Dopo aver dato voce alle piante e ai fiori della Bibbia, in sintonia con quella spiritualità che papa Francesco auspica nell'enciclica Laudato si', l'Autore dà ora voce alle "cose della creazione", a partire dai primi capitoli della Genesi, nello spirito del Cantico delle creature di san Francesco.I segni dell'amore diffusivo di Dio (cielo, terra, sole, luna...) rivolgono così il loro messaggio colmo di saggezza - sempre parlando in prima persona - all'uomo d'oggi. E costui, se pur avvinto dalla scienza, rinnova il proprio stupore per il loro fascino e la loro bellezza: perché la bellezza delle cose terrene e mutabili - come ci ricorda sant'Agostino - è riflesso della Bellezza immutabile.
Le piante e i fiori hanno un loro linguaggio e a chi li sa ascoltare possono rivelare significati profondi e sorprendenti. Qui si parla delle piante e dei fiori ricordati nella Bibbia, che per i credenti ebrei e cristiani è "Parola di Dio", la parola della natura e della storia di un popolo, parola attraverso la quale Dio rivela se stesso e la sua volontà di salvezza: dono di senso e di pienezza alla esistenza umana. Le piante e fiori della Bibbia manifestano così un destino di solidarietà e di comunione con l'umanità. L'Autore di queste "miniature" bibliche dà loro la parola per fare emergere - con arguzia, leggerezza e ironia - il messaggio di saggezza di cui sono portatrici, un messaggio che obbliga ad un confronto con l'attualità, contribuendo in tal modo ad una spiritualità che si ispira all'ecologia, la spiritualità auspicata da papa Francesco nella enciclica Laudato si'!
"Gli dissero allora: 'Che cosa dobbiamo fare per compiere l'opera di Dio?'. Gesù rispose loro: 'Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato'". Il dialogo tra il Maestro e i discepoli, tramandato dal Vangelo di Giovanni, espone meglio di tanti trattati teologici il contenuto della fede cristiana: essa non è altro che Cristo, la sua persona e il rapporto con lui. Ma come tutte le relazioni, anche questa ha bisogno di essere espressa in una forma determinata, che può divenire di volta in volta riflessione, preghiera, regola o discorso. Per vivere in pienezza questo rapporto, la Chiesa ha tramandato nei secoli un tesoro prezioso e spesso dimenticato: il Credo. Gli articoli che l'autore ha scritto per il mensile Testimoni entrano nel vivo del testo, ma lo fanno con il passo umile e incerto del fedele che interpreta il mistero attraverso la vita. Le affermazioni fondamentali non sono commentate con il piglio del teologo, ma narrate con le parole concrete di chi vive ciò che professa.
Un ricordo d'infanzia, la statuetta del cammello dei Magi, ritorna nelle riflessioni natalizie per portarci al cuore dell'Avvenimento che cambia la storia: prende la parola lui, il cammello del presepe "... per aiutarci a non vagare soli e senza un traguardo nel nostro deserto".
Magna charta del cristianesimo, le Beatitudini costituiscono un orientamento illuminante anche per la missione educativa: alla loro luce il nostro modo di educare assume tratti di ottimismo e si configura come un lavorare con fiducia, un seminare con serenità.
Descrizione
Le Beatitudini sono la grande “carta costituzionale” del cristianesimo: parlano di un già ora felice, che è crescita umana in pienezza, e di un non ancora, che sarà dono di Dio.
Possono costituire un orizzonte e una direzione anche per la missione educativa?
L’autore di questo libro ne è convinto: alla loro luce educare diventa un lavorare con fiducia, un seminare con serenità, un crescere nell’ottimismo. Anche per coloro che si dichiarano “laici” le Beatitudini possono rivelarsi “umanizzanti”: rafforzano l’interiorità e promuovono quanto è umano sia nell’educatore sia nelle generazioni da educare.
Il volume presenta i profili di venti grandi personalità della storia (da Agostino a Francesco d'Assisi, da Caterina da Siena a Bonhoeffer) che hanno influito sul loro tempo e che possono dire qualche cosa anche al nostro.
L'Occidente sarebbe diverso scena le energie spirituali di questi santi che sono diventate parte integrante del nostro patrimonio.
Non è solo una rivisitazione storica, ma un'occasione per riflettere su ciò che ha contribuito a costruire una cultura e a rendere grande una civiltà.
Introduzione di Rosino Gibellini
Illustrazioni di Giovanni Tabarelli e Gian Maria Ciferri
In questo Diario “ideale”, perché non scritto direttamente dal protagonista, viene riproposto il vissuto umano e spirituale del bresciano Giovanni Piamarta (1841-1913), ricostruendo gli ultimi tre anni di vita del santo (la canonizzazione è stabilita per il prossimo 21 ottobre 2012). Pagine utili per tutti, specialmente per chi ha una responsabilità educativa.
Descrizione
“Diario ideale”, poiché non scritto direttamente dal “protagonista”, il padre Giovanni Piamarta, e tuttavia “diario reale”, che intende riproporre il vissuto umano e spirituale di un vero santo.
Il “Diario” si fa eco, nei contenuti e nel linguaggio, di una esperienza che conserva tutta la sua attualità: ricostruisce gli aspetti più caratterizzanti degli ultimi tre anni di vita del Santo, dal 1909 al 1912.
Si vengono così a conoscere pensieri, opere e preoccupazioni, le sue iniziative, la sua creatività, la sua profonda vita interiore, la sua apertura pastorale e missionaria, la sua statura di educatore, il suo amore per gli ultimi.
Con la canonizzazione, che ne riconosce la santità, Giovanni Piamarta entra ora nella grande memoria della Chiesa universale.
Pagine belle, utili per tutti, specialmente per chi ha responsabilità educativa.
Avvicinarsi al mistero del Presepe con pagine di intensa spiritualità.
Si può essere felici senza Dio? Si può essere felici con Dio? Quasi in risposta alla prima domanda, degli atei inglesi hanno recentemente promosso una campagna pubblicitaria, facendo apparire sugli autobus la scritta: "Probabilmente Dio non esiste. Smettila di preoccuparti e goditi la vita". Da parte nostra non ci sentiremmo così sicuri, perché vediamo attorno a noi molte inquietudini e smarrimento. Alla seconda domanda rispondiamo dicendo che, pur in mezzo a nebbie e incertezze, siamo al corrente di numerose testimonianze che permettono di dare una risposta positiva. Il titolo dato a queste pagine, "Si può essere felici con Dio? Alla ricerca della gioia", è piuttosto provocatorio, dal momento che la gioia non viene quando la ricerchi, ma quando la accogli come dono e la coniughi come tale. Ma questo dono si inserisce nella ricerca umanissima dell'autorealizzazione e nella ricerca del benessere personale e comunitario. Il presente lavoro, centrato sulla parola di Dio, mette a disposizione dei commenti di san Francesco di Sales, maestro di una vita cristiana improntata alla gioia.