Nato tra i contadini della Francia del sud, all’epoca delle Guerre di Religione, san Vincenzo è stato convertito dalla grazia di Dio per donarsi soprattutto alla gente po­ve­ra della campagna abbandonata. Per arrivare a capire il suo carisma ha dovuto attraversare le peripezie di una vita tortuosa, ma guidata dalla Provvidenza che gli ha aper­to strade impensate. Così in un’esi­sten­za avventurosa ha potuto servire i poveri di tutte le categorie sociali: dai galeotti ai trovatelli; dai rifugiati nelle città a causa del­la guerra e della fame ai cristiani schiavi in Tunisia. Ha lanciato la sfida della carità nel mondo femminile, introducendo nella Chie­sa l’organizzazione capillare del servizio ai poveri nelle parrocchie di Parigi e la no­vità di una congregazione femminile, le Fi­glie della Carità, a totale servizio dei poveri. Si è impegnato per la riforma del clero di Francia. Ha operato nell’epoca di Richelieu e Mazzarino, sostenendo la dignità e la causa del povero come vocazione fondamen­tale della Chiesa. È stato proclamato dalla Chiesa “Patrono universale di tutte le opere di carità”.
Caterina Labouré, questa giovane contadina del centro della Francia, appartiene a quella immensa schiera di credenti che hanno avuto il dono di poter vedere, dentro questo mondo, il dischiudersi dell'amore risanante di Dio nei frammenti decaduti della creazione. Con gli occhi della fede è stata attenta allo svelarsi del mistero di Dio attraverso le sue origini umili; nella chiamata a dedicarsi a lui nel servizio dei poveri; nell'abbraccio mistico della Vergine Maria che le consegnava una missione; nella tribolazione di non essere creduta e messa in disparte; nel nascondimento di una vita incolore per il mondo, ma per la fede ricca di sorprese. Questo nuovo libretto intende mostrare l'intimo nesso tra le vicende umane con il destino eterno dell'uomo, di cui la biografia di santa Caterina è stata ed è una trasparente testimonianza.
È noto come all'inizio della modernità stesse tramontando l'ideale del povero come "immagine di Cristo" e che, al suo posto, stesse subentrando la persuasione che fosse un "disturbatore della società". Ma Dio non ha abbandonato i suoi poveri ed ha suscitato alcune figure di intensa vitalità spirituale, che hanno guardato ai poveri come ai loro "signori e padroni". Santa Luisa de Marillac, in profonda connessione di amicizia spirituale con san Vincenzo de' Paoli, ha contribuito a mantenere vivo nella Chiesa il sentimento di fede che Bénigne Bossuet ha chiamato "l'eminente dignità del povero". Questo volumetto intende mostrare che la via della carità da lei inaugurata è inseparabile dalla storia della sua esistenza. Un'esistenza toccata dal dolore, quello intimo di difficile esplorazione, che è stato il luogo provvidenziale attraverso cui Dio ha preparato l'umanità di santa Luisa per trasformarla in donna di carità.
Queste poche righe sulla santità di Luisa de Marillac sono il testo di una comunicazione tenuta, nell'ottobre 2009, in occasione della VI Giornata della Famiglia Vincenziana del Piemonte e della Valle d'Aosta, a Vercelli.