Con il Convegno del 25 ottobre 2018, svoltosi a Roma, al palazzo della Cancelleria, e di cui si pubblicano oggi gli Atti, si è voluta onorare la memoria di una grande personalità ecclesiastica, il Cardinale Attilio Nicora, scomparso il 22 aprile 2017. Attilio Nicora ha ricoperto importanti incarichi nella chiesa ed è stato protagonista della riforma dei rapporti tra stato e chiesa in italia. Nato a Varese il 16 marzo 1937, è Vescovo Ausiliare di Milano dal 16 aprile 1977. Nel febbraio 1984 è nominato Co-presidente della Commissione paritetica italo-vaticana incaricata di predisporre la normativa bilaterale sui beni ed enti ecclesiastici, e gli impegni finanziari dello Stato nei confronti della Chiesa; da allora, per decenni, è incaricato dalla CEI di sovrintendere all'attuazione degli Accordi di revisione concordataria. Dal 1992 al 1997 è arcivescovo di Verona, e nel 2002 è nominato Cardinale, poi Presidente dell'amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Nel 2011 è Presidente dell'Autorità di informazione Finanziaria (A.I.F.), e dal 2007 è Presidente del Consiglio di Amministrazione della LUMSA. Il Convegno, organizzato per impulso dei Proff. Francesco Bonini e Giuseppe Dalla Torre della LUMSA, e del Prof. Carlo Cardia, di Roma TRE, ripercorre l'impegno di Attilio Nicora nei suoi diversi incarichi, di Vescovo, Cardinale, negoziatore dei rapporti tra Stato e Chiesa, ma riveste anche un altro, importante, significato. Esso riflette l'affetto grande, la gratitudine profonda, che tantissime persone, dentro e fuori la Chiesa, all'interno o attorno alle istituzioni civili, hanno sentito e provano tuttora per averlo conosciuto, condiviso con lui lunghi e decisivi segmenti di vita, personale e istituzionale, per aver ricevuto e assaporato con lui insegnamenti, valori alti, virtù preziose, che non si potranno mai dimenticare. La dimensione etica e spirituale di Nicora è indissociabile dalla sua più profonda identità, e imprescindibile per chiunque voglia conoscere la sua opera, apprezzare l'eredità che ha lasciato. ciascun relatore, i Proff. Carlo Cardia, Giuseppe Dalla Torre, S. E. Mons. Mario Delpini, i Cardinali Giuseppe Betori e Pietro Parolin delineano i tratti più salienti della personalità di Attilio Nicora quali emergono nei suoi diversi impegni di attività e di ministero. E tutti sottolineano la preziosità, e raffinatezza, del suo ruolo di negoziatore per le nuove relazioni ecclesiastiche dell'italia nel secondo Novecento, e del contributo istituzionale e culturale recato alla storia italiana moderna e costituzionale. Si è aggiunta, agli Atti del Convegno, una Appendice di scritti di Attilio Nicora, sia per proseguire nella ricognizione e raccolta delle sue opere, sia per delineare le tematiche nazionali e internazionali ch'egli ha affrontato nel mondo cattolico, dell'associazionismo, dell'Università, a livello istituzionale. Una menzione particolare meritano gli scritti sui due temi che prediligeva, della carità e della laicità.
La laicità dello Stato ha segnato la modernità e cambiato il volto dell’Occidente, assumendo forme storiche diverse, con il separatismo statunitense amico della religione e delle Chiese, con l’illuminismo dell’Europa latina impregnato di anticlericalismo e ostilità verso la religione.
La laicità ha superato le sfide dei totalitarismi del XX secolo, del comunismo che l’ha distrutta perseguitando le Chiese, del fascismo che l’ha umiliata utilizzando la religione a fini nazionalistici.
Ma proprio quando in Occidente ha trionfato un po’ dovunque il diritto di libertà religiosa, ed è venuta meno ogni forma di confessionismo, ateismo di Stato, anticlericalismo, la laicità si trova ad affrontare le sfide più difficili: il relativismo etico che può spezzare ogni legame tra etica e diritto e il diffondersi di tradizioni religiose che negano il diritto di professare la propria fede, di cambiare religione, di fare proselitismo, fino a colpire al cuore quell’eguaglianza tra uomo e donna che costituisce uno dei tratti essenziali della modernità.
Di fronte a queste sfide si avverte il rischio di un’impotenza dell’Occidente, disponibile a relativizzare anche il principio di laicità, e di un’Europa pavida di fronte alle minacce della violenza religiosa, pronta a subire il declino della propria tradizione laica.
Destinatari
Ampio pubblico.
Autore
Carlo Cardia è Professore di Diritto ecclesiastico ed insegna Filosofia del diritto nell’Università di Roma Tre. È collaboratore di riviste scientifiche, periodici e quotidiani. È autore di numerosi testi e saggi in materia storica, giuridica e filosofica, con particolare riguardo ai temi della libertà religiosa, dei diritti umani e dell’etica, del multiculturalismo. Tra i suoi principali scritti: Il Governo della Chiesa (Bologna 1984-2004); Laicità, etica, spiritualità (1994); Vaticano e Santa Sede dal Trattato del Laterano a Giovanni Paolo II (Bologna 1994); Stato e confessioni religiose (Bologna 1996); Manuale di diritto ecclesiastico(Bologna 1996-1999);Teologia, cultura, università (2001); Ordinamenti religiosi e ordinamenti dello Stato (Bologna 2003); Laicità, multiculturalismo, diritti umani (2004); Principi di diritto ecclesiastico.Tradizione europea, legislazione italiana (Torino 2003-2005); Genesi dei diritti umani (Torino 2003-2005).
