Nel nostro tempo i bambini sono più che mai insidiati: innumerevoli sono rifiutati ancor prima della nascita, tanti subiscono violenza nel corpo e nello spirito, molti muoiono per mancanza di cibo e di amore. Sembra proprio che il mistero di iniquità, sempre in atto nella storia, voglia dissacrare la fonte della vita rubandoci l'infanzia, speranza dell'umanità. Quasi volendo riparare a tanto scempio, le pagine di questo libro, nate nel silenzio orante di un monastero, rivisitano il Vangelo soffermandosi a contemplare l'atteggiamento di Gesù verso i bambini. Il commento evangelico, illuminato da toccanti testimonianze di vita, suscita negli animi i sentimenti umani e cristiani più forti, belli e autentici: dallo "sdegno" alla compassione, dalla pura gioia, allo stupore, al rendimento di grazie e al fiducioso abbandono. Si riscopre così anche il vero significato dell'infanzia spirituale: piccoli sono, al seguito di Gesù, tutti gli umili, tutti quelli che fanno della loro esistenza una risposta d'amore al Dio amante della vita.
La liturgia del mistero pasquale, celebrato nella Settimana Santa e culminante nel Triduo Sacro, è una miniera da cui non si finisce mai di estrarre i tesori nascosti. L'intento di questo commento spirituale ai testi liturgici - dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Risurrezione - è proprio quello di aiutare molti a scoprirne il valore, per trarne un maggior frutto di grazia. Si tratta di spunti meditativi scaturiti dalla celebrazione liturgica di una comunità monastica benedettina nella quale è ancora conservato e coltivato il nobile canto gregoriano, patrimonio di valore inestimabile, carico della preghiera e della pietà di generazioni e generazioni di cristiani e di grandi santi che se ne sono nutriti.
Quello del profeta Osea è sicuramente uno dei libri biblici più intensi e suggestivi e in queste pagine viene letto mettendone in evidenza il tema centrale: l'amore di Dio. Come per gli altri testi della collana, la preoccupazione dell'autrice non è quella di una lettura esegetica, ma sapienziale del testo di Osea, per cogliere tutta l'intensità di una Parola che chiede di diventare esperienza personale; infatti l'autrice sostiene che il libro di Osea obbliga chi lo legge a rivedere il proprio concetto di Dio: non un Dio impersonale e lontano ma un Dio che si compromette con il suo popolo, che cammina con l'uomo e gli chiede l'impegno di un coinvolgimento sincero e personale.
Il libro è un contributo profondo e semplice nello stesso tempo alla riflessione della Chiesa in questo anno eucaristico. Rispondendo all'invito dei vescovi italiani a vivere sempre più in contatto con la Parola, attraverso il metodo della lectio divina, l'autrice commenta i brani eucaristici del Vangelo di Giovanni, sicuramente tra le pagine più alte del quarto vangelo.
È uno dei libri più piccoli della Scrittura, ma contiene un potenziale di vita e di libertà che apre a orizzonti di luce e di speranza. Il libro offre l'opportunità per una riflessione sulla storia e sui fili invisibili e sorprendenti che la conducono. La speranza può venire anche dallo straniero, dal povero, come straniera e povera è Rut che, per la sua fedeltà, entrerà nella storia d'Israele e alimenterà la speranza del popolo.
Queste pagine di A.M. Cànopi ci aiutano a metterci in ascolto della Parola essenziale: il Vangelo. Gesù ci attende per parlarci del Padre. Lui solo, disceso dal cielo come buon Samaritano per prendersi cura dell'umanità ferita a morte, ha parole di vita eterna. E le parabole della misericordia fiorite sulle sue labbra sono lì, sempre vive, sempre nuove, pronte a coinvolgerci in un storia di cui ciascuno di noi si scopre protagonista. Qui finalmente troviamo realtà che ci riguardano, che vanno al cuore di ogni esistenza umana con il suo anelito insopprimibile di amore, di verità, di pace. È bello riconoscersi amati da quel Padre misericordioso che ripone una sconfinata fiducia nell'uomo e mai si rassegna a saperlo lontano e perduto. Soffermandoci su queste pagine, possiamo gustare il sapore di Cristo e attingervi una forza nuova che ci permetta di guardare noi stessi e gli altri con occhi trasfigurati. Nessuno può restare indifferente. L'amore da cui ci sentiamo afferrati ci rende a nostra volta prossimi di ogni fratello. Pagine di lectio che non sono uno studio esegetico, ma che vogliono semplicemente comunicare riflessioni, sentimenti, emozioni suscitate nel cuore di chi ha a lungo meditato queste parabole.
Il volume di A.M. Canopi, commenta alcuni brani dei vangeli dell'infanzia per recuperare, attraverso i grandi protagonisti di queste pagine, la capacità di vedere la Salvezza con gli occhi puri e umili di chi sa stupirsi.
Negli otto capitoli di cui è composto il libro, l'Autrice propone una lectio divina sul quinto capitolo del Vangelo di Matteo affrontando le singole beatitudini. Le beatitudini sono il canto della gioia di Dio che egli vuole comunicare a tutti gli uomini, ma per poterlo fare deve insegnare il linguaggio dell'amore vero, dell'amore divino. Meditare sulle Beatitudini significa intraprendere un cammino di radicale conversione, aprirsi a una mentalità nuova che apprezza e desidera proprio quanto il mondo rifiuta. È una salita ardua che nessuno da solo potrebbe compiere. Ma Gesù, posando il suo sguardo su di noi, ci ammaestra e ci attira vicino a sé per farci conoscere le cose più intime e profonde del mistero del regno dei cieli. Anna Maria Cànopi in questo testo aiuta il lettore a salire con Gesù sulla montagna per stare alla sua presenza e mettersi in ascolto della sua Parola, per scoprire che Gesù stesso è la "beatitudine" di ogni persona.