Nelle poche e intense pagine del suo ultimo libro, il grande filosofo australiano David M. Armstrong, scomparso nel 2014, ci introduce nei segreti della metafisica contemporanea. Stati di cose, proprietà, leggi di natura, verità e fatti negativi, possibilità e necessità, classi, mente e tempo: tutti i principali temi di cui oggi si discute in metafisica sono trattati con la chiarezza e l'illuminante semplicità che erano caratteristiche dell'autore. Una vera e propria "metafisica sistematica", una delle poche oggi in circolazione, che in questa edizione italiana è tradotta e introdotta da Franca D'Agostini.
Sono qui raccolti in un unico volume, tradotti e commentati, i principali testi del filosofo analitico David M. Armstrong, in modo da offrire al lettore un quadro completo della sua metafisica sistematica, per come è andata sviluppandosi, in costante e proficua discussione con alcuni dei protagonisti della filosofia analitica contemporanea, a partire dal fondamentale studio sul problema degli universali, "Universali e Realismo Scientifico" del 1978. Il volume contiene inoltre "Cosa è una legge di Natura" del 1983, e i più recenti e organici "Un Mondo di Stati di fatto" (1997) e "Verità e Verificatori" (2004). Nel primo di questi testi Armstrong espone le tesi principali del suo realismo, definito "scientifico", in quanto sostiene che gli oggetti hanno proprietà e relazioni universali la cui natura deve essere indagata dalle scienze naturali, e in particolare dalla fisica, e di matrice "aristotelica" in quanto assume che gli universali non abbiano una realtà trascendente, ma siano essenzialmente connessi con i particolari. L'insieme di un particolare con un universale costituisce la struttura ontologica di base che Armstrong chiama, seguendo la terminologia del "Tractatus" di Wittgenstein, "stato di fatto". La funzione che questi costituenti fondamentali del mondo svolgono per la nostra conoscenza si rivela alla fine decisiva: sono essi che rendono vere le nostre proposizioni, venendo a coincidere con quelli che Armstrong chiama "truthmakers", termine qui tradotto con "verificatori".