Fatti e logica, observatio et ratio, in uno stretto dialogo tra di loro, senza troppo indulgere alla discussione sul problema su quale tra i due termini debba avere la priorità. L'esame delle componenti extra-logiche che intervengono nel processo diagnostico; la riflessione sugli ausili che la tecnologia potrebbe offrire all'attività clinica e l'analisi dell'errore quale insidia nascosta che dobbiamo considerare sempre in agguato. Sono questi i temi che il libro tocca, senza troppi tecnicismi, per farsi intendere da un pubblico più vasto rispetto a quello dei soli "addetti ai lavori".
Questo libro si indirizza soprattutto agli studenti di medicina e ai giovani medici per fornire spunti, suggerimenti, itinerari capaci di affinarne la sensibilità e di condurli attraverso un percorso personale fino a sentire di essere medici.
Il difficile momento che la diagnosi attraversa nell'attuale contesto della medicina cilnica è all'origine del disagio che, sui due fronti, viene avvertito sia dai pazienti che dai medici. Il dialogo che qui viene proposto parte dalla constatazione che la diagnosi solleva importanti questioni filosofiche non sempre presenti nella mente dei medici e tanto meno in quella dei pazienti.
Questo libro vuole offrire un panorama più ampio della crisi della diagnosi, legata al mutamento del concetto di malattia, alle prospettive della genetica, al cambiamento della tipologia dei malati, ai nuovi orientamenti metodologici e allo spirito del nostro tempo ispirato troppo spesso a una eccessiva velocità.