Bobi Bazlen (Trieste 1902 - Milano 1965), fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, fu consulente delle più importanti case editrici italiane e scopritore di Italo Svevo; fece pubblicare la letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Kafka e Musil, e i cardini della psicoanalisi freudiana e junghiana. Poliglotta, indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero "il suono giusto". Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all'antropologia e all'arte primitiva. Di madre ebrea e padre evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, bizzarro, anche nel vestiario, è rimasto sempre nell'ombra. Questo libro racconta il mistero di Bobi Bazlen, temuto da Giulio Einaudi e amato da Adriano Olivetti, amico di Amelia Rosselli ed Elsa Morante, ma detestato da Pier Paolo Pasolini e Alberto Moravia. Dalle mattine passate nella bottega di Umberto Saba al dialogo con Eugenio Montale: una lettura inedita, attraverso documenti e nuove testimonianze che riportano a Trieste, la città che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.
Bobi Bazlen (Trieste 1902 - Milano 1965) è stato uno dei protagonisti più influenti della cultura italiana nel Novecento. Fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, consulente di Einaudi e delle più importanti case editrici italiane, grazie a lui venne scoperto Italo Svevo e pubblicata la letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Franz Kafka e Robert Musil. Capace di leggere indifferentemente in tedesco, italiano, inglese e francese, indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero "il suono giusto". Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all'antropologia e all'arte primitiva. Di madre ebrea e padre cristiano evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, misterioso, bizzarro anche nel vestiario, è rimasto sempre nell'ombra. Chi era dunque, Roberto, Bobi, Bazlen? Perché ha lasciato fantasmi irrisolti? Perché era amato da tanti, come la poetessa Amelia Rosselli, e avversato da altri, come il regista Pier Paolo Pasolini e lo scrittore Alberto Moravia? Una vita piena di passioni, amicizie profonde e frequentazioni di intellettuali come Elsa Morante, sullo sfondo della grande storia del secolo breve. Dalle mattinate passate nella bottega di Umberto Saba, al dialogo ininterrotto con Eugenio Montale, all'avventura della psicoanalisi, con Edoardo Weiss e Ernst Bernhard, di cui fu uno dei primi pazienti. Questo libro racconta un Bazlen inedito, attraverso lettere e testimonianze che riportano a Trieste, la città che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.
Queste sono le memorie di una "cimice": così infatti l'Italia fascista definiva apertamente gli sloveni, "figli di nessuno" per un quarto di secolo. Sono i ricordi di un ragazzo derubato della sua cultura. Di un prigioniero che lotta per sopravvivere. Di un marito e padre aspro e intenso. Di un uomo libero. Dall'infanzia poverissima segnata dalle discriminazioni alla Resistenza, dalla guerra in Libia alla scoperta dell'amore, dall'impegno politico a quello letterario, Pahor traccia in questo libro il bilancio senza reticenze di una vita trascorsa ad attraversare confini fisici e spirituali, e solleva un velo sugli aspetti più privati del suo passato regalandoci un autoritratto inedito e umanissimo. Trovano posto in questa narrazione le passioni intellettuali e gli amori in carne e ossa: quello travolgente per Arlette, la ragazza francese conosciuta in sanatorio all'indomani della liberazione e che lo restituì alla vita, l'inquieta relazione con Danica, giovane antifascista trucidata insieme al marito dai collaborazionisti sloveni o dai comunisti in un mistero ancora non risolto. E poi il matrimonio con la bellissima Rada, permeato da una profonda condivisione ma segnato da assenze e allontanamenti sentimentali. Mentre sullo sfondo si delinea uno scorcio potente del secolo scorso che restituisce alla memoria la storia degli sloveni dei nostri confini orientali, in un intreccio di eventi storici e vissuto privato