Il volume si pone in continuità con il testo di P. Braido, Storia della catechesi, vol. 3: Dal «tempo delle riforme» all’età degli imperialismi, Roma, LAS 2015, pubblicato in questa stessa collana, venendo a costituire il quarto contributo ad una storia che intende presentare i principali momenti della catechesi e dei catechismi dalle origini fino al Concilio Vaticano II. In effetti, le pagine del presente testo prendono le mosse là dove si è fermato lo studio del Braido, e cioè agli anni del Vaticano I, per proseguire l’analisi della vicenda catechistica fino al Vaticano II.
Più specificamente e più modestamente, però, il volume non affronta tutta la storia della catechesi tra i due Concili: si limita a trattare del movimento catechistico che, analogamente a quanto si registra nella Chiesa per altri moti di rinnovamento coevi, prende a svilupparsi lentamente nelle ultime decadi dell’Ottocento per diffondersi sempre di più, fino a trovare la sua approvazione e il suo rilancio “ufficiale” con il Vaticano II.
Tale movimento si impegna a migliorare una plurisecolare proposta catechistica che in genere ruota intorno al catechismo, inteso come cura dell’apprendimento mnemonico di verità espresse teologicamente sotto forma di domande e risposte in un libretto che è di “dottrina”. Il primo passo del rinnovamento conduce, nel rispetto delle leggi della psico-pedagogia, ad un miglioramento del metodo dell’insegnamento catechistico; il che permette di passare dalla semplice conoscenza della dottrina alla sua comprensione e valorizzazione in funzione dell’educazione cristiana. Sopitasi con gli anni Trenta del Novecento la preoccupazione metodologica, il movimento in esame compie un secondo e decisivo passo, rinnovando in chiave biblica e liturgica il contenuto del catechismo. Questa scelta troverà la sua massima condivisione proprio alla vigilia del Vaticano II quando, però, già si manifesteranno i primi segni anticipatori di quell’ulteriore passo che segnerà in termini nettissimi la catechesi postconciliare: la spiccata attenzione all’uomo e alla sua esperienza, origine della ben nota catechesi “esperienziale”.
Il testo tenta una ricostruzione di questa vicenda avendo cura di tratteggiarne le cause e i diversi contesti e condizionamenti, intra ed extra-ecclesiali, la cui conoscenza è indispensabile per una migliore comprensione degli eventi.
Il principale criterio seguito, tra i tanti possibili, è quello geografico, a partire necessariamente dall’Europa e da quelle Chiese che, quivi, hanno svolto un ruolo pionieristico e maggiormente influente a livello ecclesiale. Lo studio, però, osa spingersi anche fuori Europa e ricercare tracce del movimento esaminato anche nel resto della Chiesa: ovviamente, è fin troppo evidente che a questo punto l’indagine si esaurisce in un semplicissimo sondaggio, ugualmente tentato ad incoraggiamento di quanti intendessero approfondire la ricerca a livello delle diverse Chiese locali.
Con l’inizio della Restaurazione la Chiesa mette in moto una intensa attività pastorale che, pur con modalità, fasi ed esiti diversi da paese a paese, si protrae per tutto l’Ottocento con alcune caratterizzazioni tipiche di quel periodo storico.
Accanto allo sterile rimpianto per l’ormai passata societas christiana, riprende vigore una intensa attività che ha di mira la ri-cristianizzazione non solo dei singoli ma delle società e degli stati secolarizzati e laicisti. Sia pure con fatica, la Chiesa arriva a sviluppare un’azione non più unicamente intra-ecclesiale ma anche extra-ecclesiale; un’azione in cui trova progressivamente spazio anche il laicato.
Di una realtà estremamente complessa come l’azione pastorale della Chiesa in tutto un secolo, questo libro intende offrire un semplice sondaggio sull’attività pastorale, in particolare catechistica, svolta nella Chiesa italiana dell’Ottocento, attraverso lo studio di tre personalità e di una istituzione, attivamente impegnate nel ministero pastorale.
L’analisi si apre con lo studio di una proposta catechistica indirizzata a giovani studenti dal p. Luigi Taparelli d’Azeglio SJ (1793-1862).
Il secondo sguardo è rivolto al ben più noto beato Antonio Rosmini (1797-1855). Con la lucidità propria di una mente superiore, egli analizza due àmbiti fondamentali di ogni prassi pastorale, la predicazione e la catechesi. Di entrambi denuncia chiaramente i limiti mostrati all’epoca e, in positivo, propone una riflessione omiletica e catechetica dai caratteri decisamente innovativi, avvalorando il quadro teorico con l’esemplarità dell’azione.
A partire dai primi anni Cinquanta si presenta attivo sotto il profilo pastorale san Leonardo Murialdo (1828-1900). Di lui è presa in considerazione l’intensa pratica catechistica, specialmente nei confronti del mondo giovanile.
L’ultimo studio tocca una istituzione, cioè la Congregazione Salesiana. L’analisi mira ad individuare come, nella Chiesa di fine Ottocento e inizi Novecento, i superiori di questa famiglia religiosa concepissero l’apostolato laicale e come facessero pervenire i loro convincimenti ai laici legati alla Congregazione come Cooperatori, attraverso il loro organo di collegamento ufficiale, il Bollettino Salesiano, e i loro Congressi internazionali.
Una guida ai luoghi che hanno visto lo svolgersi della splendida avventura umana e cristiana di don Bosco. Un libro che, comunque, non è semplicemente un manuale turistico. Infatti, partendo dal contesto storico-geografico, aiuta a cogliere quel messaggio spirituale e pedagogico scaturito dall'esperienza del Santo, messaggio che ha un valore perenne e universale. Le scelte di don Bosco, i valori ispiratori e le sue realizzazioni acquistano così una singolare forza evocativa.