Prima dei fiori – bellissimi – in Europa sono arrivate le foglie. Quanti sanno infatti che anche la pianta del tè è una camelia? Guardiamo a questo fiore ancor oggi come a un’icona di stile, che tra Ottocento e Novecento ha condizionato la moda e goduto di fortune letterarie e musicali. Eppure le sue foglie hanno conquistato il mondo, ne hanno rivoluzionato aspetti culturali, sociali ed economici, intorno a esse si sono canonizzati riti e millenarie cerimonie. Indubbio è il suo pregio ornamentale, ma la camelia è pianta utile non solo per l’infuso biondo e dissetante: nei paesi d’origine, oltre alle foglie, si lavorano semi, legno e petali. La storia del viaggio e della diffusione di questa pianta – nella sua duplice ricezione, quale pianta ornamentale e pianta del tè – è affascinante, e in parte ancora avvolta nelle nebbie. In Europa e in Italia diviene, soprattutto, storia di ville e giardini, di passioni aristocratiche, esclusive, per un fiore mutante, metamorfico, che si declina in forme diversissime e in ricche gamme cromatiche, talora persino sul medesimo esemplare. Così innumerevoli le cultivar da soddisfare i capricci estetici sia di chi ama corolle dalla perfezione geometrica sia di chi le predilige bizzarre e vezzose.