C'è forse un equivoco alla base dell'insoddisfazione cronica da cui sembriamo circondati. Da dove ci aspettiamo che possa giungere la soddisfazione? In altre parole, qual è la felicità che cerchiamo? L'idea comune di felicità si porta dietro una lunga serie di stereotipi, non da ultima l'illusione di avere il diritto acquisito alla felicità, la convinzione che la vita ci 'debba' qualcosa. L'uomo occidentale viene fin da piccolo educato allo sforzo, alla lotta per ottenere risultati, e anche dove tali obiettivi siano meritevoli e apprezzabili, rimangono nella sfera personale del transitorio e dell'effimero. C'è invece un'altra felicità, che lo zen tocca con leggerezza e ironia, e di cui Bayda indica la strada al lettore. Essa si trova in un'altra dimensione, al di là del recinto delle aspettative che riponiamo nel lavoro, nelle relazioni, nel denaro, ma anche negli insegnamenti spirituali, e che generano insoddisfazione cronica per il semplice fatto di essere formulate come aspettative. Il terreno della 'felicità fondamentale' nasce e si nutre all'interno, nella capacità di accogliere l'esperienza, quella positiva e quella negativa, essendo presenti e svegli al momento presente, senza sforzarsi di cambiare, senza far interferire i pensieri e le emozioni con l'esperienza. Se queste possono sembrare solo parole, immergendosi nella lettura si scoprirà invece un approccio empirico e scarno, basato su poche e semplici indicazioni per il lavoro interiore, meditativo e introspettivo...
Al centro di questo studio è l'aspirazione zen che induce ad aprirsi a qualsiasi cosa la vita presenti, per quanto possa essere caotica, irritante o complicata. L'educazione, la cultura in cui siamo immersi, lo stesso pensiero razionale che giudica e paragona incessantemente, ci spingono a vivere in un surrogato del mondo reale, proiettati nel passato o nel futuro e protetti dal confronto diretto col presente, con il "qui e ora" che non siamo in grado di gestire senza difese e reazioni condizionate. Tutte le strategie a cui ricorriamo per mantenere un senso di controllo sul mondo, per sentirci sicuri e accettati, ci tengono rinchiusi in una vita artificiale, in un surrogato della vita. Essere disposti ad aprirsi all'esperienza reale ci consente di scoprire la saggezza, la compassione e quella vita autentica che tutti desiderano. Ezra Bayda applica questo semplice insegnamento zen a un ampio ventaglio di tematiche, quali i rapporti affettivi, la fede, il perdono, la sessualità, il denaro, insegnando semplici tecniche per estendere la pratica spirituale a ogni aspetto della vita quotidiana. La pace e la realizzazione sono accessibili a tutti, proprio qui, proprio ora, in qualsiasi circostanza.