Ogni educazione dovrebbe sempre caratterizzarsi come un'educazione alla felicità. E questo tanto in famiglia quanto a scuola, così come anche in qualsiasi altro contesto formativo. A questo riguardo, d'altra parte, sarà necessario chiarire quale sia il significato di tale felicità. Per alcuni l'assenza di emozioni sgradevoli o il raggiungimento di un successo meramente materiale, per altri la capacità di integrare le diverse precarietà della vita verso un senso che dia significato ai diversi eventi. Va sottolineato come tale visione educativa abbia strettamente a che fare con il "prendersi cura" di sé e dell'altro, in una chiave autotrascendente, quale vero senso di ogni esistenza autenticamente umana, che trova il suo compimento e la sua realizzazione - la sua felicità, appunto - nel porre, liberamente e responsabilmente, la propria esistenza a servizio di un valore, di una causa, di una persona da amare.
La religione - e, più in generale, la spiritualità - svolge un ruolo fondamentale nella vita di ogni giorno: fornisce un senso, una direzione, un perché, soprattutto in quei momenti di difficoltà che tutti si trovano ad affrontare prima o poi. Ed è questa la chiave di lettura alla base del volume: la religione come via capace di sostenere atteggiamenti di fiducia, speranza, coraggio, autoironia, fede e un sentimento di diffusa felicità e senso di realizzazione della propria vita. Dopo una disamina che chiarisce che cosa debba intendersi per esperienza religiosa o spirituale, i vari capitoli offrono una serie di applicazioni su temi di profondo interesse, a livello individuale e sociale. Il lettore sarà quindi guidato attraverso un percorso che porterà a considerare la spiritualità, laica o religiosa, in funzione di: promuovere la ricerca di senso e la scoperta di "significati" proattivi nei diversi eventi della vita; valorizzarla quale risorsa per una vita piena e realizzata, capace di dare forza nelle situazioni limite, rimanendo aperti alla speranza. A questo riguardo, vengono evidenziati alcuni temi specifici quali: la comprensione e la prevenzione di atteggiamenti di fondamentalismo e fanatismo, che pure caratterizzano il mondo d'oggi; il linguaggio spirituale dei sogni; la risorsa spirituale nella cura e nella psicoterapia; il testo sacro come risorsa educativa e di autoformazione. Per il suo contenuto e linguaggio, seguendo un approccio soprattutto psicologico, il volume intende dunque rivolgersi tanto a chi è interessato ad avvicinarsi al tema religioso e spirituale, quanto - grazie al rispetto dei criteri di scientificità e al riferimento all'attività professionale dell'autore - a coloro che, a vario titolo, sono impegnati nella cura della persona, in ambito educativo, formativo, consulenziale, pastorale, accademico e clinico.
Evitare le normali, quotidiani paure, può portare a disturbi d'ansia. Questo testo ne affronta l'approccio psicologico.
L'educazione globale della persona umana per una piena maturità socio-affettiva e sessuale. Relazioni, modelli di riferimento, libertà, tra mezzi di comunicazione e riflessioni sul gender. Imparare a dire "ti amo" ha a che fare necessariamente con l'educazione, per cui il testo vuole offrire innanzitutto un ampio e articolato contributo sull'educazione all'amore e al saper amare. In realtà, ciò non sarà possibile e mai separabile da una più ampia formazione della persona umana come essere in relazione: solo alla maturità della persona, infatti, potrà corrispondere una maturità nell'amare. In tal senso, l'educazione sessuale non è né scissa né scindibile dall'educazione globale dell'individuo e dall'educazione emotiva e affettiva in particolare. In tal prospettiva, il libro prende in considerazione le varie competenze da promuovere per una piena maturità socio-affettiva e sessuale dei giovani. "La vita affettiva sessuale e di relazione richiede preparazione e un impegno che parta da lontano e che si dispieghi lungo tutto l'arco dell'esistenza dell'individuo e della coppia. Un tema quanto mai delicato, soprattutto in questo periodo e in questo contesto culturale, caratterizzato da grandi cambiamenti, lotte e rivendicazioni, circa diritti veri e/o presunti di questa o quella posizione." (Domenico Bellantoni)
Erich Fromm, nel suo L’arte di amare, evidenzia una chiara distinzione tra l’amore immaturo e quello maturo. Nella prima forma, l’individuo ama in quanto ha bisogno dell’altro. Nella seconda forma, quella matura o che tende a una piena maturità, si è in presenza di un sentimento libero e liberante. Tale riflessione sull’amore umano ha spinto l’autore a raccogliere idee, esperienze, valori e convinzioni intorno al tema dell’amore familiare e di coppia, traendo spunto da una quasi trentennale esperienza di lavoro con le coppie e con le famiglie.
