L'Europa e l'Occidente hanno inventato una forma particolare di regolazione della condotta, chiamata "diritto" ("law", "Recht", "droit", "derecho", e così via) e distinta da altre (religione, morale, politica, costume...), che ha finito per essere adottata, almeno in apparenza, da tutte le altre culture del pianeta, e che oggi gioca un ruolo cruciale nel mondo globalizzato. Questo libro, diviso in tre parti dedicate rispettivamente al diritto, ai diritti e al diritto comunitario, delinea i contorni della civiltà giuridica europea in polemica con tre interlocutori: i critici decostruzionisti della tradizione occidentale; i liberali o liberisti da guerra fredda; gli euroscettici, ma anche gli eurocreduli, che sopravvalutano il problema del "deficit democratico" dell'Unione europea.
Mauro Barberis insegna Filosofia del diritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trieste. Con il Mulino ha pubblicato fra l'altro "Benjamin Constant" (1988), "Libertà" (1999) e "Breve storia della filosofia del diritto" (2004). E' co-direttore di "Ragion pratica", "Materiali per una storia della cultura giuridica" e fa parte del Comitato di Direzione della rivista "il Mulino".
Diritti, democrazia, libertà (e liberalismo), costituzione (e costituzionalismo), pluralismo: sono alcuni dei concetti di valore apparentemente più condivisi, ma in realtà più controversi, del discorso etico e giuridico odierno. Ognuno dei cinque capitoli di questo manuale, organizzati come altrettante voci di enciclopedia, esamina uno di questi concetti, ridefinendolo, approfondendone le implicazioni e schematizzandone gli sviluppi. Il libro si propone così come una mappa ideale per muoversi fra le grandi questioni etiche sollevate dal diritto.