Quasi un manuale, che, in brevi capitoli motivati dalle domande sollevate dalla crisi "in uno degli anni più difficili del nostro paese", evidenzia i segni di speranza che comunque già brillano. Una speranza che, certo, necessita di essere costantemente "costruita»"dall'azione dei cittadini - a partire dal "voto col portafoglio" - mentre allo stesso tempo va affrontata la riforma della finanza, a partire dalla Tobin Tax. L'essenziale è arrivare a scoprire "la superiorità della razionalità del noi rispetto a quella dell'opportunismo individuale". Ne va della nostra felicità.
Sviluppare potenzialità inespresse e creare circoli virtuosi è possibile: lo capiremo quando sapremo vedere gli altri, più che come minaccia, come risorsa o, ancor meglio, come coloro senza i quali non possiamo essere felici. Questo libro farà scoprire al lettore, sballottato dalle tempeste dei mercati finanziari, che il mercato siamo noi e il voto con il portafoglio dei cittadini responsabili può portarci all'obiettivo della felicità economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibile. Lavorare per aumentare il benessere degli ultimi è la via faticosa ma gratificante che consente di risolvere la nostra povertà di senso e di raggiungere l'equilibrio ambientale.
Non un saggio, un libro con una continuità logica ben precisa, ma tracce di cammino. Tracce perché nella vita dello Spirito le indicazioni sono intermittenti e non continue. Indicano delle direzioni che vanno perseguite con tenacia anche se in alcuni tratti la Luce sembra cessare e il percorso interrompersi. Ispirandosi alla spiritualità ignaziana, queste pagine disegnano una 'mappa". Il libro è costituito da brevi brani preceduti da riferimenti biblici e seguiti da domande finalizzate a stimolare e guidare la meditazione. Uno strumento utile per una lettura individuale come per la meditazione di gruppo.
C'è un voto che si esercita collettivamente, e fa vivere la democrazia. C'è un voto, però, che può cambiare l'economia, e ricondurla al suo compito naturale: quello di assicurare benessere a tutti gli abitanti del pianeta. È un voto che si nasconde nel nostro portafoglio, perché scegliendo di acquistare tutti i giorni prodotti del commercio equo e solidale, o spostando i propri risparmi in una banca etica, si incide direttamente sulla qualità della vita di milioni dì persone. E anche le imprese e le istituzioni possono diventare più responsabili.
Si può concedere credito a clienti poveri, privi di garanzie patrimoniali, e avere successo? È questa la scommessa vinta dalla Grameen Bank del Nobel per la pace Yunus e da altre esperienze di microcredito sparse in tutto il mondo. Risultati e potenzialità, rischi e limiti di un nuovo modo di fare finanza.
Perché nigeriani e messicani risultano essere in media più felici degli europei e degli americani, nonostante siano indiscutibilmente più poveri? Perché l'aumento del benessere economico in una società va di pari passo con una vita di relazione sempre meno soddisfacente? Esiste una branca della ricerca sociale che si occupa di rispondere a questo genere di domande: gli 'studi sulla felicità' analizzano e quantificano il grado di soddisfazione degli individui in relazione a un folto numero di variabili socioeconomiche quali, ad esempio, il livello di reddito e l'occupazione. Le ricerche in questa materia sono oggi in grado di supportare le istituzioni internazionali e le classi dirigenti nella formulazione di obiettivi socioeconomici completi e soddisfacenti, che suscitino il pieno consenso dei cittadini. Questo volume illustra, sulla base dei dati più aggiornati, le principali leggi che regolano il rapporto tra felicità e ricchezza e analizza problemi e paradossi del nesso tra reddito e soddisfazione di vita, l'effetto dell'inflazione, della disoccupazione e della rivoluzione del modello d'impresa contemporaneo sul tasso di felicità di una nazione, il rapporto della felicità con il mercato e il capitale sociale.
Il pendolo della nostra vita quotidiana di ricchi occidentali oscilla di continuo tra due opposti: da un lato, il timore per l'avanzata economica di colossi inarrestabili come la Cina e l'India, dall'altro, la necessità e l'imperativo morale di sostenere lo sviluppo dei Sud del mondo. In mezzo, resta fermo il nostro dubbio che l'economia sia un po' come il poker, un gioco a somma zero, in cui alle vincite altrui corrispondono necessariamente le perdite proprie, sicché la creazione di valore non può che comportare uno sfruttamento. In queste pagine, scopriamo invece che una felicità sostenibile è possibile anche, e anzi soprattutto, in questo nostro mondo globalizzato.