Con questo volume l'autore ha lo scopo di mettere in evidenza i momenti più originali e maturi della filosofia di Muratori in riferimento alla coeva cultura filosofica e scientifica. La ricostruzione del rapporto critico con Descartes e i suoi seguaci colloca Muratori in una posizione molto particolare all'interno dell'ancor viva querelle des anciens et moderns: il netto distacco dal 'settarismo', che si diffondeva anche nella scuola cartesiana, segna la distanza muratoriana dal razionalismo del francese in nome della tradizione sperimentale italiana (in particolare galileiana) e dell'empirismo. Sono messi in risalto anche gli elementi, molto spesso occultati, di una fitta compenetrazione ideologica con alcuni punti della filosofia di Locke, moderati però dalle preoccupazioni per le loro conseguenze etiche e religiose non in linea con il cattolicesimo.
Negli ultimi decenni si è sempre più affermata una visione della conoscenza e dello sviluppo culturale centrata sui processi evolutivi e sull'analogia con i meccanismi che regolamentano la selezione naturale. L'epistemologia ha di conseguenza conosciuto una notevole evoluzione verso la sua naturalizzazione, nella prospettiva di liberare lo studio della conoscenza da ipoteche normative e fondazionalistiche per riconsegnarla alle scienze che hanno sempre studiato i processi di acquisizione delle informazioni e di formazione dei concetti, come le scienze cognitive. Nei saggi contenuti in questo volume viene fatto il punto su di un particolare aspetto di tali recenti sviluppi: la metafora di carattere biologico tra conoscenza e processi evolutivi, a cominciare dall'analisi del suo principale interprete del '900, Konrad Lorenz, fino a giungere ai più recenti sviluppi.
Il dibattito, oggi, tra laici e credenti - per usare ancora una terminologia "generalista" -, sembra più alimentato da interventi autorevoli, anche se, a volte, troppo ideologizzati. Questo libro, traendo spunto da tre modelli di laici per eccellenza - Croce, Sartre, Fromm - vuole inserirsi nel dibattito non con il solo obiettivo di un apporto critico, ma con il tentativo di individuare percorsi che, pur nella laicità, evitino le secche del laicismo. Da ciò il riferimento al rapporto pensiero-anima, relativismo-assolutismo, nonché alle prospettive escatologiche di una società umana fatta non più di bieca mediazione, ma di condivisione.
Sembra che l'Occidente si sia stancato di se stesso, di pensarsi come il luogo privilegiato in cui, nel modo migliore, si era realizzata l'avventura della razionalità. Dopo Popper, la riflessione sulla scienza sembra essere entrata in una crisi irreversibile, dando luogo ad una disseminazione di pratiche cognitive che hanno smarrito ogni trama unitaria.
Il Positivismo è stato lotta nei giudizi sulle filosofie e sui filosofi, nelle qualificazioni argomentative e semantiche; su certi modi di fare scienza e sugli scienziati. Ma fu anche la dimostrazione che ad entrambe le parti non mancarono argomenti validi per riformare le posizioni degli altri, difendendo strenuamente le proprie. Enrico De Michelis e Giuseppe Sergi rappresentano due realtà speculari che, non accontentandosi delle dogmatiche positivistiche, escono fuori dalle impostazioni predominanti orientandosi verso posizioni originali, rispettivamente sui temi della storia e dell'evoluzione darwiniana.