Gli articoli di Antoni qui raccolti risalgono al principio degli anni trenta del secolo scorso, pubblicati su "Il Resto del Carlino" e su "La Stampa". Si tratta di una analisi della cultura europea e in particolare tedesca, nella quale vengono alla luce molti problemi che ancora oggi, in un periodo di grandi mutamenti ancora in atto, attendono di essere chiariti e risolti con soluzioni soddisfacenti, capaci di contribuire al superamento della crisi in cui ormai da più di un secolo si dibatte la nostra civiltà. La loro rilettura, attraverso la critica di Antoni, permette di cogliere, nella molteplicità delle opinioni e dei diversi ambiti culturali dei tanti autori da lui presentati, quella positività che le idee, pur nella loro diversità, contengono e che consiste nella fondamentale unità di una cultura che unisce l'intera Europa in una unica grande nazione, momento vivo da millenni di ideale progressiva affermazione della dignità umana al di sopra della individualità dei costumi e delle lingue.
"A questi motivi di recriminazione si aggiunsero altri meno nobili, che venivano dal costume della vecchia Italia: la consuetudine di scorgere nel governo un'autorità estranea o addirittura nemica, nella polizia non la tutela dell'ordine e della libertà, bensì l'esoso strumento dell'oppressione, nei tributi la imposizione arbitraria, nel servizio militare una mortificante servitù, nella legge un ordine estrinseco cui era lecito e bello sottrarsi". Nel periodo confuso e terribile dell'estate del '43, un intellettuale italiano, concentrato fino ad allora sui propri studi di storia del pensiero, avverte il bisogno di una riflessione eminentemente politica sul senso ultimo della storia d'Italia. Ne nasce un saggio rapido eppure pensoso, che in poche pagine di eccezionale pregnanza coglie una ad una le cause di lungo corso di quei mali pubblici della nazione ancora oggi ben vivi tra noi.