Per secoli la teologia cristiana occidentale ha ignorato lo Spirito oppure lo ha relegato all'interiorità della persona. Con questo lavoro, Böhnke punta a "recuperare" quel deficit che si è verificato sia nella riflessione sia nella prassi cristiana. Per farlo, egli ricorre a una pneumatologia pratica e a una cristologia basata sulla teologia biblica, analizzando la spiritualità della pratica di Gesù e il significato del "dire nello Spirito" di marca paolina. Böhnke può così sviluppare una dottrina della Trinità che risulta innovativa - e rilevante per l'oggi -, in quanto non si presenta come speculazione metafisica, ma come dottrina pratica dell'opera definitiva e universale dello Spirito nel mondo. La dottrina su Dio e la riflessione sul suo autorivelarsi nella storia si arricchiscono così convintamente della dimensione dello Spirito, mentre al tempo stesso il discorso teologico guadagna "responsabilità" e "credibilità" agli occhi del contesto odierno. Alla comunicazione del vangelo cristiano vengono insomma aperte vie affidabili, spalancando nuove possibilità per una comprensione convincente. «Questa riformulazione pneumatologica della dottrina sulla Trinità si caratterizza non solo per la serietà e il rigore formale, ma anche per la grande densità di contenuti e di spunti di riflessione che fornisce» (Dominik Lorenz). Un testo di autentica teologia: tanto nelle analisi che dispiega, quanto nel metodo con cui fonda il ragionamento.
Come opera lo Spirito di Dio, dove si manifesta? Questo studio risponde: lo Spirito si lascia cogliere esattamente nell'agire umano. Prendendo le distanze dalle consuete affermazioni sullo Spirito Santo, troppo spesso indeterminate, Böhnke sollecita una pneumatologia in chiave pratica, che abbia come punto di partenza l'umano e come approccio fondamentale l'interazione tra gli esseri umani. L'autore analizza in profondità determinati gesti percepibili come esperienze - implicite o esplicite - dello Spirito di Dio: l'epìclesi, la parresìa, la dossologia, la sagacia... E, riflettendo su queste prassi e rifacendosi alla testimonianza biblica, evidenzia i caratteri distintivi dello Spirito di Dio, fino a giungere alla determinazione dello Spirito Santo come persona. Questo nuovo approccio apre allo Spirito Santo come entità divina che viene ricevuta, che libera, che riempie di sé, che esercita una pressione benevola. E dischiude prospettive inedite per l'ecclesiologia, per l'escatologia, per una concezione ecumenica della Trinità. Una ricerca davvero nuova su "lo Spirito nell'agire" e su "l'agire nello Spirito".