerbato e rileggerlo in una prospettiva esistenziale e di ricerca di senso.
L'ansia in sé stessa non è una patologia, anzi, come le altre emozioni ci può aiutare ad affrontare la realtà nel modo migliore possibile. Una giusta dose di ansia potrebbe addirittura essere vantaggiosa. Diventa un vero problema e un disturbo, anche patologico, quando la sua intensità e insistenza ci complica la vita sociale, lavorativa e personale, quando si manifesta in momenti inopportuni e in situazioni che in realtà non sono affatto preoccupanti, come nei momenti di riposo e di tranquillità. Quando per evitarla assumiamo comportamenti che diventano automatici, inevitabili e che finiscono col limitare troppo la nostra libertà e spontaneità. Quando ci invade così tanto da impedirci di provare tutte le altre emozioni. Il nostro problema quindi non sono le sorprese o la novità, ma il fatto che tendiamo ad abituarci a una vita costantemente esposta a eventi stressanti. L'autrice spiega come rivedere il nostro caleidoscopio di pensieri, emozioni e comportamenti per imparare a fare le cose in modo diverso, cambiare rotta e ritrovare la serenità.
Sicuramente, tutto nella vita è in movimento e in costante evoluzione. Il nostro corpo, la nostra mente, le nostre emozioni, le nostre relazioni e il mondo attorno a noi, istante dopo istante cambiano. L'essere umano, però, cerca di resistere al cambiamento anche quando ne riconosce la necessità. In natura gli organismi viventi cercano di preservare l'equilibrio creato e di mantenere un'omeostasi tra interno ed esterno; per questa ragione sviluppano una resistenza al cambiamento, presente anche quando l'equilibrio è disfunzionale. Il cambiamento è percepito come un rischio quando si ha paura di star peggio, quando il dolore provato impedisce di andare oltre, in presenza dell'inaccettabile (ingiustizie, delusioni, rischio di perdere le conquiste) che fa esplodere la rabbia. Essere orientati strategicamente al cambiamento richiede la capacità di tener conto della temporaneità, di prevedere gli effetti del cambiamento e rifl ettere su di essi, di individuare e calcolare il percorso per raggiungere il massimo col minimo. In questo senso le parole, in quanto parti più piccole di una lingua, rappresentano lo strumento chiave anche dei grandi cambiamenti: stimolano alla riflessione, trasmettono conoscenze, così diventano agenti di cambiamento che favoriscono e creano cambiamento. Per promuovere una cultura del cambiamento funzionale, si dovrà educare al cambiamento, si dovrà spostare il focus dai problemi alle opportunità. Chi ne comprende il valore potrebbe fornire stimoli che aiutino a comprendere l'essenza del presente, da intendere come sintesi di esperienze passate per progetti futuri. Questo testo si pone l'obiettivo di aiutare il lettore a visualizzare e a cavalcare i cambiamenti che inondano la vita, a prescindere dall'essere essi desiderati, temuti e/o subiti. Prefazione di Giorgio Nardone.
Questo libro nasce nell'ambito di una collaborazione ultradecennale con l'Aeronautica Militare Italiana nel supporto dei piloti nel loro iter addestrativo al volo, con l'obiettivo di descrivere un nuovo modo di guardare alla psicoterapia. Lo psicoterapeuta, allo stesso modo dell'istruttore, infatti, deve accompagnare il paziente insegnandogli quelle manovre necessarie a superare il problema che lo ha condotto a chiedere aiuto, offrendogli un nuovo significato della propria sofferenza o della propria sintomatologia e addestrarlo per un reale cambiamento dello stile comportamentale. L'autrice, come psicoterapeuta clinica che da oltre un ventennio opera quotidianamente, e grazie all'esperienza maturata negli anni in cui ha collaborato nell'ambito dell'addestramento al volo, ci ricorda che noi esseri umani possediamo molte più risorse di quello che pensiamo. Il volo, assunto qui a modello di psicoterapia, ci può insegnare che attraverso un addestramento mirato si possono superare molti limiti legati alla nostra condizione umana, raggiungendo traguardi incredibili. Attraverso le storie cliniche e i percorsi terapeutici, il volume testimonia che la guarigione psichica oggi è finalmente una realtà. Dai pazienti che hanno vissuto traumi infantili gravi e profondi e dall'esperienza personale dell'autrice impariamo che le ferite psichiche possono essere la strada per arrivare a essere persone speciali, ricche di doni e di carisma.
