Saremo ancora città? Che ne sarà del Sud? Avrà riscontri l’invito di papa Francesco a ritrovarsi più giusti e fraterni partendo dalle periferie? Il racconto e la rilettura di un’esperienza concreta e polifonica – Crisci ranni – permette di cogliere la possibilità di una luce, umile ma decisa, dentro molteplici segni di oscurità. Si tratta della ripresa di un antico rito pasquale (lanciare in alto i bambini al suono delle campane e augurare loro di diventare grandi) con forte valenza educativa, che è diventato il nome di un cantiere educativo, il centro propulsivo di un processo educativo e civico che ogni anno coinvolge migliaia di bambini delle scuole e di famiglie, un’idea di città e di Chiesa coltivata con passione da un numero crescente di giovani animatori e di cittadini. Un’esperienza che in sette anni si è consolidata e, per gemmazione, si è replicata in altri sette città del territorio del Val di Noto (con tanti elementi che permettono creative riprese in atri territori). Un anticipo di speranza per il Sud, una pietra di incastro per una cittadinanza e un welfare generativo e comunitario, una testimonianza di Vangelo vissuta nella cordiale compagnia degli uomini e delle diverse fedi religiose.
Saremo ancora città? Che ne sarà del Sud? Avrà riscontri l’invito di papa Francesco a ritrovarsi più giusti e fraterni partendo dalle periferie? Il racconto e la rilettura di un’esperienza concreta e polifonica – Crisci ranni – permette di cogliere la possibilità di una luce, umile ma decisa, dentro molteplici segni di oscurità. Si tratta della ripresa di un antico rito pasquale (lanciare in alto i bambini al suono delle campane e augurare loro di diventare grandi) con forte valenza educativa, che è diventato il nome di un cantiere educativo, il centro propulsivo di un processo educativo e civico che ogni anno coinvolge migliaia di bambini delle scuole e di famiglie, un’idea di città e di Chiesa coltivata con passione da un numero crescente di giovani animatori e di cittadini. Un’esperienza che in sette anni si è consolidata e, per gemmazione, si è replicata in altri sette città del territorio del Val di Noto (con tanti elementi che permettono creative riprese in atri territori). Un anticipo di speranza per il Sud, una pietra di incastro per una cittadinanza e un welfare generativo e comunitario, una testimonianza di Vangelo vissuta nella cordiale compagnia degli uomini e delle diverse fedi religiose.
Un singolare gemellaggio tra Chiese - le Chiese di Noto e di Butembo-Beni che dura già da venticinque anni, viene ripreso come la possibilità di uno sguardo sul mondo che permette di cogliere, dell'Africa, anzitutto i suoi doni. Mettendo al centro la visita fraterna e il discernimento della storia, si apre la possibilità dei percorsi di pace e di giustizia che ci fanno "essere uomini diversi da come siamo stati" (Mario Luzi).
Il Concilio Vaticano II ci ha riportato alla grande Tradizione della trasmissione del Vangelo, affidata - nella Chiesa nascente e nella storia della santità umile e nasconsta - in primo luogo alla testimonianza, allo stile, al racconto. Oggi, a cinquant'anni dal Concilio, ci sono ipotesi e prassi diverse rispetto a quelle che privilegiano la fede e restano radicate nel Vangelo: c'è chi si affida al ritorno del sacro o alla funzione sociale della Chiesa; c'è tanto attivismo spesso privo di pensiero; c'è una ricerca di presenza e di consenso molto diversa dalle logiche evangeliche del seme e del lievito. La memoria del Concilio - arricchita dall'esperienza di un Sinodo diocesano che ne ha riproposto e attualizzato messaggi e stili - permette di continuare a pensare con semplicità che invece il Vangelo lo trasmettiamo anzitutto con la vita e con ciò che lo Spirito ci ispira nelle "piccole vie" della vita di ogni giorno. Tale è la materia di questo libro: i giorni concreti della vita, guardati e sentiti nella loro incidenza, nella loro forza, nella loro gioia, nel loro dolore anche. Con la sola preoccupazione di mantenere vivo il filo (e la domanda) su che cosa abbia rappresentato il Concilio nell'esistenza cristiana, su quello che soprattutto può e deve essere per il futuro che ci attende. Nella gioia di sintonie inaspettate con le parole, i gesti e gli stili del nuovo Vescovo di Roma Francesco, potendo con lui "sognare" una Chiesa povera e per i poveri.
Una Chiesa - la diocesi di Noto - si interroga a partire dai documenti dell'episcopato italiano sul Mezzogiorno e sull'educazione. Gli interventi sociologici di Piero Fantozzi e di Gaetano Giunta situano la riflessione nella compagnia degli uomini, contrastando paradigmi economicistici e prospettando percorsi per una speranza che si incarni nei territori. Il vescovo Mons. Antonio Staglianò focalizza, con tratti originali, gli orizzonti teologici e lancia l'idea di un Laboratorio pastorale e sociale. Il direttore della Caritas Italiana don Vittorio Nozza traccia passi educativi per la comunità ecclesiale e per la città degli uomini. Il biblista don Nisi Candido riprende dai testi biblici intuizioni e messaggi perché il cammino abbia sempre al centro Dio che ci educa nella Parola, nella Eucaristia, nei poveri. Si offrono così materiali e proposte che "danno da pensare" e indicano concrete possibilità di cammini di rinnovamento educando alla vita buona del Vangelo,aiutando così a reagire ai problemi odierni e a ricostruire insieme tessuti di umanità vera, giusta, fraterna.