Con "Il secondo sesso", Simone de Beauvoir affranca la donna dallo status di minore che la obbliga a essere l'Altro dall'uomo, senza avere a sua volta il diritto né l'opportunità di costruirsi come Altra. Con veemenza da polemista di razza, Simone de Beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna - sposa, madre, prostituta, vecchia - e i relativi attributi - narcisista, innamorata, mistica. Approda, nella parte conclusiva, dal taglio propositivo, alla femme indépendante, che non si accontenta di aver ricevuto una tessera elettorale e qualche libertà di costume, ma che attraverso il lavoro, l'indipendenza economica e la possibilità di autorealizzazione che ne deriva - sino alla liberazione del suo peculiare "genio artistico", zittito dalla Storia - riuscirà a chiudere l'eterno ciclo del vassallaggio e della subalternità al sesso maschile. L'avvenire, allora, sarà aperto. Con una determinazione prima sconosciuta e un linguaggio nuovo, che tesse il filo dell'argomentazione attraverso un'originale mescolanza di mito e letteratura, psicoanalisi e filosofia, antropologia e storia, Simone de Beauvoir sfida i cultori del gentil sesso criticando le leggi repressive in materia di contraccezione e aborto, il matrimonio borghese, l'alienazione sessuale, economica e politica. Provoca il pubblico conservatore, cerca il riconoscimento personale, rivendica la solidarietà collettiva. Prefazione di Julia Kristeva. Postfazione di Liliana Rampello.
Nicole e André, professori francesi in pensione, partono per Mosca nella seconda metà degli anni Sessanta. Vanno a trovare Masa, figlia di primo letto di André, che ha sposato un russo. Rimarranno lì per un mese, il tempo di rivedere Mosca e altre città, per quanto la burocrazia russa permetterà loro. Masa li accompagnerà per tutto il tempo facendogli da guida: un semplice malinteso, una crisi tra i due, nata per motivi futili, si risolverà alla fine in un nuovo equilibrio sentimentale. È il cambiamento, del resto, il tema centrale del libro: il cambiamento dell'età matura, la necessaria trasformazione dei rapporti, della realtà, della politica. Questo romanzo breve di grande intensità, scritto all'incirca nel 1965, fu escluso dalla raccolta "Una donna spezzata" per motivi non del tutto chiari.
Con una obiettività che non è mai distacco, Simone de Beauvoir ripercorre, nella prima parte di questo libro, gli ultimi dieci anni vissuti con Sartre, anni punteggiati per il filosofo da crisi di salute, ma caratterizzati anche da una vivace presenza politica, da un interesse mai sopito per quanto accadeva in Francia e all'estero. La seconda parte del libro ce ne riporta la viva voce. Nel corso delle conversazioni che Simone de Beauvoir ebbe con Sartre a Roma nell'estate del 1974, emerge uno spaccato di vita intellettuale francese degli ultimi decenni. Personaggi come Nizan, Merleau-Ponty, Aragon, Camus, Genet - per citare solo alcuni interlocutori di Sartre - ci vengono restituiti con forte suggestione in questo volume che è al tempo stesso una testimonianza letteraria e un libro di memorie inseriti a pieno titolo nell'opera autobiografica di Simone de Beauvoir.
L'ultimo volume dell'autobiografia di Simone de Beauvoir, dopo "Memorie d'una ragazza perbene", "L'età forte", "La forza delle cose" e "La cerimonia degli addii". Gli anni Sessanta raccontati con la franchezza e la curiosità intellettuale che hanno reso famosa la scrittrice. Troviamo in queste pagine protagonisti e comparse di una stagione gremita di eventi, che hanno avuto la loro immagine emblematica nel Maggio francese. Ci sono i rapporti con Sartre, con la famiglia e con gli amici, i viaggi (Roma, la Russia, Israele, il Giappone), le passioni letterarie e politiche, i sogni, i film, le delusioni, gli incontri memorabili e quelli fuggitivi. Un racconto gremito di fatti, cose, sensazioni, che affronta con vitale ottimismo anche i temi più cari alla scrittrice: la condizione femminile, la malattia, la vecchiaia.
Famiglia, contraccezione, amore, aborto, violenza: attraverso articoli, interviste, note, Simone de Beauvoir affronta senza reticenze la condizione della donna e invita uomini e donne a considerare la vera uguaglianza dei sessi una conquista necessaria al progresso della società. Pubblicato in Italia nel 1982, le pagine militanti di questo libro conservano una straordinaria e bruciante attualità, soprattutto oggi che alcuni diritti civili, conseguiti grazie alle lotte del movimento femminista, vengono messi in discussione da certi ambienti politici e confessionali.
Laurence ha trent'anni, un marito, due figlie, un amante e un lavoro gratificante in un'agenzia pubblicitaria per la quale realizza immagini perfette che rendono la sua vita calma e piena di colore. Ma dietro questa calma apparente il meccanismo non funziona. Laurence lo avverte nelle inspiegabili lacrime della figlia maggiore, negli scoppi d'ira della madre, nell'indifferenza del marito e nell'egocentrismo dell'amante. E così all'improvviso si risveglia in lei un senso di insoddisfazione, la consapevolezza di essere estranea a se stessa, di vivere una vita di belle immagini vuote di valori e di verità.