Il volume affronta la complessa vicenda storica della diplomazia vaticana nel Novecento, analizzandone alcuni casi studio riguardanti in particolare la prima metà del secolo. I saggi che lo compongono spaziano dal dibattito storiografico, relativo soprattutto ai rapporti della Chiesa col nazifascismo, alla progressiva erosione dell'eurocentrismo nelle opzioni diplomatiche vaticane - dinamica, questa, esemplificata attraverso il dialogo con gli Stati Uniti d'America -, senza tralasciare il ruolo svolto dalla Santa Sede nella questione irlandese degli anni Venti e in quella tedesca in piena Guerra fredda. Il mosaico che ne emerge esprime le molteplici trasformazioni delle relazioni internazionali nel Novecento: un secolo durante il quale anche il potere e l'influenza vaticane hanno dovuto confrontarsi con le sfide poste dalla globalizzazione.
Il volume offre al lettore, in edizione critica, fondamentali carte inedite dell'Archivio Casaroli. Oltre a una ricca documentazione su trattative, accordi e relazioni fra Santa Sede e paesi del blocco sovietico, vengono pubblicate carte personali, per la più parte manoscritte, in cui il cardinale appunta conversazioni, annota impressioni, esprime punti di vista e giudizi che si forma durante le trattative e i viaggi di lavoro al di là della cortina di ferro. Il materiale è destinato a gettare nuova luce, oltre che sulla storia della diplomazia pontificia del secondo Novecento, sul complesso delle relazioni internazionali in Europa, a partire dagli anni che precedettero la costruzione del muro di Berlino, fino alla sua caduta. Da quelle carte emerge un tempo e un uomo: un tempo difficile, di divisione e tensioni e insieme il carattere di un uomo che, con la pazienza antica della fede, seppe in solitudine varcare i confini e percorrere le strade dell'Est, e farsi interlocutore - grazie non solo alla finezza diplomatica, ma anche a una speciale capacità di ascolto e alla riconosciuta gentilezza d'animo - di uomini e governi asserragliati al di là di un apparentemente invalicabile muro.
Il volume offre una ricostruzione sistematica del periodo della "Ostpolitik" vaticana: sotto il governo di Paolo VI, grazie alle intuizioni di Giovanni XXIII e all'impegno personale di Agostino Casaroli la Santa Sede ha dato vita a una coraggiosa politica di dialogo, che ha portato la Chiesa cattolica al confronto difficile e complesso con i sistemi politici fondati sul marxismo-leninismo. Gli obiettivi di tale politica, all'inizio essenzialmente pastorali, si sono poi ampliati collocando la Santa Sede nelle relazioni politiche internazionali segnate dalla "détente" e definite nell'Atto Finale di Helsinki. In questo contesto è emersa la figura di Casaroli quale negoziatore vaticano e autorevole protagonista. Il volume si chiude con riflessioni relative al pontificato di Giovanni Paolo II e al suo operato per la riunificazione del continente europeo.
Pedro Arrupe, 280 successore di Sant'Ignazio di Loyola, è una delle personalità più significative del cattolicesimo del Novecento, un protagonista del rinnovamento della vita religiosa. Preposito generale dei Gesuiti dal 1965 al 1983 è stato l'artefice del rinnovamento conciliare della Compagnia di Gesù. Il suo operato al vertice dell'ordine è stato spesso al centro di contrastanti giudizi e di opposte valutazioni. Il padre Peter-Hans Kolvenbach, suo successore, in occasione del decennale della morte ha scritto: "Come ogni altro testimone profetico, il padre Arrupe fu segno di contraddizione, incompreso o malcompreso, nella Compagnia e fuori di essa". I contributi e le ricerche qui pubblicate, avvalendosi di nuove fonti archivistiche in larga parte inedite, hanno liberato la storia del generalato di padre Pedro Arrupe da quella sorta di "rimozione" storica che lo ha accompagnato soprattutto dopo la sua morte, collocandolo nella complessità delle vicende storiche, culturali e religiose del suo tempo e dunque rendendo ad Arrupe ciò che è stato di Arrupe.
Questo volume parla dunque di un "filo rosso" che si snoda dalla metà degli anni Cinquanta, quando, in qualità di collaboratore di monsignor Samoré, ne accompagnò l'impegno per l'organizzazione della prima conferenza generale dell'episcopato latinoamericano a Río de Janeiro, agli ultimi decenni del secolo scorso, quando intraprese importanti viaggi a Cuba, in Brasile, Messico, Argentina, Guatemala. In questo itinerario Casaroli fa l'esperienza di una chiesa che assume sempre più coscienza di un'unità che trascende gli orizzonti nazionali, e che negli anni tra il concilio Vaticano II e la conferenza di Medellin del 1968 vede mutare progressivamente il proprio volto.
Il volume costituisce il punto di arrivo di un intenso processo di indagine rivolto ad illustrare l'attività del card. Angelo Dell'Acqua, una tra le più autorevoli figure del mondo cattolico italiano prima e dopo il Concilio Vaticano II. Dalla chiesa lombarda, Dell'Acqua viene introdotto nella carriera diplomatica pontificia in Oriente e qui entra in contatto con il mondo ortodosso e conoscerà il futuro Giovanni XXIII. La sua vita vedrà una nuova importante svolta con l'inserimento nella segreteria di Stato vaticana, il cuore pulsante delle decisioni e delle strategie politiche della Santa Sede. Il volume ricostruisce e documenta con materiale inedito tutti questi importanti passaggi della vita di Dell'Acqua.
Mons. Cagna, primo nunzio della santa Sede nella Jugoslavia di Tito e nell'Est Europa, arriva a quella sede attraverso una carriera diplomatica che lo porta, dopo i primi anni in America Latina, alla nunziatura d'Italia, poi a Tokio. Attraverso i saggi di alcuni importanti specialisti del settore vengono indagati gli ambienti e le linee delle relazioni internazionali del Vaticano, di cui Cagna (che concluderà la sua carriera a Vienna) sarà una figura significativa. Questo volume apre inoltre la collana di studi dedicata alle relazioni fra la chiesa cattolica e gli stati nel Novecento, nella quale verranno analizzati figure e problemi il cui impatto sulla scena internazionale è spesso sconosciuto.