Il lavoro come fonte di operatività e di creatività e di rapporto con gli altri è condizione fondamentale della vita umana e dell'essere sociale. In tutte le epoche il lavoro è stato fattore che ha permesso il sostentamento e il progredire della società. Eppure, allo stesso tempo, in ogni momento storico intorno al lavoro si sono stabiliti vincoli sociali che hanno determinato la creazione di strutture gerarchiche e di varie dominazioni. Per questo l'analisi del lavoro è necessaria per la comprensione di qualsiasi epoca e momento storico.
L'Europa costruita sulla base di parole chiave quali "sviluppo", "sicurezza", "competizione" e "euro", non implica l'apertura e l'accoglienza dei cittadini e degli stranieri. Non si tratta di un'Europa dell'interesse pubblico e dei lavoratori, ma una costruzione che tende a realizzare, attraverso il controllo degli abitanti e delle risorse, le migliori condizioni per la competizione economica neoliberista. L'allargamento rischia di tramutarsi in un mezzo per ottenere manodopera a prezzi sempre più bassi e per ridurre le protezioni sociali. Non è, insomma, un'Europa delle persone e dell'incontro delle culture, ma Europa dei capitali. Il volume indaga queste questioni in vista di un modello diverso, di un'Europa dei popoli costruita dal basso.