Le nuove possibilità tecno- scientifiche di intervento sull'uomo finalizzate al "potenziamento/miglioramento" della sua salute "oltre la terapia", delineano nuovi percorsi verso la salute "perfetta". Molteplici sono gli interrogativi etici e giuridici emergenti. E' lecito usare farmaci e tecnologie non solo per curare malattie, ma anche per "potenziare" capacità fisiche, mentali ed emotive? Diverse le possibili risposte, nel contesto del pluralismo morale, tra posizioni estreme favorevoli (il perfezionismo) e sfavorevoli (l'antiperfezionismo). Il volume raccoglie il contributo di esperti alla ricerca di una riflessione critica ed equilibrata sul tema sul piano morale e giuridico, con particolare riferimento alla filosofia del diritto, al diritto privato, costituzionale e penale.
Contributi di: Nino Borsellino, Rossana Caira Lumetti, Giuseppe A. Camerino, Sergio Cristaldi, Giuseppe Dalla Torre, Gabriella Di Paola Dollorenzo, Enrico Elli, Lia Fava Guzzetta, Emerico Giachery, Georges Güntert, Giuseppe Ignesti, Giuseppe Izzi, Nicolina Jorio, François Livi, Maria Luisi, Enrico Malato, Irène Jeanine Mamczarz, Paolo Martino, Franco Musarra, Deirdre O'Grady, Francesca Petrocchi, Paolo Procaccioli, Angelo Pupino, Eugenio Ragni, Concetta Ranieri, Gianvito Resta, Riccardo Scrivano, Giuseppe Talamo, Anna Vergelli.
Il segno che più di tutti nei secoli ha diviso il mondo in infuocate battaglie ideologiche torna in questo volume a recuperare il suo valore positivo di amore e di conciliazione: varie università, diversi saperi, difformi sensibilità, applicati non sistematicamente nel lungo arco della storia cristiana, sono qui riuniti per gettare nuovi sprazzi di luce sul più importante mistero della fede. Legati assieme come un mazzo di fiori di più specie, questi contributi mentre prendono nuove sfumature dal loro essere così variamente accostati, sono del pari testimonianza della possibilità di un sereno dialogo della comunità scientifica per restituire a quello che è identificato nella visione laica come un segno di tortura e di morte il suo significato di salvezza e di risurrezione: l'offerta così composta ripropone, dunque, quel messaggio di speranza che i nostri "maggiori", anche del più recente passato, vi avevano subito letto.
La consulenza genetica è un processo di informazione e comunicazione che precede e segue l'effettuazione di un test genetico. La consulenza genetica non si limita a trasmettere informazioni mediche, ma implica anche il riferimento ad aspetti etici e giuridici che riguardano l'identità della persona e la libertà/responsabilità rispetto a scelte individuali e sociali. L'incremento di informazioni in qualche misura "sovraccarica" eticamente l'uomo, rendendo le scelte problematiche sotto vari profili. Si parla spesso di "appropriata" consulenza genetica. Ma che cosa significa consulenza genetica "appropriata"? Diversi sono i modi di considerare l'"appropriatezza" della consulenza in base al paradigma antropologico ed etico di riferimento. Anche la normativa sulla consulenza genetica lascia ancora aperte diverse problematiche, sia a livello legislativo che giurisprudenziale, nazionale ed internazionale. I contributi raccolti in questo volume consentono di delineare percorsi di riflessione, nel contesto della discussione bioetica e biogiuridica attuale.
Il volume raccoglie una riflessione a più voci di docenti di università italiane e straniere sulle relazioni tra le due sponde dell'Atlantico. Individuando nello sviluppo integrale e solidale della società la sfida fondamentale del dialogo euro-atlantico, il testo affronta alcuni aspetti peculiari di tale collaborazione in ambito accademico: le migrazioni degli studenti, la promozione del diritto allo studio e, più in generale, dei diritti umani, il dialogo tra la scienza e la fede, le conseguenze della globalizzazione sull'educazione. Emerge un'ampia riflessione sulla società internazionale e sulla capacità dei due continenti di perseguire una vocazione comune che accompagni il loro cammino storico e arricchisca l'identità culturale e spirituale dei loro popoli.
Adriano Bompiani è professore emerito di Ginecologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Presidente onorario del Comitato Nazionale per la Bioetica. Autore di diversi volumi sui temi della bioetica e dell’etica medica, ha già pubblicato in questa stessa collana il volume (2009).
