
Con gli attentati di New York ci troviamo di fronte all'evento assoluto, l'evento puro che concentra in sé tutti quelli che non hanno mai avuto luogo. Si potrebbe dire che la realtà è gelosa della finzione, che il reale è geloso dell'immagine. E' una specie di duello, a chi sarà il più imprevedibile. Che noi abbiamo sognato questo evento, dato che non si può non sognare la distruzione di una potenza divenuta egemone, è inaccettabile per la coscienza morale dell'Occidente, ma è tuttavia un fatto, che si misura appunto dalla violenza patetica dei discorsi che vogliono negarlo.
Scrittura, calcolo, immagine, informazione: la storia della rappresentazione del mondo sembra arrivata al suo compimento e il mondo sta scomparendo, inghiottito dalla sua immagine riprodotta, come fosse un buco nero. E' questo il "delitto perfetto" di cui parla il testo, la "risoluzione anticipata" del mondo per clonazione della realtà e sterminio del reale da parte del suo doppio. Che fare dunque? Bruciare la televisione o sparare a delle immagini virtuali, come fa lo sfortunato eroe di Videodrome di Cronenberg? Per fortuna, come insegna Sherlock Holmes, il delitto perfetto non esiste: in ogni crimine c'è un dettaglio che stona. Sta al lettore di Braudillard scoprirlo.