Il libro raccoglie testi scritti lungo un decennio aventi come tema il pensiero di Ignacio Ellacuría non da un punto di vista prettamente specialistico né semplicemente d'occasione, ma che volutamente intrecciano la riflessione del gesuita basco con altre prospettive (Papa Francesco, gli altri martiri dell'UCA ed il maestro Zubiri, il dibattito sul realismo, l'umanesimo delle vittime e degli oppressi, la cristologia). Da ciò emerge sia una rigorosa enucleazione dei temi pivotali del pensiero di Ellacuría - la salvezza nella/della storia, il popolo crocifisso, la realtà storica, le periferie, la civiltà della povertà - sia la possibilità che essi possano essere giocati nei centri nevralgici del presente - il rapporto tra etica e prassi e la metafisica. Ne sorge una riflessione che siamo convinti sia originale non solo per la teologia o per la filosofia, ma per il pensiero tout court grazie alla straordinaria e, a propria volta, originalissima saldatura tra filosofia e teologia che emerge dal pensiero del gesuita basco.
Un corso di teologia morale fondamentale composto nel tempo e ora ripensato per studenti di teologia, ma anche per altri, persone e gruppi desiderosi di capire e vivere l'onestà nelle relazioni complesse della propria storia. La riflessione procede dall'esperienza di coscienza di cui ogni uomo è capace, si esprime in funzione del suo maturare, mette in luce l'unità tra vita di fede e vita morale nella costitutiva relazionalità dell'esperienza. Si cerca di capire cosa succede nel divenire onesti e nel divenire discepoli del Signore in questa storia, come l'esperienza morale sia comunicabile oltre i confini di appartenenza culturali, politiche, religiose. Nella prima parte del percorso, l'esperienza di moralità viene letta nel suo carattere autonomo cositutivamente relazionale e storico, la sequela viene letta nel rimando alla storia di parte l'attenzione è posta sui criteri di discernimento dell'oggettività del bene, di fronte alla complessità delle circostanze, alla conflittualità oggettiva di valori, all'inzieme di limiti e possibilità della storia. Nella terza parte la fiducia nella coscienza e il compito di formazione che personalmente e reciprocamente ci è affidato porta in primo piano l'esigenza di comprendere e vivere il discernimento come cammino di necessaria conversione. Il male morale, con la sua efficacia storica, ma anche la realtà della conversione storicamente efficace vengono letti nel loro carattere personale e strutturale intimamente connessi. L'etica e la teologia sono per vivere: come vivere oggi, nel nostro mondo, volendo essere persone umane? come costruire nell'umana reciprocità comunione con il Signore?
Parte cospicua del volume è uno studio sulla formazione morale nell'enciclica Veritatis splendor (D. Abignente). Nella prospettiva della formazione, sono ripresi alcuni punti nodali dell'enciclica stessa, unificati su tre temi: l'autonomia morale compresa alla luce della creazione e della rivelazione, il carattere storico e l'universalità della legge morale naturale, la retta formazione della coscienza. Questo studio è preceduto da due interventi sulla responsabilità della formazione morale e sul discernimento in rapporto ad essa (S. Bastianel), avendo attenzione alla dimensione di fede dell'esperienza morale cristiana, che la fa essere esperienza di conversione e di sequela del Signore.
Cinquanta anni fa si apriva il Concilio Vaticano II. Il travaglio storico e la riflessione pensosa che lo avevano preparato trovavano espressione nella voce di teologi che contribuirono al profondo rinnovamento della teologia morale cattolica. A cento anni dalla nascita di una delle più autorevoli figure di moralisti di quel tempo, Josef Fuchs s.j., questo studio si pone in continuità con la sua riflessione e le istanze conciliari in essa presenti. Il testo parte dalla domanda sul come essere discepoli di Cristo nella storia, con l’attenzione al rilievo della vita di fede per la capacità di moralità dei credenti, in funzione del necessario discernimento su tutto quanto impegna la responsabilità personale e sociale nel contesto odierno. Sono in questione il modo di capire la vita della città, l’attenzione alla complessità della storia e delle culture, la cura di interpretare correttamente la natura e il mondo umano, il compito di orientare, con criteri di senso eticamente riconoscibili, lo sviluppo tecnologico nelle sue componenti intenzionali mai neutre. Ne risulta, per la teologia morale, il primario compito di ricerca sui temi e problemi che si pongono oggi, con una fondamentale finalità di formazione delle coscienze.
E' possibile vivere e pensare moralmente senza riconoscere esplicitamente l’esistenza di Dio? Esiste una specificità della morale cristiana ed eventualmente a quale livello di riflessione e di ricerca va collocata? E soprattutto: che disciplina è la teologia morale? Sono queste le domande che le analisi e le interpretazioni presenti in questo libro portano a formulare. L'obiettivo è quello di "ri-avviare" una riflessione sull'identità della teologia morale in modo da superare quel modo basculante, dilemmatico, di fare ricerca che impedisce di individuare un terreno comune di incontro, di dialogo, di confronto, a quanti indagano, sulla scia delle direttive conciliari, la "dimensione cristiana dell'esperienza morale" e a quanti, viceversa, in linea con la manualistica neoscolastica, puntano la loro attenzione sulla "dimensione morale dell'esperienza cristiana". Due itinerari, due modi di fare ricerca teologico-morale, che non si contrappongono, ma si implicano, si integrano, si illuminano a vicenda. A partire da una simile visione e impostazione, l'autore discute sui temi e i problemi più fondamentali e controversi attuali: bibbia e morale, teologalità e moralità della teologia morale, rapporto tra etica teologica ed etica filosofica, e altri ancora.