I filosofi spesso si meravigliano di cose che la maggior parte delle persone non nota neppure: Socrate trovava sorprendente il fatto che qualcuno potesse apparire più piccolo in lontananza senza rimpicciolire davvero e Kant si chiedeva come accade che gli specchi invertano la destra e la sinistra, ma non l'alto e il basso. Quello che vediamo, tocchiamo o sentiamo pone quotidianamente alla nostra attenzione problemi e stranezze di difficile soluzione. Per esempio, come mai l'immagine retinica è piatta ma noi vediamo gli oggetti tridimensionali? E perché al variare dell'illuminazione non cambia la nostra percezione del colore di un oggetto? I filosofi della percezione cercano di rispondere a questi e altri quesiti partendo dalla domanda fondamentale: cos'è la percezione? cosa significa "vedere" e "sentire" qualcosa? Questo volume è un'introduzione accessibile ai temi e ai problemi della filosofia della percezione.
Questa introduzione alla filosofia della mente, rivolta in primo luogo agli studenti universitari di filosofia e di psicologia, è focalizzata su di un problema specifico, l'intenzionalità, e proprio per questo si differenzia dai testi attualmente in circolazione, che sono in prevalenza rassegne generali. Presentandosi come un'introduzione teoricamente orientata, il volume permette di allineare, in forma compatta, una serie di problemi utili allo studente per addentrarsi direttamente nello specifico della materia, attraverso la ricognizione ragionata delle varie posizioni degli autori che si sono occupati dei diversi criteri di intenzionalità: da Russell, Husserl e Wittgenstein fino a Searle, Fodor, Dennett e Putnam.