Più che un esercizio di pietà questa Sacra rappresentazione vuole offrire al credente una meditazione atta a stimolare la consapevolezza della propria scelta di fede. Fin quando esiste un credente, bisogna che egli sperimenti il paradosso dell'Uomo-Dio, sia cioè contemporaneo della straordinaria presenza di Cristo sulla terra. Tale è la condizione della fede o più esattamente è la definizione della fede. Questa Sacra rappresentazione è pertanto un invito a seguire Cristo sulla via della croce così da vederlo nella sua vera figura e nell'ambiente dove realmente camminava sulla terra e non nella forma di un ricordo, vuoto e insignificante, nelle chiacchiere della storia; vederlo così come è, come fu e come sarà fino al suo ritorno nella gloria: segno dello scandalo e oggetto della fede, uomo umile e tuttavia Salvatore e Redentore dell'umanità venuto sulla terra per amore, per cercare quelli che erano perduti (Mt 18,11), per soffrire e morire e insieme preoccupato di dover ripetere sempre: "Beato colui che non si scandalizza in me!" (Mt 11,19).
La sapienza oltre l'intelletto.
Alla donna che, alzando la voce nella folla, disse. "Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato", Gesù rispose: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano" (Lc 11,27-28).
Nel progetto divino della Redenzione l'esistenza storica della Vergine Madre di Dio è un evento straordinario. Ma la sua persona immacolata, colmata della Grazia di Dio, non rende la sua esistenza una realtà statica: finché Maria vive nel tempo e nello spazio è soggetta al divenire e la Grazia suscita in lei una partecipazione attiva al disegno di Dio e una libera apertura di tutto il suo essere alla volontà dell'Altissimo.