Viviamo in un tempo di diffuso nichilismo che genera insicurezza esistenziale e paura. Ridotta a nulla, la persona si trova sballottata di qua e di là, in balia delle turbinose vicende della vita. La riduzione menzognera di tutto a gioco, ad arbitrario invito allo scetticismo e alla leggerezza morale, ha come ultima conseguenza l’imperdonabilità della colpa, dramma profondo di tanti uomini e donne. Fino alla depressione.
Ma c’è, dentro all’uomo, qualcosa che persiste. Proprio il deserto, il vuoto in cui tante volte ci troviamo, la consapevolezza che «non siamo più in un regime di cristianità» (Francesco), costituiscono la circostanza favorevole per «scoprire ciò che è essenziale per vivere» (Benedetto XVI). Da persona a persona, come è accaduto quando Giovanni e Andrea incontrarono Gesù e lo seguirono.
Ed è guardando quell’inizio che l’Autore, ponendosi alla scuola di don Luigi Giussani, delinea il metodo scelto da Dio per rivelare l’uomo a se stesso e renderlo protagonista della storia. In una società per la quale «la fede non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune» (Francesco), solo un incontro e uno sguardo umani sono in grado di destare un’attrattiva che avvince e risvegliare un interesse profondo per la propria vita.
Così Cristo, amato «in ogni cosa e sopra ogni cosa», cambia l’uomo e il mondo: è la vittoria dell’Essere sul nulla che fa fiorire una vera umanità.
Introduzione e conclusione di Julián Carrón
Alle riflessioni di "Cioni Mario" sull'esistenza di Dio al Padre nostro recitato ne La tigre e la neve; dai monologhi comici sul Giudizio universale alle disquisizioni teologiche delle letture dantesche. Nei film e negli spettacoli di Benigni c'è un'attenzione ricorrente per le tematiche religiose. Dio, la Bibbia, la creazione, angeli e diavoli, Gesù, la Madonna. Argomenti affrontati a volte con ironia tagliente, a volte con grande profondità. Questo libro analizza (senza pretendere di dare giudizi o di apporre etichette) il lavoro di un artista che, evidentemente, si è lasciato "turbare" da dubbi, inquietudini, interrogativi, e ne ha fatto il cuore della sua cifra stilistica. Perché in fondo la comicità e la poesia, il riderci sopra e il giocare con le parole, sono due modi diversi per dire ciò di cui è difficile parlare.