Data di pubblicazione: Aprile 2020
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€ 16,00
Sulla scorta di una ricchissima documentazione archivistica e a stampa, il volume ricostruisce la genesi, i contenuti e gli indirizzi ideologici e culturali di due pubblicazioni periodiche del Ventennio destinate alla gioventù italiana all'estero - «Aquilotti d'Italia. Rivista dei Gruppi giovanili all'Estero» (1928-1930) e «Il Tamburino della gioventù italiana all'estero» (1931-1943) -, fornendo un'originale chiave di lettura in merito alla strategia politica esercitata dal regime fascista nei confronti delle comunità di connazionali emigrati stabilite in varie parti del mondo. Nel novembre del 1928 vedeva la luce il primo fascicolo del quindicinale «Aquilotti d'Italia. Rivista dei Gruppi giovanili all'Estero». Promosso dalla Segreteria Generale dei Fasci Italiani all'Estero, il periodico costituiva uno dei frutti più maturi della vera e propria svolta impressa all'organizzazione dei Fasci all'Estero dal nuovo segretario Piero Parini, nominato da Mussolini nel gennaio di quello stesso anno con il compito di fare di tale organismo il principale strumento di penetrazione fascista all'interno delle comunità italiane, puntando non solamente, come nel passato, sulle popolazioni adulte, ma anche, e soprattutto, sulle giovani generazioni, oggetto, in quegli stessi anni, anche nella penisola, di una crescente attenzione da parte del regime, testimoniata fra l'altro dall'istituzione, nel 1926, dell'Opera Nazionale Balilla (ONB). A distanza di un triennio, nel 1931, sulle ceneri di «Aquilotti d'Italia. Rivista dei Gruppi giovanili all'Estero», sarebbe sorto, sempre per impulso della Segreteria Generale dei Fasci Italiani all'Estero, il nuovo e più longevo quindicinale intitolato «Il Tamburino della giovinezza italiana all'estero», il quale, sull'onda di un crescente successo, uscì fino alla vigilia della caduta del regime fascista, nel luglio del 1943.
Sulla scorta di una ricchissima documentazione archivistica e a stampa, il volume ricostruisce la genesi, i contenuti e gli indirizzi ideologici e culturali di due pubblicazioni periodiche del Ventennio destinate alla gioventù italiana all'estero - «Aquilotti d'Italia. Rivista dei Gruppi giovanili all'Estero» (1928-1930) e «Il Tamburino della gioventù italiana all'estero» (1931-1943) -, fornendo un'originale chiave di lettura in merito alla strategia politica esercitata dal regime fascista nei confronti delle comunità di connazionali emigrati stabilite in varie parti del mondo. Nel novembre del 1928 vedeva la luce il primo fascicolo del quindicinale «Aquilotti d'Italia. Rivista dei Gruppi giovanili all'Estero». Promosso dalla Segreteria Generale dei Fasci Italiani all'Estero, il periodico costituiva uno dei frutti più maturi della vera e propria svolta impressa all'organizzazione dei Fasci all'Estero dal nuovo segretario Piero Parini, nominato da Mussolini nel gennaio di quello stesso anno con il compito di fare di tale organismo il principale strumento di penetrazione fascista all'interno delle comunità italiane, puntando non solamente, come nel passato, sulle popolazioni adulte, ma anche, e soprattutto, sulle giovani generazioni, oggetto, in quegli stessi anni, anche nella penisola, di una crescente attenzione da parte del regime, testimoniata fra l'altro dall'istituzione, nel 1926, dell'Opera Nazionale Balilla (ONB). A distanza di un triennio, nel 1931, sulle ceneri di «Aquilotti d'Italia. Rivista dei Gruppi giovanili all'Estero», sarebbe sorto, sempre per impulso della Segreteria Generale dei Fasci Italiani all'Estero, il nuovo e più longevo quindicinale intitolato «Il Tamburino della giovinezza italiana all'estero», il quale, sull'onda di un crescente successo, uscì fino alla vigilia della caduta del regime fascista, nel luglio del 1943.