Il testo si avvicina al tono di una conversazione fra amici che si trasmettono segreti di "alta e bassa cucina". Segreti che possono riguardare l'insalata come anche certi piatti esotici e inauditi. Non c'è bisogno di citare Lévi-Strauss per far riconoscere che la cucina è un prezioso elemento della civiltà, dalle innumerevoli ramificazioni. La cucina prosegue nei luoghi, nelle maniere, nell'immaginazione e ci si potrà persino spingere ad affermare che la cucina è un sapere occulto che serve insieme al piacere e alla sopravvivenza.
Di Saul Steinberg si può dire che incarnasse un genere d'arte di cui era l'unico rappresentante, cultore e maestro, circondato da un'invisibile ed ecumenica platea di spettatori ammirati. Nemico di ogni clamore teatrale Stenberg si decise solo negli ultimi anni a raccontare la prima parte della sua vita. Anni travagliati e fascinosi, ma questo frammento di autobiografia doveva toccare qualche corda segreta se Steinberg non si decise mai a pubblicarlo. E solo oggi, a un anno dalla morte, può apparire in Italia nella sua prima edizione.