L'Italia si trova oggi in una situazione economica, culturale e scientifica che volge rapidamente al peggio; assistiamo a un arretramento uniformemente accelerato in quasi tutte le classifiche degli organismi internazionali che monitorano lo stato dell'innovazione, della ricerca e della cultura. E tuttavia, in un clima di crescente plebeismo culturale, si è avviata negli ultimi anni una politica di finanziamento alla ricerca e all'educazione sempre più restrittiva e una controversa riforma universitaria. Questo volume cerca di dare dell'università italiana un quadro disincantato ma al tempo stesso mostrare come i dati a disposizione della comunità internazionale facciano giustizia dei molti luoghi comuni su cui si regge buona parte del dibattito nazionale.
Questo volume nasce dalla duplice volontà di ricordare Rosaria Longo nella sua realtà di donna e di studiosa e di proseguire con lei un ideale dialogo teoretico. Per fare ciò, esso affianca ad una prima parte di ricordi personali due sezioni di studi tematici che si concentrano sugli argomenti da lei prediletti e frequentati. La prima, "Ermeneutica, alterità e riconoscimento" (che conta sui contributi di C. Caltagirone, S. Di Bella, G. Furnari, M. Gensabella Furnari, A. Girotti, M. T. Russo, A. Tigano, G. Venuti, C. Vigna) mette in tensione i temi e i metodi dell'ermeneutica con una gamma di questioni che si estende dalla metafisica al pensiero della differenza sessuale, anche attraverso la rilettura di autori come Ricoeur e Pareyson. La seconda sezione, dal titolo "Etica applicata e pratiche filosofiche" (con contributi di A. Cavadi, L. Malusa, D. Miccione, N. Pollastri, F. Pulvirenti, M. Striano), scandaglia l'universo della pratica filosofica sia attraverso il ventaglio della diversità disciplinare (dalla consulenza filosofica alla philosophy for childreen) che attraverso quello della valutazione, con studi che vanno dall'adesione convinta alla netta critica.
Oltre ai grandi e più noti contributi alla logica e alla storia della logica di pensatori come Tarski, Lukasiewicz, Lesniewski, la filosofia polacca contemporanea ha elaborato concezioni originali su questioni filosofiche generali e di filosofia della scienza. In particolare, si sono distinte due scuole, quella di Leopoli-Varsavia, sviluppatasi fra le due guerre, e quella più recente di Poznan. Elemento comune che caratterizza entrambe le scuole è una concezione della scienza antiempirista che valorizza il ruolo dell'astrazione e dei modelli nella costruzione delle teorie. Questo studio ­ che si propone in versione riveduta e corretta dopo la sua prima edizione del 1990 ­ ha fondamentalmente due scopi: colmare una lacuna nella storiografia filosofica italiana sulla filosofia polacca in generale nonché sulle due scuole prima menzionate e utilizzare gli strumenti analitici da esse forniti per contribuire al dibattito su alcuni di quei problemi ­ quali il realismo, la verità, il progresso scientifico ­ che sono stati al centro dell'attenzione dopo la crisi del positivismo logico e con lo sviluppo della filosofia della scienza post-positivista.
Il manuale di base si propone come testo fondamentale per coloro che si avvicinano per la prima volta alla storia della filosofia. La prima parte presenta gli autori della filosofia classica, cristiana e moderna che ogni studente deve conoscere. L'esposizione del contesto e l'analisi delle opere principali è pensata in modo da consentire l'individuazione dei nuclei principali della riflessione filosofica e far entrare il lettore a diretto contatto con i testi. La seconda parte è dedicata invece agli indirizzi e ai problemi più rilevanti della filosofia contemporanea, ordinati entrambi per lemma, dall'epistemologia all'utilitarismo, dalla bioetica alla globalizzazione alla neurobiologia. Un'introduzione aggiornata alla filosofia che si avvale del contributo di alcuni tra i più importanti esponenti del panorama filosofico italiano.
Sembra che l'Occidente si sia stancato di se stesso, di pensarsi come il luogo privilegiato in cui, nel modo migliore, si era realizzata l'avventura della razionalità. Dopo Popper, la riflessione sulla scienza sembra essere entrata in una crisi irreversibile, dando luogo ad una disseminazione di pratiche cognitive che hanno smarrito ogni trama unitaria.
L'opera di Platone, che ha sempre avuto un ruolo centrale tra i cultori dell'esoterismo occidentale, ha recente richiamato l'attenzione della scuola di Tubinga-Milano per le cosiddette "dottrine non scritte", cui si attribuisce una natura esoterica. Tuttavia non sempre si ha piena consapevolezza di cosa sia stato storicamente l'esoterismo. In questo saggio, dopo una presentazione di tale tema alla luce delle più aggiornate ricerche, si analizza in che senso esso possa essere proprio di Platone. Si sostiene che non è possibile intendere l'esoterismo platonico come una sorta dottrina protologica dei primi principi, bensì si deve parlare di una via simbolico-anagogica che di fatto recupera l'esperienza misterica della religione tradizionale, che viene inquadrata e regimentata all'interno di un discorso filosofico.