Nella sua storia plurimillenaria, l’uomo ha sempre osservato con attenzione la natura ed appreso molto dall’analisi delle “cose”, ma ha anche saputo elaborare – nel mito – aspetti del pensiero simbolico. I fenomeni della generazione – con la nascita degli esseri deformi – hanno suscitato angosciate domande esistenziali e concorso a produrre miti e sentimenti favorevoli alla integrità della specie umana.
Questi atteggiamenti si rafforzano – oggi – in gran parte dell’opinione pubblica di fronte a proposte di ibridazione-chimerizzazione della specie umana con le specie animali, sia pure a livello embrionale.
Il volume analizza questi temi sia sotto gli aspetti storico-umanistici che scientifici, e suggerisce un più convinto rispetto dell’integrità umana.
Che cosa è la secolarizzazione? Non è facile partire da una definizione condivisa ed esaustiva. Per "secolarizzazione" si intende la irrilevanza della esistenza di Dio per la filosofia; la scristianizzazione; l'allontanamento dal sacro, dal trascendente; la negazione della metafisica, del pensiero "forte"; l'autonomia dell'uomo, nel pensiero e nelle azioni, dal riferimento al divino, al religioso. Tanti e altri sono i modi per definire la secolarizzazione e per descriverne i percorsi. Il volume raccoglie le riflessioni di alcuni filosofi del diritto sull'argomento. I percorsi filosofici (Cavalla, D'Agostino e Montanari) offrono un inquadramento storico-teoretico del problema; i profili (Amato Mangiameli, Manzin e Palazzani) consentono di interpretare alcuni elementi e categorie del dibattito attuale; gli itinerari (Andronico, Fuselli, Heritier, Moro, Saraceni) delineano ed esplorano aspetti e forme rilevanti della secolarizzazione nel diritto.
La consulenza genetica è un processo di informazione e comunicazione che precede e segue l’effettuazione di un test genetico. La consulenza genetica non si limita a trasmettere informazioni mediche, ma implica anche il riferimento ad aspetti etici e giuridici che riguardano l’identità della persona e la libertà/responsabilità rispetto a scelte individuali e sociali. L’incremento di informazioni in qualche misura “sovraccarica” eticamente l’uomo, rendendo le scelte problematiche sotto vari profili. Si parla spesso di “appropriata” consulenza genetica. Ma che cosa significa consulenza genetica “appropriata”? Diversi sono i modi di considerare l’“appropriatezza” della consulenza in base al paradigma antropologico ed etico di riferimento. Anche la normativa sulla consulenza genetica lascia ancora aperte diverse problematiche, sia a livello legislativo che giurisprudenziale, nazionale ed internazionale. I contributi raccolti in questo volume consentono di delineare percorsi di riflessione, nel contesto della discussione bioetica e biogiuridica attuale.
Negli ultimi trent’anni il cinema è stato invaso da pellicole che hanno per oggetto le più importanti e spinose problematiche della bioetica. Temi quali la fecondazione assistita, l’aborto, la manipolazione genetica, la clonazione, l’eutanasia, la disabilità, i diritti degli animali e dell’ambiente, il postumano e molti altri ancora sono diventati il soggetto privilegiato del grande schermo cinematografico attraverso due modalità di narrazione filmica, quella cosiddetta del racconto esemplare e quella della fantascienza.
Questo testo propone alcuni commenti e riflessioni di esperti del settore su recenti pellicole contemporanee, offrendo uno strumento di critica cinematografica che aiuta a districarsi nel complesso e contraddittorio panorama delle problematiche etiche della nostra epoca di fronte all’inarrestabile progresso scientifico e tecnologico biomedico.
L'espressione "principio di precauzione" ha avuto un forte impatto e una rapida diffusione nell'ambito bioetico, biogiuridico e biopolitico. Ma che cosa significa, propriamente, precauzione? Come rendere compatibili le istanze della tecno-scienza con le esigenze etiche, giuridiche e politiche? Il volume getta luce sul principio di precauzione in una prospettiva filosofica, in una prospettiva biogiuridica e biopolitica e su un piano applicativo, con riferimento a problemi concreti in ambiti diversi.
L'avanzamento irreversibile della tecno-scienza dischiude nuove possibilità di intervento e manipolazione della vita umana e non umana con implicazioni sull'ecosistema, sulle generazioni future, sui possibili scenari della "vita artificiale". Da qui si sollevano nuovi interrogativi di natura etica e giuridica che mostrano l'esigenza ormai irrinunciabile dell'acquisizione di una coscienza critica nella civiltà tecnologica.