Geografie dello sviluppo affronta il tema del rapporto fra disuguaglianze e spazio geografico intrecciando teorie (dibattiti scientifici che spiegano come lo sviluppo abbia preso forma in determinati luoghi in passato, o come si presume avverrà), strategie (le pratiche concrete di governi, agenzie internazionali, Ong, comunità locali), ideologie (i sistemi di valori che guidano la definizione di obiettivi e visioni della società che si intende costruire) e politiche di sviluppo. Il punto di vista adottato è riassunto nei due aggettivi che figurano nel sottotitolo: critico e globale. La prospettiva è, innanzitutto, critica, perché ogni fatto sociale presenta sempre aspetti positivi e negativi, esiti virtuosi e altri potenzialmente perversi. Ogni spiegazione, per quanto convincente e fondata, rappresenta sempre un punto di vista parziale, fallibile, contestabile. Assumere una posizione critica significa allontanarsi da descrizioni semplicistiche e appiattite su toni celebrativi, normativi o stereotipati. Una geografia critica tenta quindi di problematizzare, piuttosto che offrire soluzioni, enfatizzando la complessità e dando voce a punti di vista 'diversi', anche lontani dalle logiche dei discorsi dominanti. In secondo luogo, la geografia discussa in questo volume intende orientarsi al globale. Questo non significa soltanto prendere in esame l'influenza della globalizzazione, quanto piuttosto - per riprendere una celebre espressione di Immanuel Wallerstein - riconoscere che esiste solamente uno e un solo mondo. Senza negare le enormi diversità che caratterizzano lo scenario contemporaneo, l'idea che vi siano teorie e modelli per il 'Sud' e altri per il 'Nord' lascia spazio alla constatazione di come il problema dello sviluppo prenda forma ovunque giungano i circuiti del capitale. Questa nuova edizione del libro, ampliata e aggiornata, tenta inoltre di utilizzare un linguaggio più neutrale rispetto al genere.
Le immagini plasmano il nostro modo di guardare e descrivere il mondo, e in questo senso sono un ingrediente essenziale della conoscenza geografica. Attraverso le rappresentazioni visive la geografia ha costruito nel tempo modalità diverse per osservare, indagare e così dar senso alla realtà dello spazio e del territorio che ci circonda. La ricerca visuale in geografia si concentra su alcuni dei percorsi di indagine e riflessione aperti dall'utilizzo delle immagine fotografiche e dei video, analizzando nello specifico come, accanto alle forme geografiche tradizionali di descrizione visuale, la fotografia e la videoripresa rappresentino canali privilegiati d'accesso sia all'osservazione e alla registrazione di informazioni sul territorio nella sua materialità, sia alla comprensione di come identità ed esperienze di tutti i giorni vengono costruite nello spazio geografico. Il volume presenta, in questo quadro, un insieme di metodologie per indagare il territorio e i fenomeni che in esso si dispiegano utilizzando le potenzialità offerte dalle immagini fisse e in movimento.