Il rapporto tra Risorgimento e religione è più complesso di quanto dicano le interpretazioni tradizionali, mai sottoposte a revisione, ed è utile tornare a riflettere sulla moderazione con cui l’Italia gestisce il conflitto con la Chiesa, a differenza di altri Paesi dove lo scontro diviene guerra di religione, aspra e senza confini. La Destra storica ammoderna il Piemonte e l’Italia, introduce la libertà e l’eguaglianza religiosa, la laicità dello Stato, cede ad asprezze e ingiustizie, ma non recide mai il cordone ombelicale con la tradizione cattolica. D’altra parte i cattolici partecipano intensamente all’impegno per l’Unità d’Italia, quando sono colpiti dalla legislazione eversiva protestano ma obbediscono alle leggi, chiedono di cambiarle, agiscono nel nuovo ordine nazionale. In alcuni momenti un inchiostro simpatico scrive dei sottili, e formidabili, compromessi utili alle due sponde del Tevere per evitare la guerra, preparare nuove relazioni nei tempi storici giusti. Un conflitto speciale, tra il 1870 e il 1929, riguarda la “questione romana”, che chiede di conciliare il diritto storico dell’Italia a Roma capitale con il diritto del papa ad una sovranità che assicuri piena libertà per la sua missione. Nell’Ottocento prevalgono i limiti degli interlocutori. Il papa identifica il proprio diritto con il principato formatosi nella storia, non vede che questo può rimpicciolire facendo ingigantire la sua figura. I liberali sottovalutano il ruolo universale della Chiesa, temono che il Vaticano offuschi il Quirinale, declassano l’uno per esaltare l’altro. Con il tempo ci si accorge che il Vaticano aggiunge luce al Quirinale e all’Italia, li illumina con la sua universalità, ed il Quirinale può assicurare al papa una amicizia essenziale agli occhi del mondo. Per questa ragione, Roma cattolica e Roma italiana si riscoprono complementari, il cammino dell’Italia dall’Ottocento alla Costituzione democratica porta ad elaborare un sistema di amicizia con la Chiesa, di affermazione dei diritti di libertà, di una laicità accogliente verso tutte le religioni, che resta il nostro vanto in Europa e in Occidente.
La laicità dello Stato ha segnato la modernità e ha cambiato il volto dell’Occidente, assumendo forme storiche diverse, con il separatismo statunitense amico della religione e delle Chiese, con l’illuminismo dell’Europa latina impregnato di anticlericalismo ed ostilità verso la religione.
La laicità ha superato poi le sfide dei totalitarismi del XX secolo, del comunismo che l’ha distrutta perseguitando le Chiese, del fascismo che l’ha umiliata utilizzando la religione a fini nazionalistici.
Il volume esamina l’ascesa e lo sviluppo dello Stato laico, cercando di rispondere ai più importanti interrogativi sulle questioni etiche e sul multiculturalismo.
Carlo Cardia è Professore di Diritto ecclesiastico ed insegna Filosofia del diritto nell’Università di Roma Tre. È collaboratore di riviste scientifiche, periodici e quotidiani. È autore di numerosi testi e saggi in materia storica, giuridica e filosofica, con particolare riguardo ai temi della libertà religiosa, dei diritti umani e dell’etica, del multiculturalismo. Tra i suoi principali scritti: Il Governo della Chiesa (Bologna 1984-2004); Laicità, etica, spiritualità (1994); Vaticano e Santa Sede dal Trattato del Laterano a Giovanni Paolo II (Bologna 1994); Stato e confessioni religiose (Bologna 1996); Manuale di diritto ecclesiastico (Bologna 1996-1999); Teologia, cultura, università (2001); Ordinamenti religiosi e ordinamenti dello Stato (Bologna 2003); Laicità, multiculturalismo, diritti umani (2004); Principi di diritto ecclesiastico. Tradizione europea, legislazione italiana (Torino 2003-2005); Genesi dei diritti umani (Torino 2003-2005).
Scaturiti dalle rivoluzioni moderne dei secoli XVII-XVIII, i diritti umani sono indissociabili da una struttura democratica della società, e sono il frutto di lotte e contrapposizioni di interessi. Ogni diritto umano è stato conquistato dopo che era stato negato o calpestato. L'internazionalizzazione dei diritti umani ha contribuito a produrre risultati storici come la fine del colonialismo e la caduta dei totalitarismi, ma la loro proliferazione ha creato dei problemi nuovi. Moltiplicando le carte e le convenzioni internazionali si può svilire il concetto di diritti umani, facendo evaporare la differenza tra diritti fondamentali ed esigenze secondarie o marginali.
Il presente manuale esamina l'intreccio tra strutture e giurisdizioni ecclesiastiche ed ordinamento civile, tenendo conto degli attuali processi di trasformazione che investono il diritto ecclesiastico. Una attenzione particolare è dedicata alla materia matrimoniale. Analoga attenzione è rivolta alle 'strutture confessionali', cioè a quella molteplicità di enti ecclesiastici, di tipo gerarchico, territoriale, associativo, fondatizio, che vive e opera nella società civile. Tali enti sono regolati da una normativa speciale che ne garantisce l'autonomia, ma nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento e dei diritti individuali di quanti entrano in relazione con essi.