Da che mondo è mondo gli uomini si sono combattuti. Ma è anche vero che da quando c'è storia, da quando l'umanità si è divisa in culture diverse in luoghi diversi, c'è sempre stato chi ha cercato di capire, oltre alle proprie, anche le ragioni dell'altro. Rilevava Pascal, affacciandosi al confine tra Francia e Spagna, che quello che è legge al di qua dei Pirenei è un crimine dall'altra parte. Chi pensa che la legge sia un'emanazione divina (o naturale), univoca per l'intera umanità, fatica a fare i conti con la verità degli altri e tende a combattere le visioni alternative alla propria. Ma nella storia c'è sempre stato anche chi ha fatto del pluralismo la sua bandiera e ha visto nel confronto con l'altro l'occasione per rileggere sotto una luce nuova il mondo e sé stesso. A dieci di queste persone eccezionali è dedicato questo libro di Giancarlo Bosetti: dieci «pluralisti» coraggiosi, le cui storie ci additano un percorso alternativo delle cose umane, lontanissimo dalla retorica dello «scontro tra civiltà» e semmai incardinato nel dialogo e nell'accettazione della varietà umana. Scopriremo tra queste pagine i singolari editti di Ashoka, l'imperatore mauryia nell'India del III sec. a.C., la sottile dottrina dell'apocatàstasi propugnata da Origene in seno alla Chiesa nel III sec. d.C., la spiazzante reazione di Nicola Cusano alla presa di Costantinopoli da parte degli «infedeli» turchi nel 1453, la battaglia di Bartolomé de Las Casas in favore degli indios del Nuovo Mondo, le sottili argomentazioni di Michel de Montaigne sul cannibalismo, la favola in codice di Gotthold Ephraim Lessing in una celebre opera che contiene la risposta al suo persecutore, la nascita della cittadinanza «con il trattino» negli Stati Uniti di Horace Kallen, la temeraria battaglia all'interno delle gerarchie cattoliche del teologo belga Jacques Dupuis, la dirompente novità in campo etnologico rappresentata dagli studi di Margaret Mead e, a coprire tutto, la radicale visione anti-monista dello storico delle idee di Oxford Isaiah Berlin.
Breve saggio sulla necessità del dialogo interreligioso visto da un autorevole intellettuale non credente ma molto attento all'importanza del fatto religioso. Secondo l'autore, il dialogo tra le fedi vince le tentazioni integraliste di ogni credo e permette di individuare figure di riferimento e leader capaci.
La religione non è un nemico da annientare.
E’ un alleato nelle sfide del futuro.
Dio è morto? Sembra proprio di no. Gli appartenenti a una delle quattro maggiori confessioni sono passati dal 67 per cento della popolazione mondiale del 1900 al 73 per cento del 2005 e si ritiene possano diventare l’80 per cento nel 2050. È solo uno degli aspetti di quel ritorno del sacro che è stato definito come post-secolarismo, e che risponde alla crescente confusione e solitudine dell’individuo nella vita contemporanea: non è un caso che negli Stati Uniti Obama abbia vinto le elezioni riaffermando in senso progressista la propria fede. In Italia, invece, il dibattito rimane sul terreno dello scontro fra truppe acriticamente fedeli alla Chiesa e indiscriminati combattenti per la laicità, una guerra inutile e dannosa per tutti. I laici che rifiutano di prendere atto del ritorno identitario delle religioni finiscono con il perdere consensi nella società, anche quando portano avanti giuste battaglie. Mentre la Chiesa, arroccata in una difesa disperata e a volte prepotente, ignora una richiesta di spiritualità che rischia di venir soddisfatta altrove. L’unica salvezza è cambiare rotta in nome dell’apertura reciproca. E forgiare una nuova cultura laica, un liberalismo al plurale che sappia lottare contro ogni integralismo ma anche accettare il ruolo delle religioni come rafforzamento e complemento dello Stato liberale. E affrontare la vera sfida che attende i laici: riempire di senso il vuoto lasciato dalle ideologie, che minaccia di inghiottire le nostre società.
Una indagine sulle opere "islamiste" di Oriana Fallaci che rompe le righe degli atteggiamenti correnti: alzata di spalle, abbandono della discussione, imbarazzo, giudizi eufemistici. Il libro di Bosetti va diritto alla questione centrale: come è possibile che pagine piene di odio radicale contro una religione in quanto tale, riscuotano un successo paragonabile ai maggiori best-sellers internazionali? Tutti xenofobi e islamofobi? Che genere di epidemia abbiamo qui da contrastare? Che cos'è l'"orianismo" e come funziona una forma mentale che ha bisogno del Nemico per orientarsi, consolarsi, comunicare, fabbricare certezze illusorie di fronte a verità inquietanti?
Gennaio 2004. Joseph Ratzinger e Jürgen Habermas si incontrano a Monaco presso la Katholische Akademie in Bayern per rispondere alla domanda: "La democrazia liberale ha bisogno di premesse religiose?" Ne nasce un dialogo nel quale il Cardinale e il Filosofo fanno l'uno all'altro concessioni sorprendenti.