Musei e gallerie, aree e parchi archeologici, palazzi e ville, parchi e giardini, castelli e fortificazioni, edifici storici, biblioteche e teatri… Dai monumenti storici ai tesori artistici di ogni epoca, che siano conservati nei musei delle grandi città o custoditi in piccoli borghi nell’entroterra, l’Italia ha un patrimonio storico-artistico che la rende una delle mete del turismo culturale più frequentate al mondo. Numerosi musei italiani storicamente nascono per ospitare reperti frutto di campagne di scavo nelle aree archeologiche di pertinenza, a cui sono inscindibilmente legati. Molte sono le opere en plein air che rendono il nostro Paese un vero e proprio museo a cielo aperto, visitato da migliaia di turisti italiani e stranieri. In questo volume vengono descritti alcuni dei luoghi simbolo della cultura italiana, nella piena consapevolezza dell’impossibilità di essere esaustivi, data la vastità e complessità del patrimonio culturale italiano, ma con l’intento di diffondere un valore che contraddistingue il nostro Paese, quello della cultura, che va conservato e difeso per le generazioni future, così come i luoghi in cui la cultura “vive”.
Sette brevi percorsi ciclabili che fiancheggiano le “idrovie artificiali lombarde” (Naviglio Grande Bresciano, Canale Vacchelli e Naviglio Civico di Cremona, Canale della Muzza, Naviglio Martesana, Canale Villoresi, Naviglio Pavese, Naviglio Grande), per oguno dei quali l’autore regala preziosi appunti di viaggio. Dislocato lungo i navigli, infatti, vi è un ricchissimo patrimonio di tracce storiche, artistiche, gastronomiche, culturali e ambientali da visitare, rigorosamente, in bicicletta.
"Questa storia appassionata e dolorosa è accaduta cento anni fa in luoghi e tempi disperati. Ha senso raccontarla solo per dimostrare che nessuna notte è così fonda da non anticipare il sorgere di un nuovo giorno". Fra Lombardia e Friuli un'avvincente storia di amore e di amicizia nel drammatico scenario del primo conflitto mondiale.
Reportage fotografico di Nevio Doz.
Un lungo volo dall'aeroporto di Sydney a quello di Orio al Serio, porta una giovane regista televisiva australiana, con antenati bergamaschi, a stabilirsi temporaneamente in Italia, per realizzare un lungometraggio su Michel Angelo Merisi, il Caravaggio, nel quarto centenario della sua morte. Il soggiorno italiano, ospite di uno scrittore lombardo conosciuto anni prima a Sydney e a Melbourne, durante una tournée dedicata alle radici orobiche dell'emigrazione oltre Oceano, è occasione per rivisitare scenari e temi caravaggeschi, ove il grande pittore rivive in flash della sua movimentata e avventurosa esistenza e dove alcune sue opere più significative sono colte in modo inconsueto dall'occhio curioso e intrigante del teleobiettivo, che si fa carico di trasmettere al pubblico al di là dell'Oceano, ma non solo a quello, un ritratto del genio italiano e delle sue umane passioni. E, proprio scomponendo e riallineando i tasselli del complesso mosaico, vengono rivisitati alcuni misteri della breve e tormentata vita del Merisi, o dell'Amerighi, come lo chiamano le carte del tempo: in particolare il filo della narrazione si concentra su alcuni "gialli" ancor oggi irrisolti, come la misteriosa morte e sepoltura del Caravaggio e la scomparsa della sua grande Natività con i Santi Lorenzo e Francesco, trafugata alla fine degli anni Sessanta dall'Oratorio della Compagnia di San Lorenzo di Palermo e sparita da allora nel nulla.