Non si accontentano di bruciare le bandiere, annientare i simboli di chi considerano nemico: i seguaci del nuovo "Califfato dello Stato Islamico" distruggono dalle fondamenta tutto ciò che non sia stato creato da loro. Verso i siti archeologici e le opere d'arte si comportano come con i prigionieri: stuprano, vendono, bombardano. Questo agile volume indaga le ragioni di tale efferata iconoclastia. Da sempre le immagini hanno avuto difficoltà a convivere con le fedi religiose, ma che cosa è accaduto nel mondo islamico? Quali sono state, nei secoli, le ragioni per nascondere o mostrare, velare o indicare? Che senso si può dare alla distruzione e alla compravendita di questo Islam che non è "integrale", ma è diverso dai precedenti, è radicalmente e disumanamente nuovo?
I ricordi scolastici, a volte poco piacevoli, ci hanno abituato a pensare che la filosofia sia di casa tra volumi polverosi e nei pensieri astratti di studiosi lontani dalla realtà. Maria Bettetini, con piglio divertito e rigore scientifico, riporta finalmente il pensiero filosofico alla dimensione che fin dall'antichità le è propria: un benefico esercizio della mente, utile per affrontare anche i problemi di tutti i giorni. Intrecciando le nostre vite con quelle, spesso molto ordinarie, dei filosofi, ci stupiremo forse nel ritrovare molti dei vizi e delle debolezze che ci contraddistinguono. Ma in questo divertente dialogo a distanza scopriremo anche l'importanza di porre le domande giuste, prima di cercare frettolose risposte. Un invito a scoprire la bellezza con cui la filosofia può colorare le nostre vite, in cui può accadere di sorprendere Aristotele nella cucina di casa, dialogare con Agostino sotto l'ombrellone, e persino incontrare Hegel in coda al supermercato.
Maria Bettetini presenta quattro modi dell'amore - l'amicizia, la passione, gli amori estremi (folli e ideali) e i falsi amori - attraverso opere filosofiche e letterarie liberamente scelte e interpretate: un itinerario, fra secoli e culture, che porta il lettore a domandarsi da quale espressione dell'amore si è lasciato, o ha desiderato, lasciarsi imprigionare. Da Immanuel Kant a Zygmunt Bauman, dai filosofi greci e i padri cristiani alle parole di Cyrano cantate da Francesco Guccini, da Omero e Saffo al mondo dei blog e di Facebook, da Simone de Beauvoir a Dostoevskij, da personaggi famosi a semplici comparse nella storia dell'umanità la domanda costante chiede di sapere "la verità, vi prego, sull'amore", per dirla con i versi di Wystan Hugh Auden. Anche i più scettici dovranno ammettere che, nonostante tutto, una sola è la certezza: vogliamo essere amati e del demone che ci assale non siamo mai sazi.
I dialoghi giovanili, il pitagorismo e il platonismo, il valore dell'ermeneutica intesa come scienza fondante, gli scritti polemici e poi i grandi temi del male, del tempo e dell'eternità. In dieci brevi capitoli Maria Bettetini traccia una sintesi della vita avventurosa, del pensiero e delle opere di sant'Agostino da Ippona, con particolare attenzione agli scritti che maggiormente hanno influenzato la cultura dei secoli successivi, dalle Confessioni, alla Città di Dio, alla Trinità. Il volume non si uniforma alla prassi di distinguere le opere del santo in filosofiche e teologiche, ripartizione estranea ad Agostino stesso, ma rintraccia le idee di fondo che strutturano il suo pensiero, le approfondisce e ne segue il tortuoso percorso culturale fino ai giorni nostri.
"Non occorre attendere una cosiddetta civiltà delle immagini per accorgersi del loro tremendo potere": platonici e islamici, ebrei e cristiani, differenti forme di iconoclastia si sono avvicendate nella storia e hanno contribuitoa plasmare e definire il nostro modo di guardare il mondo e rappresentarlo. Maria Bettetini ha insegnato Storia della filosofia medievale all'Università Ca' Foscari di Venezia ed è attualmente docente di Estetica all'Università Iulm di Milano.
Il saggio esplora alcuni temi della cultura medievale che ruotano intorno al concetto di finzione: una serie di prese di posizione tra anima e corpo, tra sensibilità e intelletto che mettono alla prova le filosofie aristoteliche e platoniche con gli argomenti della fede. La finzione poetica era rifiutata e, allo stesso tempo, esaltata: i Padri della Chiesa condannavano le "lacrime false" con parole di fuoco, ma soccombevano alle dolcezze della poesia latina classica. La "fictio iuris", procedimento del diritto romano, è ripresa dal diritto canonico, mentre la figura della "persona ficta" consentirà a Giovanni XXII di interpretare la regola di san Francesco contro la "lettera" e di attribuire all'ordine la possibilità di possedere beni materiali.