Il poeta siriano Adonis, uno dei più grandi intellettuali del mondo arabo, tra le voci più ascoltate anche sui temi di attualità in questa drammatica epoca di conflitti, offre al lettore in queste pagine uno spaccato lucido e appassionante della cultura islamica e dei suoi rapporti con l’Occidente, in un percorso che unisce alla sensibilità del poeta la competenza del critico e dello storico. Adonis diventa per noi testimone dell’Oriente, descrivendo un mondo dove l’apertura al nuovo deve fare i conti con la fissità quasi pietrificata della teocrazia. Convinto che l’individuo sia libero solo al di fuori della costrizione che esercita il potere religioso, l’autore indica una possibilità di incontro tra l’Islam e l’Occidente in una comune terra del cuore, in quella terra di tutti e di nessuno che è la poesia. Perché la difesa della dignità umana e della democrazia cominciano dal rispetto assoluto delle facoltà creatrici dell’uomo.
Conosciamo tutti la follia di certi leader arabi, responsabili dei massacri dei loro popoli, e conosciamo il loro odio nei confronti delle libertà pubbliche. Ma oggi lo Stato islamico, invocando la legge della shari'a, ostenta una barbarie che supera ogni immaginazione. Il suo compito sarebbe quello di ripulire la terra dell'islam da tutto ciò che minaccia la sua purezza. E in nome di questa purezza si commettono i crimini peggiori: uccisioni, stupri, massacri, saccheggi, vendita di donne, distruzione di siti archeologici e storici... La condanna dell'alterità va di pari passo con la desolazione e la rovina. "È la rovina" scrive Adonis "che caratterizza lo stato attuale del mondo arabo, un mondo in cui si politicizza la religione e si sacralizza la politica." Oggi è della massima urgenza riflettere sul senso di questa rovina. A partire da qui il nuovo libro di Adonis affronta il tema della violenza come aspetto costitutivo dell'islam e, passando al tempo presente, mette a fuoco i temi più drammaticamente attuali: il fallimento della Primavera araba, gli attentati terroristici, la nascita dell'Isis.
Nella cultura araba la poesia riveste da sempre un ruolo preminente tra le varie forme di espressione artistica. Agli inizi degli anni Sessanta, Adonis e un gruppo di giovani intellettuali fondarono Shi'r (Poesia), una rivista che segnò un importante momento di rottura con gli schemi poetici classici e la metrica tradizionale, per esprimersi nelle nuove forme della prosa e del verso libero, pur rispettando la tradizione linguistica araba. Sono di questi anni le opere più innovative del poeta, tra cui "Singolare in forma di plurale", dove si definisce la sua personalità connotata da una grande capacità di scrittura, ricchezza di linguaggio e da una profonda analisi teorica. Questo testo accoglie il lettore con uno stuolo di interrogativi sin da subito, a partire dal titolo enigmatico. È un'opera che dissolve i confini, e non soltanto tra singolare e plurale, tra contingente e assoluto, ma anche tra soggettivo e storico, privato e pubblico, presente e passato, agito e pensato. Così, non appena il poeta comincia a tratteggiare le sue tante vite instabili e i loro mondi, compie un viaggio in cui si compenetrano l'immaginario soggettivo e quello altrui, l'immaginario del mondo e del passato con le sue tante stratificazioni, dove si confondono il tempo del borgo e quello privato, la filosofia e la semiologia, l'astronomia e la religione, le visioni dei veggenti e le rivolte dei contestatori, l'estasi del corpo erotizzato e l'ascesi del risveglio e della rinascita...
Un poema dedicato a Gerusalemme, Città Santa per eccellenza, essendo tale per le tre principali religioni monoteistiche: Cristianesimo, Ebraismo, ed Islam. Ma Gerusalemme è anche la città martoriata, simbolo del tragico conflitto arabo-israeliano, un conflitto che sembra accompagnarci negli anni senza che mai davvero si profili una reale possibilità di soluzione. Con versi di straordinaria e drammatica intensità, Adonis ci svela il volto di questa splendida, enigmatica città, i suoi miti e la sua storia, la sua pesante eredità ma anche il suo tesoro per l'avvenire.
Una lettura che interroghi e interpreti il Corano al di fuori dei limiti angusti delle rigidità del fanatismo; il tentativo di comprendere la nascita del terrorismo di Al-Qaeda e la personalità della sua guida, Osama bin Laden; la volontà, sempre energica, di proporsi come un possibile ponte tra due culture, quella musulmana e quella occidentale, che l'attualità contemporanea pare dover dividere, ma che hanno invece radici comuni nel passato. Nel nuovo libro di saggi di Adonis ritornano i temi più tipici della sua riflessione, declinati su percorsi a volte letterari o culturali, altre volte più specificamente politici.
Adonis, considerato tra i maggiori poeti contemporanei di lingua araba, rimane un poeta di difficile classificazione, poiché la sua opera non rappresenta una frattura e nemmeno una rifondazione nell'arte poetica araba. Fra tutti i poeti arabi contemporanei è probabilmente lui che ha spinto al limite massimo il "corpo a corpo" con la parola: la sua lingua non conosce stasi, requie o pausa ma ricerca senza sosta la combustione, il ritorno del gorgo caotico del principio.