Nel primo capitolo, l’attenzione va al modello di amore e di coppia che viene veicolato dai mass media e, in particolare, dai testi delle canzoni. Nel secondo capitolo, la focalizzazione si sposta sul sistema famiglia e l’intenzione è quella di riflettere e possibilmente rispondere alla domanda sul senso della famiglia: dove sta andando? Quali scopi emergono nel contesto contemporaneo? Il terzo capitolo evidenzia il ruolo e le modalità di una comunicazione intra-familiare che sia funzionale e rispettosa della dignità e della crescita dell’altro. Il quarto capitolo sottolinea ulteriormente il tema della responsabilità, intesa come una abilità a fornire risposte adeguate alle diverse tappe evolutive e situazioni esistenziali. Infine, il quinto capitolo tira in qualche modo le fila delle riflessioni offerte in precedenza, guardando alla «crisi» delle relazioni affettive che caratterizza il mondo e la cultura contemporanea, non tanto in maniera negativa e disfattista, quanto piuttosto come vera occasione di crescita per una ripresa, un rinnovamento della propria capacità di amare, intesa come la tensione e il desiderio a mettere al centro l’altro.
Bellantoni utilizza un approccio di tipo fenomenologico-esistenziale, che cioè non si limita alle fonti teoriche e alle ricerche accademiche, ma che sa osservare e ascoltare gli uomini e le donne che ci camminano accanto e che ogni giorno incontriamo nella nostra vita. In questo gli è testimone e maestro insuperabile quel Viktor Frank, psichiatra viennese e fondatore dell’Analisi Esistenziale, che nella sua esperienza di vita ha saputo non solo riflettere sull’amore ma anche e soprattutto amare!
Il presente testo è parte di un progetto, in due volumi, che ha l’intento di presentare il contributo della «Logoterapia e Analisi Esistenziale» alla comunità scientifica psicoterapeutica. Esso raccoglie, innanzitutto, quanto scritto da Frankl e da coloro che successivamente si sono identificati significativamente nell’Analisi Esistenziale frankliana e lo sistematizza nella stesura di un modello clinico coerente e operativo, evidenziandone elementi di forza e peculiarità, accanto agli immancabili aspetti perfezionabili.
Questo primo volume contiene: la presentazione di Frankl come uomo e come scienziato e le origini del modello da lui fondato: l’Analisi Esistenziale (capitoli 1-3); la definizione del modello clinico della «Analisi Esistenziale e Logoterapia» (capitolo 4); una verifica dell’Analisi Esistenziale a partire dal conforto dei dati della ricerca sperimentale e dal confronto con i modelli psicoterapeutici contemporanei (capitoli 5-6).
Dopo aver evidenziato nel primo volume le caratteristiche peculiari dell’Analisi Esistenziale frankliana, in questo volume l’Autore si prefigge di valorizzare le acquisizioni proposte e testate dallo psichiatra viennese inserendole all’interno di un modello integrato che si fondi sull’ontologia dimensionale proposta da Frankl e si caratterizzi metodologicamente per un approccio clinico di tipo fenomenologico-esistenziale. Esso contiene: una collocazione dell’Analisi Esistenziale all’interno dell’attuale sviluppo del movimento d’integrazione, con particolare attenzione ad alcuni tra i più diffusi ed efficaci approcci integrati di psicoterapia (capitoli 7-8); la valorizzazione di quanto emerso nei precedenti capitoli e la proposta di linee operative verso la definizione di un modello clinico integrato a orientamento fenomenologico-esistenziale e del relativo percorso formativo in psicoterapia (capitoli 9-10).
L’immagine che l’uomo rivela di avere di Dio ha rappresentato per lungo tempo oggetto d’interesse particolare per lo studio della psicologia, in quanto studio della condotta umana e, quindi, anche dell’atteggiamento religioso.
L’intento di questo libro è, partendo dall’analisi critica delle indagini condotte in Italia sull’immagine di Dio nel preadolescente, poter rendere ragione della complessità, da una parte, e della funzionalità, dall’altra, di uno studio dello sviluppo dell’immagine di Dio in età evolutiva, considerandone la relazione con altri costrutti significativi quali la maturità psicologica, l’autostima, la qualità delle relazioni parentali e significative, e ciò a partire dai contributi di autori diversi e di approcci complementari.
Tale contributo riteniamo possa costituire una positiva base di lavoro per sostenere ulteriori studi e ricerche nell’ambito della relazione con la divinità e più diffusamente rilanciare la riflessione psicologica sulla religione, facilitando la comprensione di fenomeni sociali e culturali troppo spesso trascurati e confinati come «privatismi e devozionalismi», o quali manifestazioni di una presunta immaturità della persona, finendo col non considerare o non sfruttare appieno le potenzialità e la forza di promozione umana racchiuse in una esperienza religiosa autenticamente vissuta