«E in questa conversazione milesia io intreccerò per te storie di ogni genere e incanterò le tue orecchie benevole con un dolce sussurro.» Così, in tono apparentemente leggero, si aprono le Metamorfosi di Apuleio, conosciute anche come L'asino d'oro, il secondo grande romanzo latino dopo il Satyricon di Petronio e prima dell'anonima Storia di Apollonio. Riprendendo un perduto originale greco, Apuleio narra le avventure di Lucio, un giovane animato da insaziabile curiosità che viaggia attraverso la Tessaglia. Trasformato per errore in asino, dovrebbe mangiare delle rose per tornare uomo, ma viene portato via da una banda di ladroni e usato come bestia da soma. Nel covo dei briganti conosce Carite, una giovane rapita a scopo di riscatto; la vecchia governante dei malfattori, per consolarla, le racconta la favola, poi celeberrima, di Amore e Psiche: la quale non è che la più lunga delle tante digressioni, le affascinanti storie che arricchiscono le Metamorfosi e diverranno tesoro della novellistica, dalle avventure narrate dai rapitori alle storie noir dello schiavo fedifrago e della donna assassina, ai divertenti adulteri delle mogli del mugnaio e del tintore. Le peripezie di Lucio, l'una più mirabolante dell'altra, continuano a lungo, sino a sfociare nell'undecimo e ultimo libro, che stupisce per la nuova dimensione filosofico-religiosa, ancor oggi discussa. Lucio prega la Luna di liberarlo dalle sue disgrazie. Comparsa nelle vesti di Iside, la dea gli preannuncia la salvezza: il giorno dopo, durante una processione, un suo sacerdote gli porgerà una corona di rose. Nuovamente essere umano, Lucio si fa adepto della divinità egizia ed è iniziato ai suoi misteri. Ma il suo viaggio e il suo percorso iniziatico non sono ancora finiti. In sogno, Iside gli ordina di recarsi a Roma, dove lo attendono due nuove iniziazioni misteriche e una luminosa carriera di retore. Apuleio, il colto africano maestro della lingua, autore delle sfavillanti orazioni dei Florida, dell'apologia giudiziaria de magia, e delle operette filosofiche de deo Socratis e de Platone et eius dogmate, si rivela così il «Signore delle innumerevoli connessioni» tra tutte le cose. La Fondazione Valla pubblica una nuova edizione critica delle Metamorfosi in quattro volumi.
"Questo africano gli richiamava in volto il sorriso. Nelle sue Metamorfosi il latino raggiungeva la pienezza: travolgeva seco limi, acque diverse, affluite da tutte le provincie; e tutte si mescevano, si confondevano in una tinta bizzarra, esotica, quasi nuova. Vezzi, particolari nuovi della società latina trovavano la loro piena espressione in neologismi scaturiti, in quell'angolo d'Africa romano, dalle necessità della conversazione. Inoltre 1o divertiva quella sua esuberanza di uomo evidentemente pingue, quella sua esuberanza meridionale. Apuleio gli appariva cosi come un gaio e salace mattacchione vicino agli apologisti cristiani che fiorivano nello stesso suo secolo: il soporifero Minucio Felice..." (J.-K. Huysmans, Controcorrente).
"L'asino d'oro", il capolavoro di Lucio Apuleio (125-170 d.C.), è l'unico romanzo della letteratura latina giuntoci per intero. Si compone di undici libri, che descrivono le peripezie del giovane Lucio, trasformato per magia in asino e che alla fine torna uomo grazie all'intercessione della dea Iside. La vicenda di Lucio ha un valore profondamente allegorico, poiché rappresenta la caduta e la redenzione dell'uomo. Opera celeberrima, anche grazie al suo impianto rigoroso, carico di rimandi simbolici all'itinerario spirituale del protagonista, "L'asino d'oro" viene considerato il prototipo del romanzo "iniziatico" moderno, che nel "Wilhelm Meister" di Goethe ha l'esempio più alto.
Lucio, protagonista e narratore di questa storia, è in Tessaglia per affari e soggiorna in casa di Milone e Panfila, nota maga. Una notte spia una trasformazione della sua ospite e, nel tentativo di imitarla, si tramuta per errore in asino: potrà tornare uomo solo se mangerà delle rose. Intanto la casa di Milone subisce un saccheggio e anche Lucio-asino viene portato via.
Passa cosí di padrone in padrone subendo ogni sorta di tormento, finché un giorno una visione della dea Iside gli indicherà come riacquistare forma umana.
Le metamorfosi o L'asino d'oro di Apuleio, unico romanzo latino conservato integralmente, dà vita a una girandola di colpi di scena: racconti che si intrecciano, streghe, banditi, passioni amorose, adultèri, efferatezze, magie stupefacenti.
La brillante e fedele traduzione di Alessandro Fo si cimenta anche con lo stile apuleiano, consentendo di meglio apprezzarne le mille sfumature.
Questo è un romanzo che, pur nella struttura complessa, si mantiene rigorosamente unitario. Pieno di colpi di scena, magie, trame che si intrecciano, è pervaso dal senso del peccato e dall'ansia di espiazione; è narrato in prima persona e connotato dal forte soggettivismo con cui l'autore analizza la formazione morale e spirituale del protagonista.
Un esperimento di magia finito male, un giovane imprudente trasformato in asino, una sequenza di traversie (e di racconti), fino al provvidenziale intervento di una dea: Iside. Ma cosa sono davvero le Metamorfosi? Solo un racconto divertente o un percorso iniziatico? Il lettore sarà tentato di scoprire indizi di un senso più profondo in una novella diventata famosa nella letteratura europea, la favola di Amore e Psiche, che rispecchia emblematicamente la trama principale in cui è contenuta.
Un esperimento di magia finito male, un giovane imprudente trasformato in asino, una sequenza di traversie (e di racconti), fino al provvidenziale intervento di una dea: Iside. Ma cosa sono davvero le Metamorfosi? Solo un racconto divertente o un percorso iniziatico? Il lettore sarà tentato di scoprire indizi di un senso più profondo in una novella diventata famosa nella letteratura europea, la favola di Amore e Psiche, che rispecchia emblematicamente la trama principale in cui è contenuta.