La convergenza tecnologica e l'ibridazione con la Rete non hanno prodotto nell'ultimo decennio la tanto attesa (e paventata) fine della televisione. Ma certamente ne hanno ridisegnato i confini, ridefinendone gli operatori e i modelli produttivi e distributivi, moltiplicandone schermi e setting di fruizione, dilatandone l'esperienza, e i suoi significati, oltre l'originale unicità del medium e la stabilità delle pratiche di consumo. Questa nuova TV fluida, ubiqua, senza limiti di tempo, componibile, modulabile e definitivamente avvolgente ci pone davanti a una serie di sfide teoriche ed empiriche ineludibili: in primo luogo, l'idea di flusso, alla base della televisione dei palinsesti, sta cedendo spazio alle pratiche audience-controlled, che ridefiniscono schermi e tempi di visione, promuovono la circolazione (digitale) dei contenuti e integrano l'interattività nell'esperienza televisiva. In secondo luogo, ai broadcaster tradizionali si vanno affiancando nuovi player Over The Top (come, per esempio, Netflix e Amazon) all'interno di un ecosistema in cui cambia il modo di concepire e distribuire contenuti televisivi. Infine, le audience stesse, impegnate in un inesauribile andirivieni di esperienze che entrano e escono dai confini del medium, degli schermi e dei singoli contenuti, impongono una revisione dei modelli di osservazione, analisi e valorizzazione delle pratiche di consumo, con uno sguardo interessato a comprendere la nuova centralità della/e televisione/i.
La convergenza con internet e le tecnologie digitali dell'ultimo decennio non ha prodotto la tanto attesa (e paventata) fine della televisione. Al contrario, la moltiplicazione degli schermi su cui si vedono i contenuti, l'ingresso di nuovi operatori come Netflix e Amazon, l'ibridazione con il web e i social media ci stanno consegnando una nuova centralità televisiva, che ridisegna i modelli e i formati della tv tradizionale, sia in termini di offerta che di pratiche di consumo. Il medium televisivo sta perdendo la sua configurazione originaria: l'idea di flusso, che ha sorretto la televisione dei palinsesti, sta cedendo spazio alle pratiche audience-controlled, che impongono schermi e tempi di visione, promuovono la circolazione (digitale) dei contenuti, integrano l'interattività nell'esperienza televisiva. Si sta producendo un nuovo ecosistema, che possiamo ricondurre all'espressione connected viewing, nel quale i broadcaster e i nuovi player Over The Top sono chiamati a operare. In questo nuovo ecosistema cambia il modo di concepire e distribuire contenuti televisivi e cambiano i modi in cui le audience sono osservate, costruite e inserite nella catena di valore.
A poco più di dieci anni dalla sua nascita, YouTube oggi conta un miliardo di utenti e centinaia di milioni di ore di video fruiti sulla piattaforma ogni giorno. Nella sua library on line convivono prodotti amatoriali, contenuti fandom-like, prodotti creativi che legittimamente possono trovare spazio nel mercato dei media, testi mediali ufficiali e produzioni direttamente promosse da brand commerciali. Quando parliamo di YouTube oggi ci riferiamo quindi a una realtà profondamente mutata rispetto alla originaria natura di digitai video repository. Il suo ruolo di on line video aggregator si è andato progressivamente ridefinendo rispetto ad una crescente ibridazione tra UGC (user generated content) e PGC (professional generated content). In questo scenario in profonda trasformazione, nel quale si vanno ridefinendo modelli di produzione capaci di ibridare le dinamiche della amatorialità e della sperimentazione con la ricerca di standard professionali innovativi, chi sono i creatori di contenuti italiani e qual è il loro ruolo all'interno del più ampio ecosistema mediale? A partire dai risultati di una ricerca condotta per l'Osservatorio Focus in Media della Fondazione per la Sussidiarietà, il volume discute delle trasformazioni delle figure e dei processi creativi, dei modelli produttivi e dell'evoluzione dei contenuti su YouTube, considerando anche il punto di vista delle industrie mediali, oggi sempre più attente alle forme espressive e alle sperimentazioni di formati che emergono negli ambienti on line.