Il manuale di Psicologia dello sviluppo si propone di offrire le informazioni teoriche necessarie a promuovere una conoscenza di base delle principali aree dello sviluppo psicologico e contenuti utili a far sì che tali conoscenze siano spendibili in ambito operativo applicativo. Con uno stile semplice e fruibile, sono fornite ai lettori e alle lettrici conoscenze utili a comprendere lo sviluppo nelle diverse fasi di vita. Inoltre, allo scopo di favorire riflessioni e collegamenti tra i contenuti teorici e i possibili risvolti applicativi, sono stati inseriti specificatamente per l'edizione italiana numerosi box di approfondimento arricchiti da suggerimenti pratici su strategie utili a supportare i bambini e le bambine nei processi di crescita e un approfondimento metodologico sulle tecniche di osservazione nei contesti educativi. Il testo è organizzato per domini psicologici e all'interno di essi per periodi di sviluppo; inoltre, sono inclusi un capitolo dedicato ai cambiamenti nell'arco di vita (con particolare attenzione all'età adulta e senile) e un capitolo sullo sviluppo atipico. Ciascun capitolo descrive in dettaglio un macro-tema e la letteratura associata, evidenziandone allo stesso tempo le questioni centrali e le problematiche emergenti. Questa seconda edizione è stata arricchita e aggiornata dando conto delle più recenti ricerche italiane e internazionali, includendo inoltre nuovi esempi e approfondimenti su temi specifici e attuali. Il testo è rivolto agli studenti dei corsi di laurea che prevedano un insegnamento di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, così come a tutti gli operatori che lavorano in ambito formativo ed educativo, oltre che ai genitori.
Ometti, signorine, piccole donne: sono solo alcuni dei titoli con cui oggi adultizziamo i bambini, e allo stesso tempo tendiamo invece a infantilizzare gli adolescenti: proprio quando sarebbe necessario lasciarli liberi, spingerli fuori casa per vivere la loro vita, li richiamiamo verso di noi. Ma perché operiamo questa manovra così pericolosa? Rossetti indaga questo aspetto tipico della contemporaneità fornendo risposte frutto di studi e ricerche sul campo e giungendo alla conclusione che noi adulti, genitori e non, temiamo la libertà degli adolescenti perché non siamo più in grado di darlo loro dei limiti entro cui fargli vivere quella libertà e farli crescere, e deleghiamo la costruzione dei limiti e degli strumenti di controllo alla scuola, alla tecnologia (vedi il registro elettronico o le app di parental control). Ci lamentiamo che i ragazzi hanno troppa libertà, ma siamo noi a non costruire intorno a loro un perimetro di sicurezza in cui quella libertà va necessariamente sperimentata, anche a costo di sbagliare, per permettergli di crescere in modo sano.
La terza edizione del manuale mantiene il taglio didattico e divulgativo proprio delle precedenti edizioni, nonché l'approccio integrato secondo cui vengono presentati i fattori biologici, psicologici e ambientali che caratterizzano ogni tematica. Ciò rende il testo un'opera originale e completa, particolarmente adatta agli studenti dei corsi di laurea triennali in Scienze e tecniche psicologiche, Scienze dell'educazione e della formazione, ma anche Professioni sanitarie. In questa nuova edizione sono stati apportati significativi aggiornamenti, tra cui segnaliamo: integrazione del testo originale con esempi quanto più attinenti alla società e alla cultura italiane; aggiornamento trasversale dei box "Argomenti di attualità" con tematiche recenti; nuovo capitolo sulla personalità. Il volume si propone come strumento di insegnamento che introduce alla psicologia come scienza, mettendo nello stesso tempo in rilievo la sua importanza per la vita e per la società. Particolare attenzione viene data all'educazione al principio critico quale strumento privilegiato per affrontare le complessità della società moderna, in primis la difficoltà a districarsi nel mare magnum di informazioni e disinformazioni.
Il volume presenta l'attività di counseling con un'attenzione particolare a due diversi periodi della vita, contigui ma contrassegnati da specifiche esigenze educative. La prima parte è dedicata agli interventi educativi rivolti all'infanzia e all'adolescenza. Nella seconda parte del volume è presentata l'esperienza del counseling educativo rivolto a giovani studenti universitari. In entrambe le sezioni del volume, il counseling educativo è concepito come uno strumento utile per accompagnare la crescita della persona e favorire lo sviluppo delle sue potenzialità in un'ottica di piena valorizzazione dell'educabilità di ciascuno. Si tratta di una proposta psicopedagogica che ricentra il soggetto sulle sue scelte e sulla loro autenticità in una prospettiva di piena congruenza con il nucleo più profondo che contrassegna la persona e la rende unica e irripetibile. Prefazione di Domenico Simeone.
Ripartiamo dall'infanzia. La pandemia di SARS COVID-19 ha messo a dura prova la tenuta psichica degli adulti di riferimento, genitori e insegnanti in primis, obbligati a ristrutturare il loro stile di vita. Diventare ed essere genitori in ambiente traumatico modifica la percezione della realtà, costringe a correggere aspettative e speranze ma consente anche la costruzione di nuove competenze in linea con i cambiamenti ambientali. Madri e padri "sufficientemente buoni" dovranno riconoscere le ricadute traumatiche foriere di nuove paure infanti li che, per poter essere affrontate, richiederanno modelli differenti di educazione emotiva; dovranno gesti re il dolore post traumatico soggettivo per evitare che circoli nella relazione con i bambini deformandone i vissuti intrapsichici. In tempo di crisi, sanitaria, economica e sociale, riemergono linee di forza scomposte, paure irrazionali, traduzione dell'altro come nemico e solitudine profonda. Ma è proprio al bordo di questi stati di crisi che si scorge il processo dinamico del cambiamento. È tempo di nuove fiabe per bambini coraggiosi e di nuovi strumenti di prevenzione per adulti consapevoli del prezzo sociale insito nel trascurare obietti vi più lungimiranti per il benessere delle nuove generazioni.
