Il volume presenta l'attività di counseling con un'attenzione particolare a due diversi periodi della vita, contigui ma contrassegnati da specifiche esigenze educative. La prima parte è dedicata agli interventi educativi rivolti all'infanzia e all'adolescenza. Nella seconda parte del volume è presentata l'esperienza del counseling educativo rivolto a giovani studenti universitari. In entrambe le sezioni del volume, il counseling educativo è concepito come uno strumento utile per accompagnare la crescita della persona e favorire lo sviluppo delle sue potenzialità in un'ottica di piena valorizzazione dell'educabilità di ciascuno. Si tratta di una proposta psicopedagogica che ricentra il soggetto sulle sue scelte e sulla loro autenticità in una prospettiva di piena congruenza con il nucleo più profondo che contrassegna la persona e la rende unica e irripetibile. Prefazione di Domenico Simeone.
Occuparsi di qualità, nell'ambito dei servizi educativi alla prima infanzia, si configura non semplicemente come una priorità pedagogica, quanto piuttosto come una responsabilità professionale ed etica che, in un processo partecipativo e dinamico, sappia diventare reale espressione della cura che gli adulti rivolgono ai bambini e alle loro famiglie. Il libro, nel pieno rispetto delle indicazioni nazionali e dei suggerimenti proposti dalla letteratura internazionale sull'argomento, si propone dunque come un supporto efficace, in grado di migliorare i processi di progettazione/valutazione e di offrire quegli strumenti pratici utili alla realizzazione di concreti percorsi di ricerca-intervento nei nidi e nelle scuole dell'infanzia. Il testo si sviluppa in tre parti: la prima, di ordine metodologico, è finalizzata a illustrare la ricerca; la seconda, di carattere culturale, è volta a individuare gli snodi più fecondi connessi al tema della qualità (qualità come cura, spazio estetico, ambiente naturale o di apprendimento); la terza, di ordine istituzionale, contiene il documento di sintesi del progetto, nonché le schede di ricerca e il glossario.
Una panoramica critica e aggiornata dell'odierna condizione infantile, analizzata in tutte le sue connessioni e snodi decisivi (scuola ed extrascuola, famiglia e territorio, tecnologia ed etica). In costante dialogo con i pensatori di riferimento della pedagogia del Novecento, l'autore presenta a pedagogisti, studenti universitari e famiglie la possibilità, oggi, di fondare una solida e orientante cultura dell'infanzia. La scelta di affiancare agli strumenti interpretativi propri delle Scienze dell'educazione quelli antropologici, sociologici e psicologici - fino alle ricerche delle scienze biologiche - consente di rintracciare nel testo una pluralità di punti di vista indispensabile per cogliere la complessità degli ecosistemi formativi e gettare luce su "scelte, decisioni, modelli di sostenibilità che non possono che prospettarsi in termini di responsabilità, cura, amore pensoso di una generazione per quelle che la seguiranno".
In questo testo al pedagogia dell'infanzia, la didattica, la teoria dell'organizzazione e la psicologia umanistica costituiscono le prospettive scientifiche e culturali che costantemente si intrecciano onde sviluppare un discorso epistemologicamente fondato circa il bambino e la sua educabilità.
Una panoramica critica e aggiornata dell'odierna condizione infantile, analizzata in tutte le sue connessioni e snodi decisivi (scuola ed extrascuola, famiglia e territorio, tecnologia ed etica). In costante dialogo con i pensatori di riferimento della pedagogia del Novecento, l'Autore presenta a pedagogisti, studenti universitari e famiglie la possibilità, oggi, di fondare una solida e orientante cultura dell'infanzia. La scelta di affiancare agli strumenti interpretativi propri delle Scienze dell'educazione quelli antropologici, sociologici e psicologici - fino alle ricerche delle scienze biologiche - consente di rintracciare nel testo una pluralità di punti di vista indispensabile per cogliere la complessità degli ecosistemi formativi e gettare luce su "scelte, decisioni, modelli di sostenibilità che non possono che prospettarsi in termini di responsabilità, cura, amore pensoso di una generazione per quelle che la seguiranno".
Il gioco, mèntore e dèmone allo stesso tempo, è un dispositivo formativo seducente e inquieto, da sempre studiato dalla pedagogia e mai compreso esaustivamente in un univoco orizzonte teoretico. A ogni indagine si rivela come un caleidoscopico turbinare di significati, spesso di segno contrapposto: il gioco è simultaneamente, o alternativamente, fonte di gioia e scarico di aggressività, manifestazione di eros oppure di thanatos, indizio di complicità e/o di competizione. Il gioco si associa all'infanzia ma, in senso propriamente pedagogico, contrassegna l'esistenza e il suo appello verso la vita. Il volume ripercorre la sterminata estensione semantica del termine "gioco" in uno sguardo che ha l'intenzione di restituire al lettore alcuni significati particolarmente pregnanti in chiave formativa. Il gioco come dispositivo d'inculturazione, apprendimento e formazione personale (prospettiva antropologica); come fonte di civiltà e di progresso umano (prospettiva culturale); il gioco si collega alle teorie sull'uomo e la sua educabilità (dimensione storico-teoretica) e, in una prospettiva didattica, il gioco è visto come fondamento metodologico di due realtà educative particolarmente attuali e che hanno assunto un autonomo valore idealtipico: la scuola dell'infanzia e l'esperienza scout. Una riflessione utile tanto ai cultori delle scienze umane quanto a chi intenda approfondire la tematica del gioco in una prospettiva più educativa.
Il crinale tra pedagogia e didattica costituisce una frontiera sensibile agli avanzamenti e alle innovazioni che si registrano sul versante della cultura educativa. Su questo sfondo si colloca la ricerca sottesa ai saggi che costituiscono il volume che è la testimonianza concreta di un impegno che continua tra pedagogia e didattica in termini di riferimenti culturali, strategie e logiche d'azione.
I dibattiti sulla famiglia e le dinamiche educative in essa generate costituiscono una delle tematiche sociali e politiche più attuali e discusse di questo inizio millennio. Metabolizzate le tentazioni di dissoluzione, superamento, utopia, definitivo smascheramento e svuotamento della famiglia, la società occidentale assiste ad una sua riemersione, sia come dispositivo di socializzazione che come agenzia formativa. Alla famiglia quindi oggi è richiesta una qualità educativa oltremodo inattuale: essere un contropotere in grado di restituire forma all'intero, ricomporre il frammento, rinsaldare il patto generazionale. I rischi di abuso, maltrattamento educativo, mala-educazione e deformazione divengono allora snodi fondamentali di un'indagine sempre più contraddistinta dai tratti del decostruttivismo, della pedagogia critica e della clinica educativa.