Attività specifiche e per i diversi livelli di istruzione vogliono aiutare gli adulti ad affrontare in classe i temi dei diritti uguali tra persone tutte diverse. Cambiamo piano, dal "perché" del bullismo al "come", per parlare di cyberbullismo, quello che utilizza Internet o il cellulare come strumento di aggressione o di divulgazione, sottolineandone i possibili rischi estremi sia per l'equilibrio della persona offesa, sia per la rilevanza penale dei comportamenti. Alla media education è dedicata l'ultima parte sia nella sezione teorica che nelle attività. È certo infatti che, come altri strumenti tecnologici, il cellulare e la rete costituiscano una meravigliosa opportunità di apprendimento e di relazione. Per questa generazione di bambini e ragazzi sono presenze naturali e irrinunciabili e divengono un prolungamento del sé su cui investono molto, che agli adulti piaccia o no. Per tutte queste ragioni è importante capire il loro punto di osservazione sui media e aiutarli ad esplicitarlo e a metterlo in discussione, confrontandosi anche con i rischi. Conoscere le regole della navigazione è fondamentale per arrivare all'approdo senza fare, senza farsi, troppo male. Questo libro-manuale è sicuramente un valido strumento e crediamo possa essere di aiuto a tanti docenti e operatori che lavorano nella scuola e nei servizi educativi.
La violenza che si vede, quella che non si vede e quella che si fa finta di non vedere. La rabbia che esplode ma anche la sofferenza che implode e poi il ruolo di tutti, i bulli, le vittime, gli amici, i genitori, i professori e gli altri adulti. Otto racconti che raccolgono storie di bulli consumate tra adolescenti a scuola o nei luoghi da loro frequentati (treni, discoteche, bar&) e che coinvolgono in modi diversi anche i genitori, gli insegnanti, gli adulti che loro incontrano.