Siamo abituati a pensare che la paura sia un'emozione da reprimere e sconfiggere ma in realtà, avvisandoci della presenza di una minaccia e spronandoci a reagire, essa è garante da sempre della nostra sopravvivenza. Per gli esseri umani, quindi, è naturale, persino sano, provare paura, ed è normale che i più piccoli ne sperimentino alcune specifiche dell'età evolutiva. È purtroppo vero, però, che quando è vissuta in modo esagerato e fuori da un contesto di reale pericolo può diventare un problema, come nel caso delle fobie o degli attacchi di panico. Scopo di questo volume è definire meglio questa dimensione emozionale e suggerire antidoti, rimedi e buone pratiche per un sano vissuto della paura, nella convinzione che una maggiore consapevolezza su cosa siano e a cosa servano paura e coraggio permetterebbe di affrontare più serenamente la complessità del mondo in cui viviamo.
La mente della donna e le trasformazioni che la maternità le regala, con incursioni in territori dolorosi e aridi ma che possono essere abitati dalla fantasia, e dalla vita: la sofferenza psichica, il dolore della separazione dei genitori, il dramma dell'abuso, la criminalità, la disabilità. L'autore e un team di giovani professioniste (psicologhe, criminologhe, giornaliste) si sono messi in gioco senza risparmiarsi per offrire un affresco diverso e che può essere veramente compagnia e stimolo per scegliere la vita, per non aver paura del negativo, per non sentirsi sole. Un volume che percorre il materno dai suoi aspetti strutturali (le fantasie di gravidanza, il passaggio identitario della donna da nullipara a madre, le condizioni psicosociali della maternità) fino alle geografie particolari della maternità; coraggioso nell'affrontare la sofferenza transgenerazionale e le periferie esistenziali, così importanti per la riflessione pastorale attuale; un'opera versatile che favorisce un approccio sia per esperti del settore (professionisti socio-sanitari) sia per lettori alla ricerca di un approfondimento accessibile e rigoroso.
«La relazione di counseling è descritta non semplicemente come un rapporto esperto/ cliente, ma come una relazione dialogica che favorisce uno spazio psicologico e interpersonale per l'esplorazione, la sperimentazione, la sorpresa, la scoperta e il rinnovamento della persona nel disagio». Questa relazione dialogica è stata enucleata in otto punti specifici: Okness, sistemi della mente, physis, stati dell'Io, qui e ora, copione in prospettiva relazionale, autoconsapevolezza, motivazione che ne costituiscono la base. Il libro, suddiviso in tre capitoli, preceduti dall'introduzione filosofica sul pensiero del Novecento, sviluppa principalmente le quattro fasi - accoglienza, contratto, pianificazione, intervento - attraverso apparati teorici e metodologici, per facilitare l'intervento sullo specifico del counseling. Contiene inoltre sintesi, tabelle e schede applicative che formano una "cassetta degli attrezzi- rendendolo fruibile per il counselor. «Sebbene sia scritto principalmente per il counseling, pensato per studenti e professionisti, ritengo che chiunque sia interessato a saperne di più sull'Analisi Transazionale, sulla natura del counseling o su se stesso troverà questo libro una grande risorsa». Dalla Prefazione di William F. Cornell
Tutti sanno cosa vuol dire avere un'ossessione, essere presi da una passione per un'attività, una relazione, un hobby, o avere un tic, una piccola mania, un'abitudine ripetitiva, come può essere un rituale per iniziare bene la giornata; in genere si tratta di aspetti comuni della vita quotidiana, che danno piacere e sicurezza, soprattutto quando si integrano con un interesse di tipo creativo, ad esempio di studio o di ricerca. Ma non sempre l'azione ripetitiva riveste le caratteristiche appena descritte: alcuni soggetti, infatti, sperimentano piuttosto di "non poter fare a meno- di compiere certi atti, o di ripetere certi pensieri, per cui soffrono di una patologia ossessiva, avvertita come una costrizione interiore eccessiva e incontrollabile. Per esperienza clinica e psicoterapeutica, si può dire che in questo ambito, come in molti altri aspetti della vita psichica, tra il normale e il patologico vi sia non già uno stacco netto, ma piuttosto una continuità di sfumature, ed è tale convinzione che spinge a ragionare in termini psicodinamici per trovare in ogni storia di vita il significato dei comportamenti ossessivo-compulsivi.