Ciò che è giusto e vero, ma anche quanto è bello e buono, fanno da sempre parte di ogni genuina esperienza umana e quindi, inevitabilmente, anche di ogni autentica religiosità. Apprezzare e godere delle cose che la Provvidenza divina ha disposto nel creato non è una stravaganza né tantomeno qualcosa di moralmente riprovevole. I Testi fondatori dei tre monoteismi abramitici lo confermano in moltissimi passi che esortano gli esseri umani a essere non solo custodi, ma anche fruitori grati e responsabili delle immense ricchezze che li circondano. Ripercorrere le tradizioni e le norme che ebraismo, cristianesimo e islam hanno posto anche nel rapporto dei fedeli con il nutrimento può condurci a recuperare il senso del sacro e la relazione con il trascendente proprio nei gesti banali della vita quotidiana, una volta ritmata dai tempi lenti delle stagioni e delle preparazioni umili e attente di chi non aveva fretta di avere tutto e subito, ma sapeva godere anche dell'attesa. Queste pagine sono un invito a tornare verso le sorgenti di un'armonia forse trascurata, ma non per questo meno carica di suggestioni e insegnamenti anche per chi ormai vive la frenesia dei ritmi di vita moderni.
Che cosa significa oggi avere fede? Se si ragiona in termini tradizionali, nell'Occidente euro-atlantico non si può che far riferimento anzitutto alla fede nel Dio cristiano. Se, però, si allarga l'orizzonte e si approfondisce l'analisi, non si può non considerare quanto importanti siano stati e siano, proprio nello sviluppo della cultura "occidentale", gli apporti e la presenza di fedeli ebrei e islamici e delle loro prospettive di fede e di cultura. Ebrei, cristiani e musulmani possono mettere in campo efficaci pratiche fondate sulla ragionevole fiducia che l'incontro con l'altro sia un'opportunità per tutti. In tale quadro culturale contemporaneo agli autori di questo volume - studiosi delle tradizioni religiose giudaiche, cristiane e islamiche e organizzatori di occasioni formative nell'ambito del dialogo ecumenico e interreligioso - è parso importante scrivere queste pagine seriamente divulgative. Esse sono rivolte a chiunque desideri capire meglio l'importanza esistenziale delle fedi giudaica, cristiana e islamica per la ricerca della felicità personale e collettiva e sia interessato a una convivenza sociale migliore, proprio a partire da un confronto culturale e religioso, intelligente e appassionato.
Lo stereotipo dell'arabo dal volto truce che brandisce una scimitarra fa parte del nostro immaginario collettivo. Negli ultimi anni poi l'aspetto minaccioso dell'Oriente, in particolare di quello arabo-musulmano, ha avuto un revival drammatico. Si rafforza nell'opinione pubblica l'idea di una intera civiltà incapace di leggerezza e d'ironia. Immagine irrealistica, che cozza contro la straboccante umanità dei villaggi e delle metropoli del Medio Oriente o del Nordafrica, per tanti aspetti simili ad altri spazi mediterranei.