La scrittura è a lungo stata considerata una grande invenzione puramente tecnica ed è stata analizzata da un punto di vista soprattutto storico, teso a mettere in luce origini, diffusione, modificazione dei principali sistemi grafici. A ben guardare però, specie da una prospettiva antropologica, emerge nettamente che la scrittura è anche altro, e soprattutto che l'analisi della scrittura può essere l'analisi di uno degli ambiti privilegiati della produzione ideologica e simbolica delle società. Basti pensare che la scrittura è di certo uno dei più potenti strumenti di conoscenza, di controllo e trasmissione del sapere, di manipolazione della realtà. Il significato culturale della scrittura dunque va ben al di là della sua funzione tecnica. Ogni sistema di scrittura presenta infatti vari aspetti (conoscitivi, sociali, magici, sacrali) la cui osservazione consente di comprendere profondamente la società che li ha prodotti e entro cui circolano. "Antropologia della scrittura", diventato ormai un classico, affronta tale problematica con l'acutezza e la profondità che sempre contraddistinguono lo sguardo di Giorgio Raimondo Cardona, svelando la complessità di ciò che apparentemente sembrerebbe solo un insieme di lettere e di simboli.
La lingua è un elemento fondamentale della cultura e della società. Cinquantanni di ricerche sociolinguistiche hanno permesso di conoscere, in modo sempre più approfondito, le interazioni tra lingua e società: attraverso l'analisi del linguaggio è, infatti, possibile addentrarsi nella complessità della struttura sociale, nelle sue dinamiche e nei suoi conflitti. Una sociolinguistica orientata in senso antropologico, come quella proposta in questo libro fondamentale da Giorgio Cardona, ci permette di comprendere appieno gli aspetti sociali, culturali e ideologici dell'uso del linguaggio, di scoprire come, operando sottili azioni di rielaborazione del linguaggio, diventi addirittura possibile intervenire sui rapporti tra individui, e come ogni cambiamento culturale si rifletta direttamente sul linguaggio e lo trasformi. Introduzione alla sociolinguistica è, quindi, il punto di partenza necessario per comprendere come la lingua, specchio della società che la crea, agisca a sua volta tanto prepotentemente su di essa da arrivare ad essere la sua spina dorsale.
La lingua è l'elemento primario della vita di una comunità: l'etnolinguistica lungi dall'essere una branca della linguistica (come per troppo tempo è stata considerata), è lo studio delle influenze reciproche tra lingua, pensiero e cultura. Una lingua infatti non è semplicemente un catalogo di segni e di significati da usare nelle varie situazioni: una lingua è un sistema compiuto altamente complesso e altamente contestualizzato, che dà la possibilità a ogni membro della comunità di parlanti di smuovere un intero universo culturale, fatto di relazioni con l'ambiente, con il sistema sociale, con le gerarchie dell'età, del sesso, della professione, della classe. Nell'ambito di questa prospettiva, l'etnolinguistica studia i sistemi di classificazione e di conoscenza della realtà per i modi in cui essi si mostrano nelle categorie linguistiche, mettendo in luce come le produzioni linguistiche di una comunità siano strettamente intrecciate alle rappresentazioni del mondo di quella stessa comunità. Pubblicato per la prima volta nel 1976, questo studio si dispiega attraverso un itinerario affascinante nelle lingue e nelle culture del mondo. Dagli antichi greci ai cinesi, dai musulmani ai Dogon dell'Africa subsahariana fino ai gruppi tagalog delle Filippine, l'autore offre aspetti inusuali di mondi più o meno sconosciuti: scopriamo così che parlare un'altra lingua non significa semplicemente dire in modo diverso le stesse cose, ma anche articolare diversamente il mondo di cui si parla e addirittura crearlo.