La storia urbana del Seicento, un'epoca che ha segnato il volto dell'Europa: dall'ascesa di Francia e Inghilterra come monarchie nazionali moderne all'emergere delle capitali nordeuropee, alle città dell'Europa cattolica, la cui immagine si confronta con Roma, dove immense risorse sono convogliate nella costruzione di una città straordinaria per fasto ed efficacia persuasiva e per la quale viene coniato l'aggettivo "barocco".
"Chi parla di una tipica 'città romana' intende, di norma, una città a pianta ortogonale, come quelle che si incontrano nelle regioni che una volta formavano la parte occidentale dell'Impero". È quasi un paradosso: rispetto a questa struttura, Roma non si presenta affatto come una tipica 'città romana'. Ma è Roma che ha fatto da modello per intere generazioni, in particolare per le più importanti tipologie di edifici pubblici.
Nel Settecento prende forma la metropoli moderna. Mentre nascono nuove capitali - come San Pietroburgo e Washington - si forma anche un nuovo proletariato che darà vita alle rivoluzioni americana e francese. Prima della rivoluzione industriale il 60-80% della popolazione attiva era impiegato in attività agricole e viveva in campagna; l'industrializzazione porta la gran parte della popolazione a trasferirsi nelle nuove metropoli e intellettuali, governanti e architetti s'interrogano sulla struttura di agglomerati urbani che sovraffollamento, concentrazione di attività produttive, nuove istanze di igiene e salubrità non consentono più di valutare unicamente in termini di "bellezza", "decoro" o monumentante. L'architettura ricerca nuovi materiali e nuovi sistemi di produzione da applicare su larga scala in inediti tipi edilizi - ministeri, caserme, carceri, ospedali, borse, teatri, biblioteche, musei, fabbriche e cimiteri - mentre gli edifici per il culto e i palazzi reali o dell'aristocrazia perdono centralità nella qualificazione degli spazi urbani.
Cittadelle stellari e forti bastionati, strade larghe e rettilinee, piazze cerimoniali, fontane spettacolari, ponti monumentali, palazzi sontuosi, borse commerciali, logge mercantili, pese pubbliche, granai, porti, magazzini. La storia urbana di un'epoca straordinaria, segnata da uno dei più stupefacenti rinnovamenti tecnologici e artistici che l'Italia e l'Europa abbiano conosciuto. Claudia Conforti è professore di Storia dell'architettura alla Facoltà di Ingegneria di Roma Tor Vergata.
Docente di Urbanistica, Bernardo Secchi ha elaborato piani e progetti per città come Siena, Bergamo, Prato, Pesaro, Brescia, Ginevra e Marsiglia. In questo libro analizza le fasi e le rivoluzioni attraverso cui si è evoluto il progetto della città europea nel ventesimo secolo, influenzato e stimolato dalle grandi trasformazioni della vita individuale e collettiva.
La storia della città bizantina è quanto mai complessa. È la storia della capitale, Bisanzio, e delle città dell'impero che, dall'ultima età romana, ebbe vita fino alla metà del XV secolo e dove coesistettero centri di formazione antica accanto a città di nuova fondazione. È la storia della crisi definitiva dei modelli urbani di matrice classica e dell'affermarsi delle nuova polis cristiana, dell'abbandono dell'agorà e della difficile persistenza altomedievale entro spazi ridotti e difesi da mura spesso edificate con le spoglie smembrate delle città antiche, ma anche di un recupero avvenuto con criteri diversi da quelli dell'Occidente, responsabile in gran parte della sua interruzione.
Dal neolitico all'arrivo dei Greci, dalla nascita allo sviluppo e al tramonto delle polis: in queste pagine l'organizzazione spaziale, le parti costitutive e l'immagine complessiva dei centri urbani fondati dalle genti pre-greche e dai popoli greci nelle terre e nelle isole dell'Egeo, del Mediterraneo e del Mar Nero.
La città medievale europea è da sempre al centro dell'interesse degli studi. È nella città medievale, infatti, che si può cogliere quel nuovo modo di intendersi e di rapportarsi tra individui di diversa estrazione economica, sociale e culturale che ha contribuito al formarsi di una coscienza unitaria e alla nascita della stessa Europa e che si è tradotto in forme fisiche funzionali a rappresentare poteri, mentalità, bisogni. Confrontando il vasto panorama delle città medievali europee, questo libro analizza le forme e le tipologie degli spazi urbani, quelle delle loro architetture e dei loro tipi, tramite la funzione che essi vennero chiamati a svolgere nei circa mille anni del Medioevo.
Caratteristica di questo volume è l'arco cronologico interessato alla trattazione, anticipato rispetto alle storie canoniche del periodo: non è il 1492 l'anno di partenza, ma l'intero corso del Quattrocento, nell'ipotesi che già agli inizi di quel secolo si profilino nuove strategie urbane, distinte da quelle medievali. La città quattrocentesca risulterà assimilata quindi a un lungo Rinascimento, in una stagione ricca di rinnovamenti e di sperimentazioni. Analogamente, il punto di arrivo della narrazione coincide più o meno con la metà del XVI secolo, poiché quello successivo è ormai un periodo di conferme, di sedimentazione e di abbellimento.