Cosa hanno in comune un terrorista e un banchiere dell'alta finanza? L'industria delle armi e quella dell'intrattenimento? I crimini ambientali e la pena capitale? Bandura descrive il meccanismo grazie al quale gli individui riescono a «disimpegnarsi» temporaneamente dalla morale senza sentirsi in colpa, come se questa fosse un interruttore che si può accendere e spegnere a proprio piacimento. Un libro che ci mostra come gli esseri umani riescano a fare cose crudeli e a continuare a vivere in pace con se stessi.
Albert Bandura, uno dei maggiori psicologi viventi, delinea la natura complessa e la struttura dell'auto-efficacia, la sua evoluzione nel corso dell'esistenza e il suo ruolo nei principali contesti di vita. Il testo esamina infatti in profondità le applicazioni dell'autoefficacia in sei campi fondamentali: la cognizione e l'apprendimento, la promozione e la tutela della salute, la psicoterapia e l'intervento clinico, lo sport e le attività fisiche, il management e l'organizzazione, l'efficacia collettiva e politica. Vengono analizzate inoltre le fonti tradizionali del senso di efficacia personale - l'esperienza diretta, l'osservazione di modelli, i processi persuasori e l'elaborazione di informazioni sugli stati emotivi e fisiologici - e l'interazione dei processi cognitivi, motivazionali, affettivi e sociali nell'integrazione di tali informazioni. Un contributo teorico importante dell'opera è la descrizione chiara del rapporto fra autoefficacia e concetti affini e correlati: per esempio, l'idea di sé, l'autostima e la motivazione alla competenza. Ne emerge una visione della persona come essere sociale che è in parte capace di sottrarsi al determinismo biologico e ambientale attraverso un processo di autoregolazione continua, in costante dialogo con i suoi processi interni ed esterni.