Il volume propone una traduzione italiana dei testi di Ammonas, con ampia introduzione storica e teologica. L'opera rende disponibile l'eredità di una grande figura del monachesimo egiziano del IV secolo finora presa in considerazione solo in relazione ad altri autori di quel periodo (Antonio, Serapione di Thmuis, Macario) o a problematiche correlate all'ambiente del primo cristianesimo egiziano (rapporto monaci-chiesa istituzionale, origenismo).
Autore
Bruno Lancuba ha conseguito la specializzazione in Teologia biblica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana. Attualmente insegna materie bibliche nell’Istituto Filosofico Teologico Salernitano e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose in Vallo.
Descrizione
Il racconto della passione e della morte di Gesù, nel quale si radicano fede e speranza cristiane, mantiene intatto il suo fascino e continua ad offrire la sua scomoda e inesauribile ricchezza di senso. Una lunga tradizione di ricerche e riflessioni intorno all’evento centrale nella storia della salvezza viene ripresa in questo approfondito studio di un brano del Vangelo di Matteo.
Adottando prevalentemente la metodologia narrativa, esso perviene a una interpretazione teologica e a una valutazione delle diverse posizioni sorte sul piano esegetico. Con il corredo di precise analisi semantiche e sintattiche e ampi riferimenti bibliografici, l’autore fa emergere efficacemente i molteplici significati e il messaggio contenuto nel racconto evangelico, che non cessa di essere fonte di stimolanti interrogativi per ogni esistenza umana.
Perchè il Concilio Vaticano II adotta il concetto di "auto-comunicazione di Dio" per esprimere la rivelazione? Da dove derivano i Padri Conciliari questo concetto o chi ha influenzato il loro pensiero a questo riguardo? La ricerca conduce a due grandi teologi del XX secolo: Karl Barth e Karl Rahner, le cui riflessioni sull'auto-comunicazione di Dio all'umanità hanno senza dubbio avuto un impatto decisivo sulle delibere conciliari riguardanti il concetto di rivelazione.
La rilettura attenta dei versetti 1,21-45 porta a scoprire nel Vangelo di Marco la capacità di istruire e inquietare il cristiano di oggi, per il quale l'esperienza di Gesù di Nazareth può tuttora rappresentare la riserva di una grande speranza. Lo studio conduce così a un avvincente viaggio alla ricerca delle origini cristiane, fino alla freschezza del primo mattino del vangelo. Attraverso una ricca varietà metodologica, si cerca di penetrare un testo che sa rappresentare la concreta realtà umana, la forza propositiva di curarla e trasformarla e la forma di un discorso prospettico, cioè insieme pragmatico e programmatico.
Il Concilio Vaticano II ha provocato una metamorfosi nella coscienza ecclesiale. A partire da tale evento il ministero della Chiesa è condensato nelle categorie teologiche di comunione e servizio, sostanzialmente contenute nelle Costituzioni "Lumen Gentium e Gaudium et Spes", che la ricerca mette a confronto con diverse opere catechistiche della Chiesa pellegrina in Argentina durante il periodo che va dal 1987 al 1997. Questo studio mira a mostrare la reale ricezione del Magistero conciliare nelle chiese locali e in riferimento specifico alla catechesi; un'indagine per verificare come l'ecclesiologia del Vaticano II è presente nei testi catechetici e catechistici pubblicati nell'arco di un decennio.
Cristiano di confessione protestante, Paul Ricoeur è uno dei più importanti filosofi viventi. Questo saggio si sofferma sulla logica e l'etica che Ricoeur chiama della "sovrabbondanza", proprie cioè di una filosofia il cui fondamento è determinato dalla speranza. Mentre la logica dell'equivalenza appartiene all'etica della giustizia, la logica della sovrabbondanza, rivelata dal cristianesimo, è l'etica dell'amore. Il saggio indaga sulle particolari concezioni del linguaggio, dell'uomo e dell'azione che sostengono questa prospettiva e sulle implicazioni teologiche della filosofia ermeneutica di Ricoeur intesa come approssimazione alla logica della sovrabbondanza.
Questo volume, che riporta la traduzione integrale del Libro dei Proverbi in "kirundi", lingua ufficiale del Burundi, si propone come un esperimento positivo, ma anche come un laboratorio di ricerca e di confronto per gli ambiti di studio e d'interesse che riguardano l'evangelizzazione. L'autrice, infatti, cercando le corrispondenze e mettendo in parallelo i "proverbi biblici" e quelli "kirundi", ha evidenziato come l'esegesi di matrice occidentale resti talvolta lontana dalle problematiche e dalla sensibilità religiosa delle popolazioni africane. Alla possibilità che una esegesi inculturata si sviluppi sulla base di una corretta impostazione di metodo è legato il futuro della teologia africana.