In apertura del terzo millennio si sono affermate dinamiche economiche, politiche, strategiche e sociali in grado di ridefinire le realtà geopolitiche ed economiche di tutti i paesi del mondo, rendendo così necessario un riposizionamento nel modo di osservarle e analizzarle. L'intersezione dei mercati regionali e del mercato unico mondiale, l'emersione di nuovi giganti economici prima classificati in un indistinto Terzo Mondo, il riposizionamento negli equilibri politici, la composizione di nuovi spazi culturali, sono alcuni degli elementi che ridisegnano il tradizionale significato delle categorie di sviluppo e sottosviluppo, centro e periferia, ricchezza e povertà. Tutto ciò rende ancor più necessaria l'elaborazione di un adeguato quadro concettuale utile a leggere i nuovi assetti mondiali e l'individuazione di strumenti operativi in grado di affrontare le problematiche che stanno interessando le diverse aree del mondo. In questa prospettiva il contributo della geografia diventa essenziale. "Geografia dello sviluppo", registrando i cambiamenti storici, economici, politici e sociali degli ultimi anni, individua le cause delle profonde diversità e disuguaglianze che ancora marcano i territori del Nord e del Sud del mondo.